Autore: admin1356

AGI – “È un grande piacere accogliere oggi il G7 della Giustizia. La novità più importante sarà la costituzione di un Venice Justice Group, che sarà permanente per l’attuazione e la garanzia delle leggi”. L’ha detto il ministro della Giustizia Carlo Nordio incontrando la stampa poco prima dell’avvio dei lavori del G7 della Giustizia, in corso oggi e domani a Venezia. “È una giornata particolarmente ricca di emozioni anche perché oggi è la giornata che commemora le vittime del terrorismo, quarant’anni fa sono stato il giudice istruttore dell’inchiesta sulle Brigate Rosse – ha poi proseguito – ma soprattutto è una giornata importante perché consolida un’unita’ di intenti e un’unita’ di direzioni nella lotta contro la criminalità organizzata, contro il traffico di esseri umani, contro la diffusione di droghe particolarmente pericolose come fentanyl e anche per quanto riguarda l’interesse che abbiamo sugli sviluppi dell’intelligenza artificiale”.

“Questa mattina abbiamo già avuto dei colloqui bilaterali con i colleghi del Canada, dell’Ucraina, degli Stati Uniti d’America e della Gran Bretagna, altri proseguiranno domani. Sarà un’occasione estremamente fruttuosa” ha poi concluso.

I ministri della Giustizia del G7 accolgono il debutto del nuovo gruppo di lavoro, voluto e presieduto dall’Italia. È stata già fissata per novembre la prima riunione tecnica, sull’impegno dell’IA nel campo della Giustizia, da cui far scaturire anche possibili elaborazioni legislative nelle rispettive nazioni. L’obiettivo del Venice Justice group è favorire il coordinamento per affrontare le sfide globali, in ambito giustizia, a cominciare dall’intelligenza artificiale, per contribuire alla difesa dei sistemi democratici contro disinformazione in rete e tutela dei processi elettorali. Tra le altre sfide anche la digitalizzazione e i crimini ambientali.

Uno scontro tra la polizia e i centri sociali si è registrato oggi a Venezia in occasione di una manifestazione organizzata contro il G7 della Giustizia, in corso oggi e domani nella città lagunare. L’appuntamento per i manifestanti era davanti alla stazione ferroviaria. Quando questi hanno tentato di avvicinarsi alla Scuola Grande di San Giovanni Evangelista, luogo fulcro del summit, si è registrata una carica della polizia.

AGI – Pietre lanciate contro i treni in transito e sulla strada sottostante, senza apparente motivo. Sono le 23.20 quando Hasan Hamis attira su di sé le attenzioni alla stazione ferroviaria di Lambrate, periferia est di Milano. Quelle in primis di due agenti scelti della polizia ferroviaria, in servizio allo scalo, e poi di altri quattro colleghi della squadra Volante della questura, tra cui il vice ispettore Christian Di Martino. È il 35enne capo scorta della volante Zara quarto turno a finire da lì a pochi minuti accoltellato tre volte da Hamis e poi in ospedale dove è ricoverato in gravissime condizioni. Di Martino – come si ricostruisce dal verbale di arresto del 37enne di origini marocchine – con il taser ha esploso due colpi raggiungendo Hamis all’altezza del busto e del polpaccio destro, ma le scariche elettriche non avrebbero fatto effetto. Il poliziotto a quel punto, approfittando di un momento di distrazione del 37enne, avrebbe provato a bloccare a terra l’uomo. La poca luce e la concitazione non gli hanno fatto notare che Hamis tenesse in una manica un lungo coltello da cucina rosso. Con questo è stato accoltellato tre volte alla schiena, due fendenti hanno lesionato un rene e l’intestino, ed è finito in ospedale in condizioni gravissime. Al Niguarda è stato operato d’urgenza per quattro ore, ricevendo numerose trasfusioni, e non è ancora stato dichiarato fuori pericolo di vita. È ricoverato in terapia intensiva in condizioni stabili.

 

In ospedale ha ricevuto la visita anche del capo della polizia di Stato, Vittorio Pisani, che poi è passato in questura a Milano per esprimere vicinanza ai colleghi di Di Martino. Nel carcere di San Vittore, in attesa dell’udienza di convalida di domani, si trova Hamis in stato di arresto con l’accusa di tentato omicidio. Dagli accertamenti risulta avere almeno 22 diversi alias registrati in banca dati e vari precedenti per reati contro le persone, il patrimonio e resistenza a pubblico ufficiale. Dal Marocco è arrivato in Italia, più di venti fa. Il primo controllo risale al 2002.

 

Dall’analisi dei suoi precedenti (rapina, lesioni, furto, porto abusivo di oggetti atti a offendere) risulta aver vissuto in Campania. Ha scontato alcune condanne nella Casa Circondariale “G. Salvia” di Poggioreale a Napoli e in quella “P. Campanello” Ariano Irpino (Avellino). In quest’ultima è stato detenuto dal 9 giugno 2020 al 4 luglio 2023 per una condanna a 3 anni di reclusione per rapina e lesioni. All’uscita è stato emesso, nei suoi confronti, dal Prefetto di Avellino, stante l’indisponibilità di posti in Cpr, un provvedimento di espulsione rimasto ineseguito. L’ultimo controllo è del 5 maggio scorso: alla stazione di Bologna è stato fatto scendere da un treno dell’Alta velocità perché molesto con gli altri viaggiatori. Alla vista della polfer felsinea avrebbe estratto un rasoio. Dopo essere stato bloccato era stato denunciato per resistenza a pubblico ufficiale.

 

 

Dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dalla premier Giorgia Meloni, dal ministro degli Interni Matteo Piantedosi e dal vicepremier Matteo Salvini sono arrivati messaggi di vicinanza e solidarietà al poliziotto. “Forza Christian, non mollare”, l’incoraggiamento in un tweet dalla polizia di Stato.