La conferenza dei servizi per il collegamento del ponte sullo Stretto di Messina è finalmente iniziata, ma le prime reazioni non sembrano positive. Secondo alcuni ambientalisti e comitati, il progetto definitivo del ponte non è sostenibile e i sindaci dovrebbero prendere atto di questa situazione.

Dopo ben 21 anni di studi e progettazioni inconcludenti, sono state presentate ben 178 richieste di integrazione al cosiddetto ‘progetto definitivo 2024’. Queste richieste sono state pubblicate sul portale online Via-Vas e riguardano principalmente la valutazione di incidenza sui siti della Rete Natura 2000 e sulle componenti ambientali più rilevanti. Questo dimostra l’impossibilità di approvare un progetto definitivo e mette in dubbio la possibilità di iniziare i lavori entro l’estate o entro la fine dell’anno.

La Commissione Tecnica Via (Ctvia) del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha richiesto diversi atti e ha già iniziato un lavoro preparatorio. È evidente che bisognerà affrontare questa situazione prima che l’opera possa davvero prendere il via. Inoltre, la presidente della commissione antimafia, Chiara Colosimo, ha sottolineato che il ponte sullo Stretto richiama l’interesse della criminalità organizzata e che bisogna prestare attenzione a questo rischio.

In conclusione, nonostante l’inizio della conferenza dei servizi, sembra che ci siano ancora molte questioni da risolvere prima di poter dare il via libera alla costruzione del ponte sullo Stretto di Messina. Ambientalisti, comitati e alcuni sindaci hanno già espresso dubbi sulla fattibilità del progetto definitivo e la commissione antimafia ha evidenziato il rischio di infiltrazioni criminali. Resta da vedere come i proponenti risponderanno alle richieste della Ctvia e se sarà possibile soddisfare tutte le condizioni necessarie per l’avvio dei lavori.

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