Autore: admin1356

AGI – Terremoto alla Regione siciliana. Il vice governatore Luca Sammartino, deputato della Lega, è stato sospeso per un anno dai pubblici uffici per corruzione aggravata. È uno degli esiti dell’operazione antimafia “Pandora”. Oltre 100 i carabinieri del Comando provinciale di Catania che hanno eseguito nelle provincie di Catania e Palermo, un’ordinanza di misura cautelare emessa dal gip etneo, nei confronti di 11 esponenti politici, funzionari comunali e imprenditori, accusati a vario titolo di scambio elettorale politico – mafioso, estorsione aggravata dal metodo mafioso, corruzione aggravata, istigazione alla corruzione e turbata libertà degli incanti.

 

Acquisiti nell’indagine, coordinata dalla procura di Catania e condotta dal Nucleo investigativo tra il 2018 e il 2021, tanto gli accordi illeciti tra alcuni amministratori del Comune di Tremestieri Etneo ed elementi vicini alla cosca mafiosa “Santapaola-Ercolano”, riguardanti l’elezione nel 2015 dell’attuale sindaco Santi Rando, destinatario della custodia cautelare in carcere per scambio elettorale politico-mafioso e corruzione aggravata, quanto la successiva “degenerazione affaristica” dell’ente, messa in atto dai “funzionari infedeli” mediante “numerose corruttele”, per concedere permessi e assegnare lavori agli “imprenditori amici”.

 

Emerso inoltre, “nell’ambito di una strategia dei vertici comunali tesa a neutralizzare ogni forma di opposizione politica”, spiegano i magistrati, l’accordo corruttivo con lo storico consigliere d’opposizione Mario Ronsisvalle, destinatario degli arresti domiciliari per istigazione alla corruzione, poi transitato tra i sostenitori del Rando per le amministrative del 2021. In particolare, Ronsisvalle, titolare di una farmacia a Tremestieri, anche grazie all’intervento di Luca Sammartino, principale referente politico del primo cittadino, all’epoca dei fatti deputato regionale e attuale vicepresidente della Regione, destinatario della sospensione per un anno dai pubblici uffici per corruzione aggravata, sarebbe stato avvantaggiato attraverso la riduzione del numero delle farmacie presenti nella pianta organica comunale, promettendo in cambio il sostegno elettorale, per le elezioni europee del 2019, al candidato sostenuto dal Sammartino. 

AGI – I borghi d’Italia sono sicuramente un tesoro culturale ed economico, visto anche un impatto di 5 miliardi di euro annui sul Pil nazionale, con circa 9 milioni di visitatori (32% stranieri) e 90mila addetti, ma al tempo stesso sono caratterizzati da un accentuato fenomeno di spopolamento, molto maggiore rispetto alla media dei Comuni italiani.

Un dato, questo, evidenziato anche oggi nello studio ‘L’impatto economico e occupazionale del turismo e la digitalizzazione nei Borghi più belli d’Italia’ presentato in un incontro all’Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani, in collaborazione con l’associazione “I Borghi più belli d’Italia”, associazione che dal 2002 opera per valorizzare i piccoli centri abitati che esprimono un’eccellenza del nostro Paese e della sua bellezza.

 

In particolare, secondo le rilevazioni Istat i Comuni presenti nella lista dei “Borghi più belli d’Italia” presentano una popolazione media pari a circa la metà di quella dei Comuni italiani nel complesso. Nel periodo 2011-2021 si è infatti registrata una riduzione media della popolazione residente nei borghi pari al -4,2%, a fronte di una riduzione della popolazione residente a livello nazionale pari a 0,7% nello stesso periodo. La previsione è che tale fenomeno si accentuerà nel periodo 2020-2030, con una variazione del -4,4% di popolazione nei borghi a fronte di una riduzione media dei Comuni italiani del -2,8%. Così, si stima che nel 2030 la popolazione residente nei borghi considerati più belli d’Italia sarà di circa 1 milione 285mila persone contro 1 milione 344mila persone registrate nel 2020.

Un aiuto potrebbe venire dalla digitalizzazione e dallo smart-working, ritenute possibili leve di rilancio dei borghi. Dalle analisi condotte da Deloitte, emerge infatti che l’evoluzione storica della copertura della banda ultra-larga (BUL) nei borghi più belli d’Italia è in forte crescita negli ultimi anni, sia considerando i Comuni che le unità immobiliari (UI) coperte: ad oggi il 63,9% dei borghi gode di una copertura ‘Fiber to the Home’ (FTTH), ed è una percentuale molto rilevante, se si considera che solo nel 2019 questa arrivava appena al 2,2%. Solo con un tale sviluppo infrastrutturale, infatti, sarà possibile ridurre il gap di mercato e creare condizioni di sviluppo economico e sociale attrattive in loco per i lavoratori.

 

Un dato ritenuto molto incoraggiante è poi quello della crescita del numero di lavoratori che hanno cominciato a soggiornare nei borghi in modalità smart-working a seguito della pandemia Covid-19. Questo fenomeno sembra confermare un trend in atto. Infatti, secondo una ricerca di Inapp, il 41,5% dei lavoratori sarebbe disposto a trasferirsi in un luogo più isolato a contatto con la natura ed il 34,5% in un piccolo centro abitato. Si tratta di un fenomeno da osservare in parallelo al livello di digitalizzazione medio delle imprese, che nel 2022 ha registrato un significativo miglioramento. Secondo i dati Istat, le aziende con un livello “Alto” o “Molto alto” di digitalizzazione, misurato sulla base delle attività di natura digitale che le imprese sono in grado di coprire, hanno infatti raggiunto circa il 32% nel Nord-Ovest e il 29% nel Nord-Est. Invece, nel Centro e nel Mezzogiorno, la percentuale, sebbene sia in aumento, resta a un livello più basso (23%).