Autore: admin1356

AGI – “Finché l’ultimo canta ancora” è il titolo del fumetto con cui Emergency racconta l’Afghanistan a distanza di oltre due anni dal ritiro delle forze internazionali e dalla presa di Kabul da parte dei talebani ad agosto 2021. Le voci protagoniste sono quelle degli afgani e delle afgane che lavorano nei Centri dell’ong nel Paese e dei pazienti che tutti i giorni vi entrano. I loro volti sono illustrati da La Tram (Margherita Tramutoli) e le loro storie sono raccontate da Francesca Romana Torre.

 

Il filo conduttore del fumetto è l’accesso alle cure in Afghanistan di cui Emergency ha raccontato nel suo report “Accesso alle cure in Afghanistan: la voce degli afgani in 10 province” pubblicato nel marzo 2023. L’analisi scatta una fotografia della situazione sanitaria nel Paese attraverso una ricerca condotta in 10 delle province afgane in cui l’ong opera e che ha coinvolto accompagnatori e pazienti delle strutture, staff sanitario di Emergency e degli ospedali pubblici del Paese.

 

 “Come stanno gli afgani?” È la domanda dalla quale nasce questo fumetto, ideato da Emergency e realizzato grazie ai fondi umanitari dell’Unione Europea.

In Afghanistan l’accesso alle cure per la popolazione è sempre stato un percorso fatto di ostacoli e numerose barriere, ma dal 2021 a oggi la situazione è peggiorata. A seguito della presa di Kabul e del cambio di governo le riserve internazionali dell’Afghanistan sono state congelate causando effetti disastrosi sull’economia locale. In un Paese che dipendeva da aiuti internazionali per il 75% della spesa pubblica, le possibilità di una vita dignitosa per la popolazione afgana sono drasticamente peggiorate a causa della carenza generale di servizi, tra cui le cure essenziali.  Nel 2024 saranno 23.7 milioni gli afgani in necessità di aiuti umanitari; 17.9 milioni di questi con bisogni sanitari gravi o estremi. Curarsi è troppo costoso; non ci sono ambulanze in caso di emergenza; le strutture sono inadeguate, sprovviste di personale specializzato, macchinari, elettricità e acqua, soprattutto nelle zone rurali.

 

 

Le donne, in particolare, sono il gruppo più vulnerabile.

Tanti sono i cambiamenti che in questi oltre due anni Emergency ha testimoniato dall’osservatorio dei suoi centri chirurgici a Kabul e Lashkar-gah, e del centro chirurgico e del centro di maternità ad Anabah, oltre che dei suoi 42 posti di primo soccorso e centri sanitari di base.

Ha visto mutare i bisogni sanitari degli afgani: i criteri di ammissione dei centri per vittime di guerra sono stati aperti anche al trauma civile.  Ha seguito con grande attenzione e apprensione le decisioni prese dal governo circa la sfera dei diritti delle donne, tra le quali il divieto di frequentare l’università e di lavorare con organizzazioni non governative, sia nazionali che internazionali.

 

Infine, ha testimoniato una fuga di cervelli e ha visto andarsene una generazione di specialisti, tra i quali anche quelli del settore sanitario.

Così nelle tavole illustrate da La Tram, a cui Torre regala una voce, Tahira studia in casa interrogata dal papà, Rahima si reca ogni giorno ad Anabah per lavorare nel Centro di maternità come infermiera mentre sogna di poter diventare una dottoressa. Khan dall’essere coinvolto nella gestione di mass casualty nel Centro chirurgico per vittime di guerra a Kabul, si trova a ricevere pazienti di incidenti stradali, mentre il suo collega Nasir lascia il Paese e si trasferisce in Europa.

 

Raccontiamo un cambiamento che nasce dal basso, dalla solidarietà tra individui, – spiegano Margherita Tramutoli e Francesca Romana Torre – nel confronto professionale e umano tra ostetriche e infermiere, nell’interazione tra le neo-mamme del Centro di maternità di Anabah. E ancora, come cambiano gli spazi del Centro chirurgico per vittime di guerra di Kabul e come si trasforma il concetto stesso di “emergenza”. Non sappiamo come sarà il futuro del Paese, ma abbiamo voluto fotografarne il presente con una storia fatta di piccole cose straordinarie, affiancata alla rappresentazione del tradizionale canto dei cardellini, metafora di un popolo che resiste nello spirito e che protegge la sua poesia spontanea tra l’enormità del contesto e la delicatezza del quotidiano.

 

Finché l’ultimo canta ancora” sarà presentato a Book Pride Milano 2024 domenica 10 marzo alle 17.30 in Sala Tokyo.