Autore: admin1356

AGI – Sempre meno nascite in Italia. E una lavoratrice su cinque esce dal mondo del lavoro dopo aver avuto un figlio. Nel 2023 abbiamo raggiunto un nuovo minimo storico in un Paese ormai stabilmente ferme sotto le 400mila unità, con un calo del 3,6% rispetto all’anno precedente. Le donne scelgono di non avere figli o ne hanno meno di quanti ne vorrebbero: nella popolazione femminile in età fertile, convenzionalmente definita tra i 15 ei 49 anni, il numero medio di figli per donna, infatti, è di 1,20, mostrando una flessione rispetto al 2022 (1,24). Molto lontano dal dato del 2010, quando il numero medio di figli per donna aveva raggiunto il massimo relativo registrato nell’ultimo ventennio, pari a 1,44. Secondo Save The Children che ha presentato il rapporto sulla Maternità in Italia, La contrazione della natalità che accompagna l’Italia da decenni, ormai coinvolge anche la componente straniera della popolazione (nel 2023 meno 3mila nati rispetto all’anno precedente).

 

L’Italia è anche il Paese europeo con la più alta età media delle donne al momento della nascita del primo figlio (31,6 anni), con una percentuale rilevante di primi nati da mamme over 40 (8,9%, tasso inferiore solo a quello della Spagna). L’età media delle madri al parto rimane quasi invariata rispetto all’anno precedente (32,5 anni nel 2023 e 32,4 nel 2022). Il rapporto di Save the Children dal titolo “Le Equilibriste, la maternità in Italia” diffuso oggi a pochi giorni dalla Festa della Mamma, traccia un bilancio delle infinite sfide che le donne in Italia devono affrontare quando scelgono di diventare mamme. Come ogni anno, lo studio include anche l’Indice delle Madri, elaborato dall’Istat per Save the Children, una classifica delle Regioni italiane dove per le mamme è più facile vivere. Anche quest’anno, l’Indice indica la Provincia Autonoma di Bolzano a guidare i territori amici delle madri, seguita da Emilia-Romagna e Toscana, mentre fanalino di coda risulta la Basilicata, preceduta in fondo alla classifica, da Campania e Sicilia.

 

Se il rinvio della maternità e la bassa fecondità sono frutto di numerose concause, i dati rivelano che più aumenta la partecipazione delle donne al mercato del lavoro, più aumenta il tasso di fecondità. Un elemento da tenere in debita considerazione, in un mercato del lavoro che sconta ancora un gap di genere fortissimo. Dai dati del Rapporto di Save the Children, emerge che in Italia il tasso di occupazione femminile (età 15-64 anni) è stato del 52,5% nel 2023, un valore più basso della media dell’Unione Europea (65,8%) di ben 13 punti percentuali. La differenza tra il tasso di occupazione degli uomini e delle donne nel nostro Paese, nello stesso anno, era di 17,9 punti percentuali, ben più marcata rispetto alle differenze osservate a livello EU27 (9,4 punti percentuali) e seconda, di pochissimo, solo alla Grecia, dove la differenza è di 18 punti percentuali.

 

Per le donne, il tema del bilanciamento tra lavoro e famiglia rimane critico per chi nella propria famiglia svolge un lavoro di cura non retribuito. Una spia delle difficoltà che le madri affrontano nel conciliare impegni familiari e lavorativi è rappresentata dal numero di donne occupate di età compresa tra i 25 e i 54 anni: a fronte di un tasso di occupazione femminile del 63,8%, le donne senza figli che lavorano raggiungono il 68,7%, mentre solo poco più della metà di quelle con due o più figli minori ha un impiego (57,8%). Al contrario, per gli uomini della stessa età, il tasso di occupazione totale è dell’83,7%, con una variazione che va dal 77,3% per coloro senza figli, fino al 91,3% per chi ha un figlio minore e al 91,6% per chi ne ha due o più.

 

Tante le disparità territoriali: al Sud d’Italia per le donne, l’occupazione si ferma al 48,9% per coloro senza figli (sono il 79,8% al nord e 74,4% al centro) e scende al 42% in presenza di figli minori arrivando al 40% per le donne con due o più figli minori (al nord sono il 73,2% e al centro 68,3%). Medesime disparità si notano anche per gli uomini, anche se con valori diversi: nel meridione gli uomini senza figli occupati arrivano al 61,5%, (sono 86,7% al Nord e 81,3%, al Centro), mentre quelli con figli minori raggiungono l’82,8% (96,7% al Nord e 94,5% al Centro).

 

È evidente come la nascita di un figlio influisca sulla disparità di genere nel mondo del lavoro. A dimettersi sono principalmente le madri, al primo figlio ed entro il suo primo anno di vita. Nel corso del 2022, infatti, sono state effettuate complessivamente 61.391 convalide di dimissioni volontarie per genitori di figli in età 0-3 in tutto il territorio nazionale, in crescita del 17,1% rispetto all’anno precedente. Il 72,8% del totale (pari a 44.699) riguarda donne, mentre il 27,2% riguarda uomini (pari a16.692), con una crescita maggiore di quelle femminili rispetto all’anno precedente. Anche quest’anno nelle motivazioni tra uomini e donne per le convalide, emerge una differenza significativa. Per le donne, infatti, quella principale è la difficoltà nel conciliare lavoro e cura del bambino/a: il 41,7% ha attribuito questa difficoltà alla mancanza di servizi di assistenza, mentre il 21,9% ha indicato problematiche legate all’organizzazione del lavoro.

 

Complessivamente, le sfide legate alla cura rappresentano il 63,6% di tutte le motivazioni di convalida fornite dalle lavoratrici madri. Per gli uomini, invece, la motivazione predominante è di natura professionale: il 78,9% ha dichiarato che la fine del rapporto di lavoro è stata dovuta a un cambio di azienda e solo il 7,1% ha riportato esigenze di cura dei figli. Tra le regioni più “amiche delle mamme”, spiccano ai primi posti dell’Indice generale la Provincia Autonoma di Bolzano (115,255), l’Emilia-Romagna (110,530), rispettivamente nella prima e nella seconda posizione dell’elenco. Subito dietro la Toscana, che rispetto alla scorsa edizione guadagna una posizione (109,239) e si attesta al terzo posto.

 

Sebbene rispetto all’anno precedente, la situazione italiana sia migliorata sia da un punto di vista assoluto, che da un punto di vista di gap territoriale, le regioni del Mezzogiorno, continuano a posizionarsi tutte al di sotto del valore di riferimento italiano, con alcune particolarmente lontane dalla quota 100. Calabria (92,671), Puglia (92,085), Sicilia (91,050), Campania (89,474) e Basilicata (87,441), fanalino di coda, occupano gli ultimi posti dell’Indice generale senza quasi stravolgimenti rispetto alla scorsa edizione, con uno scambio di posizioni tra la Puglia (18 ) che perde una posizione e la Calabria (17 ) che la guadagna. Relegate in fondo all’Indice, queste regioni più di altre, scontano i mancati investimenti sul territorio che si traducono in una carenza strutturale di servizi e lavoro. Tra le Regioni che più sono migliorate rispetto all’anno precedente, il Lazio che passa dal 13 all’8 posto guadagnando 5 posizioni e la Lombardia che dall’8 si attesta al 4 .

 

Le Marche (102,488), il Piemonte (100,979), l’Abruzzo (100,504) e la Liguria (100,321), occupano i primi posti nell’area Lavoro. Regioni dove, per le madri il mondo del lavoro, appunto, è più accessibile e dove il numero di dimissioni o quello delle riduzioni di orario di lavoro non volontarie dopo la nascita di uno o più figli sono più bassi. Di contro, la Puglia (84,667), la Provincia Autonoma di Trento (84,356), la Sicilia (81,567) e la Campania (81,535) sono quelle meno virtuose, occupando rispettivamente dalla diciottesima all’ultima posizione. Dai dati emerge inoltre che in Italia, mentre il lavoro a tempo pieno è più comune tra gli uomini rispetto alle donne, accade l’opposto per il lavoro part-time. In generale nel nostro Paese solo il 6,6% degli uomini che lavora, lo fa a tempo parziale, rispetto al 31,3% delle lavoratrici, che per la metà dei casi (15,4%) subisce un part-time involontario.

 

Tra coloro che hanno figli, aumenta notevolmente la percentuale di donne impiegate a tempo parziale (36,7%) rispetto a quelle senza figli (23,5%). Tra gli uomini, invece, si passa dall’8,7% per chi non ha figli al 4,6% per i padri. Uscendo dall’Italia, emerge che dal 2000 a oggi, la Francia è l’unico Paese europeo rimasto stabilmente vicino alla soglia di due figli per donna, benchè dal 2015 il Paese abbia visto gradualmente scendere il suo tasso di fecondità, con un’eccezione tra il 2020 e il 2021 quando il numero medio di figli per donna è tornato a crescere, e nel 2022 si attesta su 1,79 figli per donna. Il suo approccio è incentrato su un articolato sistema di sostegno finanziario alle famiglie e sulla garanzia di accesso a servizi per l’infanzia di qualità e tarati su diverse esigenze familiari. La Finlandia, pur avendo registrato una flessione nell’andamento demografico nel corso del 2022, ha sperimentato tra il 2019 e il 2021 una netta ripresa del tasso di natalità.

 

Il Paese ha adottato nel 2022 una delle riforme sul congedo più innovative d’Europa, che prevede l’allocazione simmetrica delle quote di congedo per ciascun genitore, con la possibilità di trasferire parte della quota all’altro genitore, un congedo parentale complessivamente più lungo e una maggiore flessibilità nell’utilizzo. L’accesso ai servizi per la prima infanzia è inoltre garantito a una percentuale di bambini molto elevata, soprattutto nella fascia tra i 2 e i 3 anni (69,6%). In Germania il tasso di fecondità è aumentato tra il 2020 e il 2021, ma ha avuto un drastico calo di nuovo nel 2022, passando da 1,58 a 1,46 figli per donna. Qui, oltre al supporto economico per i figli e la possibilità di usufruire di un congedo parentale part-time mentre si lavora per il resto del tempo compensando così la perdita di reddito al 67%, i bambini a partire da 1 anno di età hanno diritto a un posto in un asilo nido o in un servizio simile.

 

Infine, la Repubblica Ceca dal 2011 ha progressivamente aumentato il tasso di fecondità, fino ad arrivare a 1,83 figli per donna nel 2021; nel 2022 come e più che negli altri Paesi europei, anche qui il tasso è tornato a scendere. Il Paese, con un tasso di partecipazione ai servizi per l’infanzia 0-2 anni del 6% nel 2020, ha privilegiato un modello di cura tradizionale, favorendo lunghi periodi di astensione dal lavoro delle madri. Nel frattempo, l’Italia registrava tassi di fecondità costantemente sotto 1.5 con una flessione iniziata nel 2007 e mai interrotta (se non per 1 punto decimale tra il 2020 e il 2021).

AGI – 
In occasione del Salone del Libro di Torino 2024, in corso da giovedì 9 a lunedì 13 maggio, Panini Comics propone una ricca selezione di titoli legati al mondo Disney assolutamente da non perdere, con protagonisti i personaggi più amati. Inoltre, a Torino tanti momenti per conoscere gli autori, sia in area signing per i firmacopie che durante le conferenze. Il programma completo degli appuntamenti al Salone del Libro di Torino è disponibile sui canali social ufficiali @TopolinoMagazine e @paninicomics. 

 

A proposito dei contenuti esclusivi si parte con la cover variant con effetto “vernice dorata” del numero 3572 di Topolino, disponibile in anteprima al Salone del Libro e poi (da mercoledì 15 maggio) in fumetteria e su Panini.it.  Nata dalla matita di Paolo Mottura, questa speciale copertina è un omaggio a Pippo Holmes, il nuovo e stravagante personaggio ispirato a Sherlock Holmes presentato in questo imperdibile numero del settimanale con la storia in due tempi Pippo Holmes: una salsa in rosso, sceneggiata da Bruno Enna e disegnata dallo stesso Mottura. In fiera, anche la versione regular (disponibile da mercoledì 8 maggio in edicola, fumetteria e su panini.it) che celebra il campione italiano di tennis Jannik Sinner con Zio Paperone e il coach inconsueto, storia con protagonista la versione paperizzata dell’atleta Quacknik Spinner, scritta da Roberto Gagnor e disegnata da Alessandro Perina. I due autori, inoltre, saranno al centro dell’incontro Campioni con il becco: da mito dello sport a personaggio di Topolino, sabato 11 maggio alle ore 12:00, insieme a Davide Catenacci (caporedattore comics di Topolino) e Alberto Infelise.

 

 

 

 

In anteprima assoluta al Salone anche il TopoLibro Sherlock Holmes raccontato da Topolino, disponibile in edicola, fumetteria e su Panini.it a partire da mercoledì 29 maggio. Il volume, con la prefazione di Marco Malvaldi, autore dei Romanzi del BarLume, omaggia Sir Arthur Conan Doyle raccogliendo le migliori storie ispirate alla letteratura del mistero, con protagonisti, tra gli altri, Topolino, Daisy Holmes e Fantomius. Un appuntamento da non perdere per gli appassionati dei grandi classici, che prosegue con l’incontro La grande letteratura raccontata da Topolino, alla scoperta di Pippo Holmes, domenica 12 maggio alle 10:30 con lo sceneggiatore Alessandro Sisti, Paolo Mottura e Serena Colombo (coordinatrice editoriale Panini Comics).

 

A proposito di letteratura arriva anche Sandopaper: storie a fumetti ispirate ai romanzi di Emilio Salgari, un volume unico, con prefazione di Alessandro Sisti, arricchito da un rivestimento telato con dettagli in oro, che raccoglie i due capolavori parodia delle avventure nella Giungla Nera firmati da Giovan Battista Carpi: Sandopaper e la perla di Labuan e La due tigri, che vedono Paperino nei panni della Tigre della Malesia, Paperina come Paperanna, Qui, Quo e Qua come Paperotti di Mompracem.

 

Tra i classici Amleto: storie a fumetti ispirate a William Shakespeare, omaggio disneyano alle opere del Bardo a 460 anni dalla sua nascita. Un prezioso volume telato, con dettagli in oro e approfondimenti inediti, che racchiude: Il principe Duckleto, Paperon Bisbeticus Domatus, L’amorosa istoria di Paperomeo e Gioietta Paperina, Paperino Otello, Paperino il papero di una notte di mezza estate.

 

Tra i volumi in anteprima si prosegue con L’antologia di Blue Peaks Valley, raccolta delle sei avventure firmate da Corrado Mastantuono che raccontano la nascita del glorioso giornale Papersera – dai volantini alle prime pubblicazioni – intrecciando le storie dei personaggi della “Frontiera” (il minatore, il falegname, il cercatore d’oro, il commerciante, il barbiere, il giornalista) con quella del giovane Paperone, pioniere del Klondike. A completare il volume interviste, curiosità e sketchbook.

 

Immancabile la proposta fantasy con Fuga da Ducktopia, il terzo capitolo della meravigliosa saga sceneggiata da Francesco Artibani e Licia Troisi, per i disegni di Francesco D’Ippolito, qui proposta in formato cartonato con tanti extra inediti. Un’avventura ricca di colpi di scena che vede Topolino e compagni alle prese con Gambadilegno, intrappolato in una dimensione parallela. Francesco D’Ippolito sarà protagonista, sabato 11 maggio alle ore 10:45, di una sessione di laboratorio di fumetto.

 

Tra le novità presentate al Salone, Battista Maggiardomo Esistenzialista. In questo album l’efficiente tuttofare del Deposito diventa un saggio dispensatore di massime filosofiche. 18 storie brevi frutto della collaborazione tra lo sceneggiatore Roberto Gagnor e lo scrittore Simone Tempia, con la prefazione a cura di Marco M. Lupoi. Gagnor, Tempia e Lupoi presenzieranno all’incontro Da Vita con Lloyd a Battista maggiordomo esistenzialista, venerdì 10 maggio alle ore 17:15.

 

Non è finita qui: La storia vista da Topolino raccoglie l’intera saga scritta da Giorgio Pezzin che attraversa nove grandi tappe della storia dell’umanità, da Cnosso alle piramidi, dagli antichi romani ai vichinghi. Storie in costume, tra avventura, mitologia e scienza, in un mix che appassiona e insegna, anche grazie ai disegni dettagliati di Paolo Mottura e Marco Palazzi e alle pagine di approfondimento.

 

Le Carte d’autore Disney è l’esclusivo volume che raccoglie tutti i bozzetti e gli artwork delle Carte da gioco d’Autore uscite con Topolino negli ultimi anni, con sketchbook e commenti degli autori (Paolo Mottura, Marco Rota, Fabio Celoni, Blasco Pisapia, Silvia Ziche e Corrado Mastantuono). Le carte saranno anche al centro della conferenza Le carte da gioco d’autore di Topolino che si terrà sabato 11 maggio alle 15:30, con Alex Bertani, Mastantuono e Mottura.

 

Tra le novità editoriali arrivano anche i due volumi che raccolgono la saga completa di W.I.T.C.H., il manga ispirato alla serie italiana di culto. Alle versioni regular si aggiungono anche le versioni variant illustrate da Giada Perissinotto, con i colori di Laura Guglielmo per il volume 1 e di Giulia Adragna per il volume 2.

 

Infine, tra gli incontri previsti al Salone del Libro, domenica 12 maggio dalle ore 12:00, gli appassionati di disegno potranno prendere lezione dai maestri Sisti e Mottura al laboratorio di fumetto 90 anni di emozioni con Paperino – Come nasce una storia a fumetti di Topolino.

 

 

AGI – E’ morta all’eta’ di 87 anni Giovanna Marini, cantautrice e ricercatrice etnomusicale e folklorista italiana. La sua attivita’ multiforme ne ha fatta una delle figure piu’ importanti nello studio, nella ricerca e nell’esecuzione della tradizione musicale popolare italiana, ma e’ autrice anche di canzoni e cantate di propria composizione. Marini nasce a Roma da una famiglia di musicisti. Nel 1959 si diploma in chitarra classica presso il conservatorio di Santa Cecilia a Roma, perfezionando gli studi e la pratica con il massimo chitarrista classico allora vivente, lo spagnolo Andre’s Segovia. Contemporaneamente si dedica allo studio ed alla pratica di strumenti a corda antichi, come il liuto.

 

E’ all’inizio degli anni Sessanta che Marini fa la conoscenza personale con i maggiori intellettuali e studiosi della tradizione popolare italiana, tra i quali spiccano Pier Paolo Pasolini (il cui incontro verra’ narrato dalla stessa Marini in una registrazione dal vivo, che resta una delle migliori descrizioni del carattere e del modo di fare di Pasolini), Italo Calvino (a sua volta anche autore di testi di canzoni per Cantacronache), Roberto Leydi, Gianni Bosio, Diego Carpitella, Alberto Mario Cirese, Cesare Bermani, Giulio Angioni e Alessandro Portelli.

 

Ma e’ la scoperta del canto sociale, o di quella che, con una definizione risalente probabilmente a Giovanna Marini stessa (o anche ad Alberto Mario Cirese, con il suo Tradizioni orali non cantate si comincia a definire come storia orale cantata, nel senso di registrazione popolare degli avvenimenti storici mediante lo strumento privilegiato della canzone di composizione anonima e di circolazione orale, ancora attiva nell’Italia degli anni sessanta e in una societa’ che pur si stava trasformando da prettamente rurale in urbano-industriale.

AGI – Sarà l’attrice francese Isabelle Huppert (‘Elle’, ‘La pianista’, ‘La cèrèmonie’) a presiedere la giuria internazionale del Concorso della 81esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia (28 agosto – 7 settembre 2024), che assegnerà il Leone d’oro per il miglior film e gli altri premi ufficiali. La decisione è stata presa dal Cda della Biennale, che ha fatto propria la proposta del direttore artistico del settore cinema Alberto Barbera.

Isabelle Huppert – si legge in una nota – nell’accettare la proposta ha dichiarato: “È una lunga e meravigliosa storia quella che mi lega alla Mostra di Venezia. Diventarne una spettatrice privilegiata è un onore. Oggi più che mai il cinema è una promessa. La promessa di evadere, di sconvolgerci, di sorprendere, di guardare il mondo in faccia, uniti nella diversità dei nostri gusti e delle nostre idee.” Alberto Barbera ha dichiarato in una nota: “Isabelle Huppert è un’immensa attrice, esigente, curiosa e di grande generosità. Musa di numerosi grandi cineasti, non si è mai neppure sottratta all’invito di giovani o meno famosi registi che hanno visto in lei l’interprete ideale delle loro storie. La sua enorme disponibilità a mettersi costantemente in gioco, segno della sua non comune intelligenza, unitamente alla capacità di guardare al cinema al di la’ dei confini geografici e mentali, ne fanno un ideale Presidente di Giuria in un festival aperto al mondo intero quale è la Mostra del Cinema di Venezia. Le siamo molto grati per aver accettato l’incarico, consapevoli dei numerosi impegni al cinema e in teatro cui deve far fronte nei prossimi mesi”.

La Giuria internazionale di Venezia 81 sarà composta complessivamente da un massimo di 9 personalità del cinema e della cultura di diversi Paesi, ed è chiamata a scegliere i lungometraggi in Concorso ai quali saranno assegnati i seguenti premi ufficiali: – Leone d’oro per il miglior film – Leone d’argento – Gran Premio della Giuria – Leone d’argento – Premio per la migliore regia – Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile – Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile – Premio per la migliore sceneggiatura – Premio Speciale della Giuria – Premio Marcello Mastroianni a un giovane attore o attrice emergente. La premiazione avrà luogo nella serata conclusiva (7 settembre 2024).

Il curriculum artistico di Isabelle Huppert: Nel 1978 vince il Premio per la migliore attrice a Cannes per il film ‘Violette Nozière’ di Claude Chabrol. Con lo stesso regista ha lavorato in altri sette film e ha ottenuto due Coppe Volpi alla Mostra di Venezia con ‘Un affare di donne’ (1988) e ‘La cèrémonie – Il buio nella mente (1995’). Per quest’ultimo ha anche ottenuto il suo primo Cèsar per la migliore attrice.

Nel 2001 ha vinto il suo secondo Premio per la migliore attrice a Cannes per ‘La pianista’ di Michael Haneke. Nel 2005 le è stato assegnato a Venezia un Leone d’oro speciale per il complesso dell’opera per Gabrielle di Patrice Chèreau. Nel 2017 ha ottenuto la candidatura all’Oscar come attrice protagonista per ‘Elle’ di Paul Verhoeven, per il quale ha vinto un Golden Globe e un Indipendent Spirit Award. Nel 2022 le è stato assegnato l’Orso d’oro alla carriera al Festival di Berlino.