Autore: admin1356

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AGI – La Procura della Repubblica di Biella ha notificato oggi al deputato di Fratelli d’Italia Emanuele Pozzolo l’avviso di conclusione delle indagini preliminari per i fatti dello scorso capodanno a Rosazza, dove un colpo partito dal revolver di proprieta’ del parlamentare ha ferito un uomo di 31 anni, Luca Campana. Nell’atto, la Procura contesta a Pozzolo i reati di lesioni colpose, porto illegale di arma da fuoco e di munizionamento in luogo pubblico o aperto al pubblico, omessa custodia di armi e accensioni/esplosioni pericolose. 

 

Spiega la procuratrice capo della Repubblica di Biella Teresa Angela Camelio: “Sin dall’acquisizione delle sommarie informazioni testimoniali” da parte dei magistrati e dei carabinieri del Comune Andorno Micca in provincia di Biella, “emergeva la riconducibilita’ dei reati provvisoriamente contestati (lesioni personali colpose, omessa custodia di armi e accensioni/esplosioni pericolose) all’on. Pozzolo”. Il deputato è stato poi iscritto al registro degli indagati. Anche i successivi esami, dallo Stub eseguito dal Nucleo investigativo dei carabinieri di Biella su Pozzolo e nei locali della Pro Loco di Rosazza, ai successivi accertamenti tecnici eseguiti in contraddittorio con la difesa dal Laboratorio Ris di Parma “hanno confermato – aggiunge la procuratrice – l’ipotesi iniziale e hanno escluso l’eventuale coinvolgimento di terze persone”. Conferme importanti anche dalla consulenza tecnica balistica, svolta dal perito Raffaella Sorropago, che, dice ancora la procuratrice, “ha accertato la piena sovrapponibilita’ del narrato delle persone informate sui fatti e in particolare quelle della persona offesa e non ha riscontrato la ricostruzione alternativa fornita originariamente dall’on. Pozzolo al momento dei fatti”. 

 

Secondo quanto confermato dalla Procuratrice della Repubblica di Biella Teresa Angela Camelio, gli approfondimenti delle indagini preliminari hanno fatto emergere anche altri profili di possibili reati. “La pistola dalla quale è stato esploso il colpo – spiega la magistrata – non poteva essere portata in luogo pubblico e/o aperto al pubblico, poichè detenuta esclusivamente in regime di collezione”. Infine, conclude Camelio “è emerso che anche il munizionamento detenuto dall’on. Pozzolo al momento dello sparo non poteva essere portato in luogo pubblico e/o aperto al pubblico poiche’ “espansivo” e, pertanto, rientrante nel cosiddetto “munizionamento da guerra”. L’insieme delle fattispecie riscontrate ha portato alla formulazione delle diverse ipotesi di reato. Secondo quanto prevede il codice di procedura penale, Pozzolo avrà ora venti giorni di tempo per consegnare memorie, produrre documenti, depositare documentazione relativa a investigazioni del difensore, e anche per rilasciare dichiarazioni ovvero chiedere di essere sottoposto a interrogatorio. Sarà poi il pubblico ministero a formulare la richiesta di rinvio a giudizio, su cui decidera’ il giudice delle indagini preliminari.