Autore: admin1356

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AGI –  Il Cdr dell’AGI, la FNSI e Stampa Romana ritengono “gravemente lesiva della professionalità e della terzietà dimostrate nei decenni dai giornalisti della testata l’affermazione fatta al question time dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, secondo cui “è questione delicata che una società partecipata dallo Stato possegga una agenzia di stampa, poichè questo potrebbe alimentare dubbi sulla effettiva libertà di informazione della stessa”.

 

Nei 70 anni di storia dell’AGI all’interno di una partecipazione statale come Eni, detenuta in parte direttamente dallo stesso Mef, “l’agenzia e i suoi cronisti hanno dimostrato di essere un presidio di informazione libera e indipendente con qualsiasi delle numerose maggioranze di governo che si sono succedute nel tempo”.

 

Giorgetti ha, inoltre, sostenuto che il Mef “potrebbe esigere la massimizzazione del valore economico di un’eventuale alienazione”, tenuto conto anche “del fatto che le agenzie di stampa sono assegnatarie di corrispettivi da parte dello Stato” e che “le procedure devono sia soddisfare i requisiti di trasparenza, sia essere a carattere competitivo, sia garantire evidentemente i livelli occupazionali”.

 

Proprio “l’assenza di trasparenza in questa operazione” è stata sottolineata dal Cdr, dalla FNSI e da Stampa Romana in ogni passaggio di una vertenza che li vedrà impegnati “con ancora maggiore determinazione nelle prossime ore, insieme all’assemblea di redazione, nella difesa dell’autonomia e dell’indipendenza dell’Agi e del pluralismo dell’informazione”.
In questi giorni – sottolineano infine il Cdr dell’Agi, la FNSI e Stampa Romana – “sono state chiamate in causa in merito all’operazione diverse Authority: Anac, Antitrust, Agcom. Il dossier, vista la delicatezza e la gravità dei profili di trasparenza che investe, e’ giunto in Commissione europea”

AGI – Due tonnellate di uova, colombe e altri prodotti dolciari sono stati sequestrati dal Comando Carabinieri per la Tutela della Salute nel corso di 840 ispezioni in laboratori di produzione e vendita in vista delle festività pasquali. I Nas hanno accertato irregolarità in 324 aziende, pari al 38% di quelle controllate, e hanno contestato 574 violazioni penali e amministrative per un ammontare di 425 mila euro. Il valore dei prodotti sequestrati ammonta a 267 mila euro. Sei i titolari di negozi deferiti all’Autorità giudiziaria e sequestrate oltre 300 colombe e uova.

Sono 15 i provvedimenti di chiusura o sospensione delle attività stimate in un valore economico superiore a 5 milioni di euro.I controlli, compiuti d’intesa con il ministero della Salute, hanno consentito di individuare anche colombe e uova di cioccolato prodotte industrialmente che, una volta scartate e riconfezionate, venivano vendute come produzione artigianale a un prezzo superiore. Sono stati 6 i titolari di negozi deferiti all’Autorità giudiziaria per l’ipotesi di tentata frode in commercio, con contestuale sequestro di oltre 300 colombe e uova falsamente dichiarate di “propria produzione”.

Mentre i 15 provvedimenti di chiusura o sospensione delle attività sono dovuti a “gravi situazioni igieniche e strutturali”. Nel laboratorio di una pasticceria della provincia di Bergamo sono stati trovati 70 kg di cioccolato e 90 kg di prodotti dolciari scaduti da alcuni anni e con indicazioni non conformi in ordine agli ingredienti usati. Contestate violazioni amministrative per 3.500 euro. In due laboratori di pasticceria della provincia di Roma sono stati deferiti in stato di libertà i titolari di entrambe le attività per aver posto in commercio colombe e uova di Pasqua di produzione industriale dichiarati come prodotti gastronomici artigianali. Sono state riscontrate carenti condizioni igieniche e strutturali, sequestrate 33 confezioni di colombe e 15 uova di cioccolato pasquali ed elevate sanzioni per un importo complessivo di 4.000 euro. In due laboratori di pasticceria e un’industria alimentare della provincia di Catania sono stati sequestrati di 1.415 kg di preparati e basi per prodotti dolciari in parte scaduti, privi di etichettatura e tranciabilità, e in parte stoccati in un locale/deposito con gravi carenze igienico-sanitarie per la presenza di escrementi di roditori.