La Biennale Arte di Venezia, una delle più prestigiose esposizioni artistiche al mondo, ha aperto le sue porte per la 60ª edizione. Intitolata “Stranieri ovunque”, questa mostra d’arte internazionale presenta un’esplosione di talenti provenienti da tutto il mondo.

Uno dei punti salienti dell’esposizione è il murales del collettivo indo-brasiliano Movimento dos Artistas Huni Kuin (Mahku), intitolato “kapewe pukeni” (il ponte-alligatore). Quest’opera di oltre 700 metri quadrati copre la facciata del Padiglione Centrale ai Giardini e racconta una storia di inganno e tradimento che ha portato alla separazione tra popoli e luoghi diversi. L’opera è un inno al colore e alle forme semplici della natura, con alberi, uccelli, pesci e terre unite da un gigantesco coccodrillo. Questo murales rappresenta una metafora potente per coloro che si trovano a dover affrontare il distacco dalle proprie origini e a sentirsi “stranieri” in un mondo che spesso valorizza solo l’appartenenza nazionale o di genere.

La mostra curata da Adriano Pedrosa si concentra anche sulle tematiche della migrazione e della decolonizzazione, dando voce a parti del mondo, in particolare il Sud America, che per troppo tempo sono state ai margini della storia scritta da altri paesi considerati “sviluppati”. La mostra presenta opere di 331 artisti provenienti da diverse parti del mondo, molti dei quali estranei ai complessi sistemi dell’arte contemporanea e presenti per la prima volta alla Biennale di Venezia.

Pedrosa ha voluto dare rilievo agli artisti queer, spesso emarginati a causa delle loro molteplici sessualità e identità di genere, così come agli artisti outsider, folk o indigeni che traggono ispirazione dalle loro tradizioni culturali. La mostra si sviluppa come un’unica forma organica, con varie diramazioni interne, senza netti confini, esplorando una vasta gamma di temi e linguaggi artistici.

La Biennale Arte di Venezia offre ai visitatori una grande varietà di opere da ammirare. Tra i lavori più interessanti ci sono i ritratti di 112 artisti provenienti da 39 paesi diversi e le astrazioni di 37 artisti provenienti da 21 paesi. Le opere spaziano nel tempo e si concentrano su tematiche legate a culture e terre spesso trascurate. Ci sono anche opere che affrontano tematiche di attualità e cronaca geopolitica, come la scritta “Viva Palestina” su un gigantesco lavoro all’Arsenale o il boicottaggio del padiglione d’Israele.

La mostra è stata accolta con grande entusiasmo sia dal pubblico che dalla critica, e il curatore Pedrosa ha ricevuto elogi per la sua scelta di dare voce a artisti provenienti da diverse parti del mondo e per l’approccio inclusivo della mostra. La Biennale Arte di Venezia continua a dimostrarsi una piattaforma importante per l’espressione artistica internazionale e per il dialogo tra culture diverse.

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