Autore: admin1356

AGI – Uomini del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli, in collaborazione con il Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata e con la Squadra Mobile partenopea, hanno eseguito un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali emessa dal gip napoletano nei confronti di cinque indagati (tre ora in carcere e due ai domiciliari) che devono rispondere di trasferimento fraudolento di valori e autoriciclaggio, aggravati dal metodo mafioso e dalla finalità di agevolare il clan Contini. Le indagini avrebbero accertato l’intestazione fittizia di due società operanti nel settore della ristorazione e panificazione utilizzate dalla cosca per fare cassa e per il sostentamento dei detenuti e delle rispettive famiglie.

 

Tra i beni sequestrati c’è anche una storica pizzeria di Napoli, quella del Presidente, in via dei Tribunali, con vetrina sulla strada, nota alle cronache perché proprio quelle margherite pronte da piegare a portafoglio attirarono l’attenzione dell’allora presidente americano Bill Clinton, che se ne fece preparare mangiandola durante la sua passeggiata nei Decumani in occasione del G7 partenopeo nel 1994. La gestione della pizzeria è della cosca, attraverso una serie di prestanome, per gli inquirenti, e per questo il gestore, Massimiliano Di Caprio, 49 anni, è ai domiciliari insieme alla moglie, Deborah Capasso, 47 anni. 

 

Gli indagati avrebbero reimpiegato nelle società di ristorazione e panificazione e nell’acquisto dei beni immobili l’importo complessivo di 412.435 euro, versato in contanti con reiterate operazioni sui conti societari e personali. Tale profitto illecito è stato sottoposto a sequestro in data odierna, unitamente alle quote delle società, all’impresa individuale e agli immobili oggetto di intestazione fittizia, il tutto per un valore complessivo di oltre 3,5 milioni di euro. 

 

Tra gli arrestati c’è anche un poliziotto, in servizio alla stradale di Avellino. L’agente è stato portato ai domiciliari dai finanzieri e dalla Squadra Mobile di Napoli. Gli viene contestata l’intestazione fittizia di una società per la produzione e vendita di prodotti da forno. 

 

 

AGI – Un’organizzazione criminale operante tra Ecuador, Belgio, Francia, Albania, Spagna e l’Italia aveva a disposizione un sommergibile per trasportare droga. I carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del comando provinciale, con il supporto dell’Arma territoriale torinese, hanno eseguito delle ordinanze di custodia cautelare in carcere a carico dei membri di un’organizzazione transnazionale italo-albanese, dedita al traffico di sostanze stupefacenti. Gli arresti sono stati effettuati in Italia nelle province di Torino e Frosinone, e in Albania, in collaborazione con il Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia, l’Ufficio dell’Esperto per la sicurezza a Tirana e l’Ufficio Centrale Nazionale Interpol della Polizia albanese.

 

Nell’attività d’indagine, denominata convenzionalmente “Car Wash” in quanto originata da accertamenti su gestori di autolavaggi che gestivano illecitamente alcune piantagioni di marijuana, gli investigatori hanno ricostruito i tasselli di un’associazione con base logistica nella provincia di Torino, operante tra Ecuador, Belgio, Francia, Spagna e Italia. Il gruppo è sospettato di aver approvvigionato le maggiori piazze di spaccio italiane di importanti quantitativi di cocaina, hashish e marijuana. Dai riscontri dei Carabinieri, l’organizzazione sarebbe stata guidata da due fratelli di origine albanese che, avvalendosi di consistenti disponibilita’ economiche, avrebbe reclutato gli “operai della droga” in Italia e in Albania.

Questi collaboratori erano con ogni probabilità destinati alla custodia, al trasporto e alla vendita sul territorio dello stupefacente. I trafficanti, fra l’altro, avevano progettato e collaudato un piccolo sommergibile, pilotabile da remoto, probabilmente finalizzato al trasporto della droga. Il mezzo, di fatto realizzato, non era ancora stato reso operativo. Durante le indagini, svolte dal novembre 2021 alla fine del 2022, gli investigatori hanno intercettato diversi carichi di droga e ne hanno sequestrato oltre 204 chilogrammi, tra cocaina, hashish e marijuana. La cocaina con ogni probabilità arrivava in Italia dal sud America, passando per l’Olanda mentre il resto transitava dalla Spagna e dalla Francia, utilizzando autovetture dotate di doppifondi artigianali. 

 

AGI – Non è vero che gli anziani “rubano” i posto alle giovani generazioni. Al contrario: rappresentano un’opportunità perché il futuro lo si costruisce nell’unita’ intergenerazionale. Lo sottolinea Papa Francesco nel messaggio per la IV Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani. “L’accusa rivolta ai vecchi di rubare il futuro ai giovani è molto presente oggi ovunque. Essa si riscontra, sotto altre forme, anche nelle società più avanzate e moderne”, dice il Papa. Ad esempio “si è ormai diffusa la convinzione che gli anziani fanno pesare sui giovani il costo dell’assistenza di cui hanno bisogno, e in questo modo sottraggono risorse allo sviluppo del Paese e dunque ai giovani. Si tratta di una percezione distorta della realtà“. È “come se la sopravvivenza degli anziani mettesse a rischio quella dei giovani. Come se per favorire i giovani fosse necessario trascurare gli anziani o addirittura sopprimerli. La contrapposizione tra le generazioni è un inganno ed è un frutto avvelenato della cultura dello scontro”.

 

“Mettere i giovani contro gli anziani è una manipolazione inaccettabile: è in gioco l’unita’ delle eta’ della vita: ossia, il reale punto di riferimento per la comprensione e l’apprezzamento della vita umana nella sua interezza”

 

“Ciò avviene quando si smarrisce il valore di ciascuno e le persone diventano solo un costo, in alcuni casi troppo elevato da pagare”, prosegue Bergoglio, “Ciò che è peggio è che, spesso, gli anziani stessi finiscono per essere succubi di questa mentalità e giungono a considerarsi come un peso, desiderando essi stessi per primi di farsi da parte”. D’altro canto,”oggi sono molte le donne e gli uomini che cercano la propria realizzazione personale in un’esistenza il più possibile autonoma e slegata dagli altri. Le appartenenze comuni sono in crisi e si affermano le individualità; il passaggio dal ‘noi’ all”io’ appare uno dei più evidenti segni dei nostri tempi”.

 

In questo contesto la famiglia, che è “la prima e più radicale contestazione dell’idea che ci si possa salvare da soli, e una delle vittime di questa cultura individualista. Quando si invecchia, però, a mano a mano che le forze declinano, il miraggio dell’individualismo, l’illusione di non aver bisogno di nessuno e di poter vivere senza legami si rivela per quello che e; ci si trova invece ad aver bisogno di tutto, ma oramai soli, senza più aiuto, senza qualcuno su cui poter fare affidamento”. “È una triste scoperta che molti fanno quando è troppo tardi“, conclude il Papa, “La solitudine e lo scarto sono diventati elementi ricorrenti nel contesto in cui siamo immersi. Essi hanno radici molteplici: in alcuni casi sono il frutto di una esclusione programmata, una sorte di triste “congiura sociale”; in altri casi si tratta purtroppo di una decisione propria. Altre volte ancora si subiscono fingendo che si tratti di una scelta autonoma. Sempre di più abbiamo perso il gusto della fraternità e facciamo fatica anche solo a immaginare qualcosa di differente”.