Autore: admin1356

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AGI – Il prossimo ponte di Pasqua si annuncia complicato per gli spostamenti in treno sulla linea tra Roma, Bari e Lecce. Una frana il 12 marzo ha interessato la galleria Starza, causando un dissesto per circa 250 metri nel tratto tra Ariano Irpino e Montecalvo, provocando un notevole rallentamento nei collegamenti tra Nord e Sud. Rfi ha comunicato che serviranno 30 giorni per ripristinare l’infrastruttura, nel frattempo la tratta tra Foggia e Benevento rimarrà chiusa, i treni a lunga percorrenza (Alta Velocità e Intercity) saranno attestati nelle stazioni delle due città e sarà attivo un servizio sostitutivo tramite bus che garantirà i collegamenti tra le località interessate dall’interruzione, con tempi di percorrenza che varieranno in funzione del traffico stradale.

L’intervento prevede la rimozione dei detriti presenti sulla sede ferroviaria, verrà demolito e ricostruito il pozzo di areazione e ripristinata la parte strutturale dissestata della galleria. Saranno necessari, inoltre, dei monitoraggi geologici dell’area interessata dal fenomeno franoso e indagini strutturali della galleria. La circolazione sarà riattivata non appena saranno garantite le condizioni di sicurezza. Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, fa sapere il Mit, “segue con grande attenzione quanto accaduto sulla linea Foggia-Caserta, dopo la frana verificatasi in Campania che ha causato la sospensione della circolazione. Salvini è in costante contatto con Rfi”. Italia Viva però denuncia: “l’Italia è spaccata in due. In quella che si prospetta come un’odissea per i cittadini che vorranno spostarsi non c’è traccia del ministro Salvini”. Mentre un gruppo di parlamentari pugliesi del centrodestra ha avanzato una serie di proposte “per chiedere un’offerta di viaggio alternativa al servizio sostitutivo in bus tra Benevento e Foggia predisposto nelle ultime ore”. Tra queste “il proseguimento dei treni che collegano Roma a Taranto fino a Brindisi e Lecce”. Sulla tratta Napoli-Bari è in corso un intervento da 5,8 miliardi di euro per la realizzazione del nuovo tracciato ad alta velocità, che consentirà di collegare la Capitale con il capoluogo pugliese (via Napoli) in tre ore, ma il cantiere richiede tempi lunghi, l’obiettivo è di avere la linea pienamente in funzione nel 2027 con delle prime riduzioni di orario già da fine 2024.

AGI – Ricevere un regalo inaspettato è sempre bellissimo. Quando poi si tratta di un romanzo inedito scritto da uno dei più grandi autori contemporanei, Gabriel Garcia Marquez, pubblicato a dieci anni dalla morte, è come trovare un tesoro nascosto in giardino di cui ignoravamo l’esistenza. E’ arrivato in libreria lo scorso 6 marzo, giorno in cui avrebbe compiuto 97 anni, ‘Ci vediamo in agosto’ (Mondadori, a cura di Cristòbal Pera, traduzione di Bruno Arpaia – pagg.120, euro 17,50), un racconto scritto nel 1999 e più volte cambiato e riscritto che è rimasto inedito fino ad oggi perchè lo stesso Marquez non era convinto del suo valore e del finale al punto di dire: “Questo libro non funziona. Bisogna distruggerlo”. Ora i figli Rodrigo e Gonzalo Garcia Barcha hanno deciso di pubblicarlo, dopo aver affidato a Cristobal Pera (editor dell’ultimo grande romanzo-momoir di Marquez, ‘Vivere per raccontarla’ del 2002, oltre che dell’ultimo romanzo propriamente detto, ‘Memoria delle mie puttane tristi’, del 2004) il compito di curarne l’edizione, raccogliendo le varie versioni del testo e le correzioni apportate da Marquez negli anni. Dal 18 marzo 1999, giorno in cui un giornalista di ‘El Pais’ pubblicò un’intervista a Marquez e un brano del libro ‘Ci vediamo in agosto’ (che lo scrittore colombiano aveva letto qualche giorno prima nella Casa de America a Madrid dove, invece di tenere un discorso alla presenza del collega Premio Nobel Josè Saramago, aveva letto un brano del suo nuovo romanzo) al 2004 quando finì di riscrivere la versione numero 5, Marquez si occupò di questo romanzo come si fa con un figlio difficile. 

 

In quell’anno, il 40ennale di ‘Cent’anni di solitudine’, mise da parte il libro – di cui la rivista colombiana ‘Cambio’ aveva pubblicato nel 2003 il terzo capitolo col titolo ‘La notte dell’eclissi’ – perchè, rivelò alla sua agente, “a volte bisogna lasciar riposare i libri”. Purtroppo in vita Marquez non fu mai soddisfatto del risultato e decise di non pubblicare il romanzo di cui non riteneva valido il finale e non riuscì a finirlo a causa della perdita di memoria che iniziò a colpirlo dal 2010. Eppure questo libro risente moltissimo dell’afflato e dell’arte dello scrittore colombiano e, come sospettano i figli che hanno deciso di “tradire” la volontà del padre, probabilmente i dubbi erano dovuti più alla sua salute ormai malandata (è stato colpito dal morbo di Alzheimer) che dall’effettivo valore artistico dell’opera. “Giudicando il libro migliore di quanto lo ricordassimo, ci è venuta in mente un’altra possibilità: che la mancanza della facoltà che non aveva permesso a Gabo di terminare il libro gli avesse anche impedito di rendersi conto di quanto fosse buono, malgrado le sue imperfezioni”, scrivono i figli di Garcia Marquez nella perfezione.

 

In ‘Ci vediamo in agosto’ Garcia Marquez affronta l’amore tra persone mature, il desiderio e la passione unite al brivido della trasgressione che irrompono prepotenti quasi per caso nella vita di una donna di quasi 50 anni, Ana Magdalena Bach, che ogni 16 agosto porta sulla tomba della madre sepolta su un’isola dei Caraibi un mazzo di gladioli. Un viaggio che Ana intraprende annualmente in maniera quasi automatica e ripetitiva e che diventa improvvisamente qualcos’altro: un’occasione di trasgressione sessuale, come una parentesi da ritagliarsi in una vita condotta in maniera normale e tutto sommato soddisfacente durante gli altri 364 giorni dell’anno. La donna, scrive infatti Marquez, “da ventisette anni era unita in un affiatato matrimonio con un uomo che amava e che l’amava, e con il quale si era sposata senza finire la facoltà di Arti e Lettere, ancora vergine e senza fidanzamenti precedenti”. 

 

Un vita apparentemente felice allietata anche da due figli: un musicista e una ragazza convinta di farsi suora (che comunque non disdegna di passare le notti con un amico/amante jazzista). Apparentemente non ne avrebbe bisogno, eppure nella vita di questa signora all’improvviso irrompe il desiderio di trasgressione. Un attimo di libertà assoluta da vivere un giorno l’anno. Un evento accaduto quasi per sbaglio in uno dei suoi 16 agosto sull’isola, quando ha 46 anni, a causa di un bicchiere di troppo, che diventa una necessità e alimenta la sua vita e le sue ansie di donna matura. Un appuntamento che si rinnova ogni anno per un periodo tutto sommato breve e che si conclude, come dice il curatore Cristobal Pera, “in maniera smagliate” malgrado i dubbi di Garcia Marquez.

 

 

Al termine del libro ci sono quattro pagine riprodotte in facsimile con le correzioni dell’autore della cartellina contrassegnata come ‘Versione 5’ aulla quale alla fine Marquez scrisse le parole “Grande OK finale” (Gran OK final) che la famiglia dello scrittore ha venduto all’Harry Ransom Center dell’Università del Texas. Proprio il fatto che questi documenti fossero disponibili al pubblico ha spinto i figli a “tradire” Gabo, un modo per proteggere il suo lavoro ed evitare che il suo ultimo romanzo inedito vedesse la luce in copie piratate che non tenessero conto delle variazioni e delle correzioni che lo scrittore ha continuato ad apportare anche dopo che la malattia si era manifestata, fin quando gli è stato possibile sedersi di fronte al computer o dettare appunti alla sua assistente. ‘Ci vediamo in agosto’, scrivono ancora i figli di Marquez nella prefazione, è “il frutto del suo ultimo sforzo di continuare a creare contro ogni circostanza avversa. Il processo di scrittura è stato una gara tra il perfezionismo dell’artista e il venir meno delle sue facoltà mentali”. Un libro che i figli dello scrittore reputano di buon livello e che, concludono, “con un atto di tradimento abbiamo deciso di anteporre il piacere dei suoi lettori a tutte le altre considerazioni. Se loro lo apprezzeranno – concludono – e’ possibile che Gabo ci perdoni. Noi ci contiamo”. E i lettori apprezzano di sicuro. 

 

AGI – Nel Lazio sono state azzerate le addizionali Irpef per i redditi imponibili fino a 28 mila euro. Lo prevede la legge di variazione del bilancio 2024-26 della Regione Lazio approvato dal Consiglio regionale, presieduto da Antonello Aurigemma. Prevista anche una detrazione della stessa addizionale, pari a 60 euro, in favore dei soggetti con un reddito imponibile non superiore a 35mila euro. La legge di variazione al Bilancio prevede, inoltre, 10 articoli aggiuntivi, frutto di nove emendamenti presentati dall’assessore Giancarlo Righini e uno dal consigliere Massimiliano Valeriani, del Partito democratico. Confermato l’articolo due, che dispone un incremento di 40mila euro (da 20 a 60 mila) dello stanziamento previsto nel 2024 in favore del comune di Cassino per l’ottantesimo anniversario della battaglia di Cassino e dello sbarco anglo-americano ad Anzio. Inoltre, non troverà applicazione la maggiorazione dell’aliquota dell’Irap per gli enti del Terzo Settore iscritti al Registro unico nazionale (escluse le imprese sociali costituite in forma di società) che hanno un valore della produzione netta prodotto nel territorio regionale inferiore al milione di euro. Lo stanziamento complessivo per le misure fiscali ammonta a 136.985.000 euro nel 2024 (133,7 milioni per l’Irpef e 3,285 milioni per l’Irap), coperto con i 100 milioni di euro già iscritti nel bilancio regionale 2024-2026 (articolo 2 della Legge di Stabilità regionale 2024) e con 36.985.000 euro aggiuntivi, prelevati dal Fondo TPL del Comune di Roma, che l’assessore Righini si è impegnato a ripristinare appena possibile. 

 

Le misure fiscali entreranno in vigore dal primo gennaio 2025, frutto anche di un accordo raggiunto con i sindacati. 
“Questa variazione di bilancio riguarda la manovra fiscale che abbiamo anticipato rispetto alle scadenze, utilizzando questo veicolo legislativo, un grande successo che premia il lavoro svolto in questi mesi e dimostra anche che non c’era nessun pregiudizio a finanziare il fondo taglia tasse – ha spiegato l’assessore Righini -. Nello scorso esercizio finanziario non l’abbiamo potuto fare semplicemente perché non c’erano risorse siamo felici di esentare totalmente dell’addizionale regionale i cittadini del Lazio: una platea importante di oltre 1,2 milioni di cittadini non pagheranno l’addizionale regionale per i redditi fino a 28 mila euro. Mentre per i redditi sopra i 28 mila euro fino a 35 mila euro c’è un contributo di 60 euro che si va a sommare ai 260 euro che sono determinati dalla riforma fiscale del governo nazionale. Questo ci consente di raggiungere i 320 euro complessivi che era l’obiettivo per sterilizzare l’aumento pagato nell’anno precedente. Quindi, un risultato importante”.
“Oggi in Aula abbiamo ottenuto due importanti risultati: una prima vittoria nella battaglia iniziata già la scorsa estate e portata avanti insieme ai sindacati per ridurre la pressione fiscale sui cittadini del Lazio e la notizia che “a ore” – ha dichiarato il Gruppo del Partito Democratico del Consiglio regionale del Lazio – saranno sbloccati i fondi per le borse di studio destinate agli studenti vincitori del bando ma non ancora beneficiari. Non ci fermeremo perché non siamo ancora davvero soddisfatti né dell’entità degli interventi né della loro provvisorietà. Ma continueremo a fare la nostra parte con rigore e decisione”. 

 

Soddisfazione per l’azzeramento dell’addizionale regionale Irpef per i redditi fino a 28mila euro è stata espressa anche dai consiglieri regionali di Italia Viva. “Una misura taglia tasse sulla quale ci eravamo battuti già a dicembre scorso in sede di approvazione del bilancio 2024 e che andrà a beneficio di una platea di oltre 1,2 milioni di cittadini del Lazio – ha spiegato i consiglieri di Iv  Marietta Tidei e Luciano Nobili – per i redditi sopra i 28 mila euro e fino a 35 mila euro è stato invece previsto un contributo di 60 euro. Si tratta complessivamente di una mini riforma fiscale regionale che rappresenta un aiuto concreto per la maggior parte delle famiglie dei nostri territori, in particolare quelle in difficoltà a causa dei bassi redditi e di una congiuntura dei prezzi dei beni di prima necessità non particolarmente favorevole. Bene ha fatto la maggioranza ad accogliere le istanze in tal senso reiterate più volte da tutte le forze politiche di opposizione”. 

AGI – Una quarantina di studenti hanno impedito oggi un dibattito su ‘Il ruolo della cultura nel contesto di un Mediterraneo’ che era in programma a Napoli all’ateneo Federico II con il direttore di Repubblica, Maurizio Molinari.

 

Nella facoltà di Ingegneria a Fuorigrotta, infatti  ci sono state tensioni tra studenti e forze di polizia. Oggetto della contestazione, i rapporti di Israele con gli atenei italiani. Tra agenti in borgese e manifestanti ci sono stati anche spintoni. Affisso anche uno striscione che recitava “Fuori i sionisti dalle università”.

 

“Il direttore di Repubblica e il direttore di Repubblica e il rettore (Matteo) Lorito come possono parlare di Mediterraneo mentre si consuma nel cuore dello stesso un genocidio? Com’è possibile soprattutto invitare in questa situazione il direttore di una delle testate italiane dichiaratamente sioniste?  Noi chiediamo la rescissione di qualsiasi rapporto tra i nostri atenei e Israele”, rivendica una nota dei manifestanti.