Le sale del Monte di Pietà: un viaggio tra dolore e avidità umana

La Fondazione Prada ospita una mostra unica nel suo genere, intitolata “Monte di Pietà”, curata dall’artista Christoph Buchel. Attraverso questa esposizione, il pubblico è invitato a immergersi nelle storie di dolore e avidità umana che si celano dietro gli oggetti raccolti nel corso dei secoli presso il Monte di Pietà.

Il Monte di Pietà era un’istituzione che offriva prestiti su pegno alle persone bisognose. Le sale in cui venivano depositati gli oggetti personali diventavano testimoni silenziosi delle tragedie e delle gioie perdute di chi si trovava nella necessità di alienare i propri beni per sopravvivere. Ma non solo: le stanze del Monte di Pietà custodivano anche gli oggetti accumulati dagli avidi, coloro che cercavano la ricchezza attraverso investimenti sbagliati o la fortuna ai tavoli da gioco.

L’artista svizzero Christoph Buchel ha creato un percorso espositivo che riprende questa storia, trasformando le sale del Palazzo del Monte di Pietà in una sorta di “wunderkammer” dell’anima e del dolore. Attraverso una sequenza apparentemente casuale di oggetti, Buchel porta il visitatore in un viaggio storico-documentaristico che abbraccia sia la dimensione storica del Monte di Pietà che la contemporaneità.

Il percorso inizia al pianoterra, dove si trovano gli oggetti accumulati in maniera caotica, testimoni di una compulsione all’accumulo. Qui si può percepire l’idea del “debito” che tiene insieme tutti questi elementi. Proseguendo, si entra in una sezione dedicata alla storia e alle funzioni del Monte di Pietà, con documenti e sedie per le aste. Al mezzanino, si passa alle stanze dei tavoli da gioco, simbolo dell’avidità umana e della ricerca della ricchezza a tutti i costi. Si possono osservare letti disfatti, tavole imbandite e i resti di notti forse passate insonni.

Ma è al primo piano che si trova la vera sorpresa. Il salone centrale è una sequenza di oggetti di ogni tipo: bambole, chitarre, mappe, abiti e tanto altro ancora. La massa di oggetti è talmente vasta da rendere impossibile tenerne traccia. Qui si mescolano dipinti di scarsissimo valore con opere di grandi maestri come Tiziano e Warhol. Tra le opere esposte, spicca “The diamond Maker”, un’opera concettuale creata da Buchel stessa. Questa valigia contiene diamanti realizzati in laboratorio, frutto della distruzione e della trasformazione dell’intero corpus di opere possedute dall’artista, comprese quelle dell’infanzia o non ancora realizzate.

L’obiettivo dell’artista è quello di far riflettere il visitatore sulla distinzione tra ricchezza reale e artificiale. Mentre si passeggia tra i banchi in legno ricostruiti del vecchio Monte di Pietà o si osservano le scrivanie con computer e libri che parlano di cose reali legate a opere o altri beni, ci si trova di fronte all’importante interrogativo sui valori della proprietà e della finanza.

La mostra “Monte di Pietà” offre al pubblico la possibilità di immergersi in una dimensione unica, in cui il dolore e l’avidità umana si intrecciano in un viaggio emozionante. Attraverso gli oggetti esposti, si possono rivivere le storie di migliaia di persone, condividendo le loro gioie e le loro tragedie. Un’esperienza indimenticabile che lascia spazio alla riflessione su temi universali come la ricchezza, la povertà e il significato dei beni materiali nella nostra società.

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