Autore: admin1356

AGI – Merano copia Vienna in termini di ecologia. La rinomata città termale e ad alta vocazione turistica dell’Alto Adige ha deciso di introdurre i ‘WasteWatcher’ (‘osservatori dei rifiuti’, in lingua italiana), un team di controllori incaricati di vigilare sul rispetto delle norme poste a tutela dell’igiene pubblica e del decoro dei luoghi pubblici. Dopo un corso di formazione, i ‘WasteWatcher’ gireranno per le strade della città in coppia, in abiti civili o in divisa, al fine di sensibilizzare cittadini e ospiti a una maggior accortezza nel non lasciare o gettare rifiuti negli spazi pubblici.

 

Le persone addette al servizio si metteranno sulle tracce di chi non rimuoverà le deiezioni del proprio cane o getterà a terra i mozziconi di sigaretta, materiale da imballaggio o lattine, ma anche di chi imbratta e sporca gli arredi urbani come le panchine o gli attrezzi ludici presenti nei parchi pubblici. Come ha spiegato la vicesindaca e assessora all’ambiente di Merano, Katharina Zeller, “nella prima fase l’obiettivo principale non sarà quello di elevare contravvenzioni ma di sensibilizzare i cittadini al tema della pulizia e del decoro degli spazi pubblici” precisando che i ‘WasteWatcher avranno poi anche la facoltà di accertare violazioni, di identificare i trasgressori e di segnalarli alla Polizia locale”. 

AGI – Imbarazzo e indignazione a Palermo dopo la notizia che lo scorso 15 aprile il boss mafioso palermitano Tommaso Lo Presti, ha festeggiato le nozze d’argento nel Pantheon dei siciliani illustri, la Chiesa di San Domenico, che accoglie le spoglie di Giovanni Falcone. Il boss era stato scarcerato da poco dopo una dozzina di anni di carcere, e con la moglie, anche lei condannata per mafia. Aveva deciso di fare festa per il venticinquesimo, prima con una Messa in questo luogo suggestivo e simbolico, luogo di funerali di Stato come quello per il prefetto Carlo Alberto Dalla Chiesa, e poi con alcuni neomelodici in una villa privata. Sul quotidiano ‘La Repubblica’ Maria Falcone si dice “indignata, amareggiata per le nozze d’argento del boss celebrate nella chiesa di San Domenico, è come se quel mafioso avesse fatto una prepotenza contro Giovanni, ma Giovanni dall’alto non si cura di loro”.

 

Il rettore di San Domenico assicura di avere saputo solo dopo chi fosse la coppia e che l’offerta ricevuta dal boss non sarà restituita, ma utilizzata per “fare del bene a chi ne ha bisogno”. Ma questo non sembra bastare a chi si è sentito ferito e c’è chi parla di “grave sfregio alla memoria e alla città” e punta il dito anche contro certi settori della Chiesa non ancora netti nei loro comportamenti. La Chiesa di San Domenico edificata a partire dal 1640, con l’edificio di culto più vasto della Sicilia, è dell’Ordine dei Domenicani e non sotto la giurisdizione canonica dell’arcidiocesi di Palermo. Dalla metà del XIX secolo è accolto il Pantheon degli Illustri di Sicilia, uomini e donne che si sono distinti, e fra questi, dal 2015, Giovanni Falcone.

 

Lo scorso 23 aprile, in occasione del funerali di Vincenzo Agostino, in cattedrale, l’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, aveva pronunciato parole nette, invitando a una “resistenza attiva e proficua alla mafia e alle tante forme del male strutturato che insanguina le strade della città, sparge afflizione nelle case e nelle famiglie, pianifica depistaggi, compra silenzi e connivenze anche tra esponenti del potere politico e delle istituzioni dello Stato”. In una città che “ha assistito al sacrificio di tanti uomini e donne delle istituzioni, della società civile e della Chiesa palermitana”, è necessario rinnovare l’impegno, incalzava don Corrado, per la “costruzione di una città degli uomini giusta e solidale, libera dalle ‘strutture di peccato’ mafiose e dalla corruzione e dalla falsità imperante”.

 

In questo stesso Pantheon riposano, dal 23 marzo scorso, le spoglie di un altro siciliano illustre, Giuseppe Tomasi di Lampedusa, con l’intezione dichiarata di consegnare ed esaltare l’attualità del messaggio dello scrittore che sta nella sua capacità di analizzare il periodo di trasformazioni e di crisi in cui il suo romanzo più noto, “Il Gattopardo”, è ambientato, e di raccontare la sicilianità delineando tipi umani universali. Ma, tra fauna più o meno nobile citata nel libro, iene, sciacalli, pecore, gattopardi e leoni, appare attualissimo quel messaggio che è un atto d’accusa contro una incapacità e una inadeguatezza, quasi strutturali, al vero cambiamento: “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”.

AGI – Un 18enne di origine slava è stato ucciso nella notte a Milano con colpi d’arma da fuoco. Il giovane si trovava a bordo di un furgone in via Varsavia, vicino all’ortomercato nella periferia sud-orientale della città, quando diverse persone si sono avvicinate al mezzo e sono partiti spari che lo hanno centrato al torace. La Polizia di Stato, allertata poco dopo le 3 del mattino, è intervenuta sul posto. Il 18enne, trasportato all’ospedale Policlinico dagli operatori del 118, è deceduto un’ora dopo. 

 

Il giovane, identificato come Jhonny Sulejmanovic, dormiva nel furgone ed è stato raggiunto da quattro colpi. Con lui c’era una donna, forse la compagna.
Secondo le prime indagini della sezione Omicidi della Squadra mobile un gruppo di 3-4 aggressori ha circondato il mezzo e lo ha iniziato a colpire a bastonate infrangendo anche i vetri.

 

Poi gli spari con tre colpi che hanno centrato il 18enne al petto mentre un quarto lo ha raggiunto al braccio. Dai primi accertamenti Sulejmanovic risulterebbe incensurato.