Autore: admin1356

AGI – “La guerra sta uccidendo anche la dignità umana, le persone ormai sono ridotte a vivere come animali, se non peggio. Mi chiedo perché tanta crudeltà. E il mondo resta in silenzio”. Da Gaza si alza la voce di suor Nabila Saleh che ringrazia Papa Francesco per l’ennesimo accorato appello per la fine della guerra. Al Sir la religiosa fa il punto sulla situazione all’interno della Striscia. “È possibile che non ci sia nessuno in grado di fermare questa crudeltà continua verso civili innocenti? Dove sono oggi coloro che si riempiono sempre la bocca di diritti umani e di giustizia Il silenzio del mondo è assordante – afferma la religiosa delle Suore del Rosario di Gerusalemme, che dall’inizio della guerra tra Hamas e Israele si trova nella parrocchia della Sacra Famiglia -. Il solo che ha il coraggio di alzare la voce contro la guerra, contro tutte le guerre, è Papa Francesco”. La vicinanza del Pontefice ai cristiani di Gaza è pressoché continua: “Telefona ogni giorno al vicario parrocchiale padre Youssef Assad, ci rassicura e ci dice che prega per noi e anche noi preghiamo per lui – ribadisce suor Nabila -. Noi possiamo solo pregare per implorare la fine della guerra e la liberazione degli ostaggi. E lo facciamo tutti i giorni”.

 

 

“Nella parrocchia latina, qui nel quartiere di Al Zeitoun di Gaza City, la situazione è apparentemente calma. Sentiamo sparare ma non nelle nostre vicinanze” afferma la religiosa sottolineando comunque che la situazione in tutto il nord della Striscia resta grave. “Qui nel nord di Gaza arrivano pochi convogli umanitari – conferma -. Sappiamo che diversi Paesi (Giordania, Egitto, Emirati Arabi Uniti e anche gli Usa, ndr.) stanno paracadutando aiuti alimentari lungo la costa ma avvicinarsi può essere pericoloso. Il rischio è di essere colpiti. A Gaza oggi si può morire anche per un pacco di farina. Pensiamo a ciò che è accaduto nei giorni scorsi: oltre 100 morti tra la gente che cercava di prendere gli aiuti trasportati dai camion”.

 

“Qui a Gaza City, al nord, non c’è molto da poter acquistare in qualche mercato improvvisato. Quel poco che si trova – spiega suor Nabila – ha dei prezzi cosi’ alti che nessuno puo’ permettersi di comprare. C’e’ chi ha venduto tutto cio’ che aveva per racimolare del denaro per poter, non vivere, ma sopravvivere. Oramai la gente mangia tutto cio’ che trova, anche foraggio e cibo per animali”. “A pagare questa guerra e’ la povera gente innocente, la popolazione civile, non altri” denuncia la suora. “La sofferenza e’ sulle spalle di donne, bambini, malati, anziani, disabili, padri di famiglia. Tutti hanno perso tutto, non c’è una famiglia, una persona che non abbia perso la propria casa, i suoi familiari, il lavoro, il negozio, l’attivita’. Non abbiamo piu’ nulla. In una parola: abbiamo perso il futuro”.

 

“Cosa faremo? Chi ricostruirà? Cosa sarà di tutta questa povera gente?”. Domande, queste di suor Nabila, destinate a restare senza risposta. “Tutti vogliono andare via, ma dove, nessuno vuole aprire le proprie frontiere. I bambini ci dicono che vogliono ritornare alla loro vita normale, a scuola, a casa, ma non sanno che fuori la parrocchia non c’è più nulla, ci sono solo macerie. La parrocchia è diventata per loro e per noi tutti, la nostra casa, la nostra chiesa e il nostro cimitero. Se dobbiamo morire moriremo qui nella nostra chiesa”.  

 

AGI – Markus Raffl, sciatore di 16 anni è morto in Alto Adige travolto da una valanga mentre praticava il fuoripista nella zona di Plan in Passiria. L’incidente si è verificato nel pomeriggio di ieri. Il giovane aveva intrapreso l’escursione in solitaria. A lanciare all’allarme sono stati i familiari nella serata di ieri a seguito del mancato rientro del figlio. Il corpo senza vita del sedicenne è stato ritrovato nella tarda serata di ieri. 

 

Markus era originario di Moso in Passiria. Stando ad una prima ricostruzione dell’accaduto il giovane ieri sarebbe salito in quota con l’ultima cabinovia del Karjoch prima che venisse chiusa per pericolo valanghe per poi scendere in fuoripista in solitaria. In quella zona, a seguito delle forti nevicate dei giorni scorsi, il pericolo valanghe è ‘marcato’ di grado 3 con un massimo di 5. I familiari non vedendo il figlio rientrare a casa alle ore 19,30 hanno allertato le squadre di soccorso che lo hanno ritrovato morto circa due ore dopo sepolto dalla neve. Il sedicenne è la seconda vittima in pochi giorni a seguito delle valanghe: solo quattro giorni fa un giovane scialpinista era morto sul versante opposto dell’incidente di ieri, a Racines.

AGI –  Si allarga l’inchiesta della procura di Perugia sul presunto dossieraggio ai danni di politici e vip. Regista dell’operazione di spionaggio un luogotenente della Guardia di Finanza: Pasquale Striano. Il militare, in servizio alla Procura Nazionale Antimafia, è accusato di almeno 800 accessi abusivi alle banche dati tributarie, antiriciclaggio e dell’antimafia con il solo scopo di reperire informazioni. Ma cosa faceva il militare delle informazioni acquisite? Al momento non è stata trovata la pistola fumante: i dossier su personalità delle istituzioni o politici sono dunque solo un’ipotesi.

 

Certo è che sono 15 le persone attualmente indagate: il sostituto procuratore della Dna Antonio Laudati, tre giornalisti de “Il Domani” e altre persone che avrebbero sollecitato la richiesta di informazioni. I tre giornalisti indagati, anche se non hanno ricevuto nessun avviso di garanzia, sono Giovanni Tizian, Stefano Vergine e Nello Trocchia, componenti del pool inchieste del quotidiano guidato da Emiliano Fittipaldi che oggi firma un editoriale dal titolo “Un pericoloso attacco alla libertà di stampa” dove sostiene “secondo i pm guidati da Raffaele Cantone realizzare inchieste giornalistiche con l’ausilio di carte vere ottenute da fonti giudiziarie è reato: per le fughe di notizie i giornalisti di Domani rischiano ora fino a cinque anni di carcere”.

 

A far partire le indagini è stato un esposto presentato dal ministro della Difesa, Guido Crosetto alla procura di Roma a seguito di un articolo pubblicato proprio su “Il Domani” sui compensi ricevuti per le consulenze svolte, in passato, per la società Leonardo. La fuga di informazioni non ha riguardato solo il ministro, ma anche altri politici e i pm umbri, competenti per materia, vogliono capire se queste notizie siano state usate solo per fini giornalistici o anche per altre utilità.

 

E tra gli ‘spiati’, oltre al ministro Crosetto, ci sarebbero il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, Marina Elvira Calderone, Gilberto Pichetto Fratin e Adolfo Urso insieme a Marta Fascina, parlamentare e compagna di Silvio Berlusconi, gli ex presidenti del Consiglio Giuseppe Conte e Matteo Renzi, i sottosegretari Andrea Delmastro e Giovanbattista Fazzolari, ma anche Fedez, Cristiano Ronaldo e Massimiliano Allegri. 

 

Melillo e Cantone chiedono audizione a Csm, Antimafia e Copasir

 “Consideriamo doveroso richiedere di valutare, con l’urgenza del caso, l’opportunità di disporre l’audizione degli scriventi al fine di rendere, nei limiti e secondo le forme consentite dalla legge, le informazioni sulle vicende relative al cd. dossieraggio di esponenti politici e del mondo economico necessarie alle valutazioni riservate a ciascuna di codeste Istituzioni”. È il testo della lettera con cui il Procuratore nazionale Antimafia, Giovanni Melillo, e il Procuratore della Repubblica di Perugia, Raffaele Cantone, chiedono al Consiglio Superiore della Magistratura, al Presidente della Commissione parlamentare Antimafia e al Presidente del Copasir, di essere auditi, nell’ambito dell’inchiesta sul dossieraggio di politici, ministri e vip.

 

Salvini: “Una vergogna di stampo sovietico”

“Una vergogna di stampo sovietico”. È come il vicepremier Matteo Salvini, ha definito l’inchiesta sul dossieraggio ai vip, parlando questa mattina a Genova all’avvio dei cantieri del Tunnel subportuale. Il vicepremier ha definito “vergognose le ricostruzioni che danno pezzi di Stato che lavorano contro altri pezzi di Stato, ascoltando, spiando, dossierando, anche qualcuno che è seduto qui in sala” ha fatto notare Salvini, riferendosi al governatore ligure Giovanni Toti, che sarebbe tra i politici finiti tra le carte dei dossier.

 

Renzi, spiare avversari è roba da dittatura sudamericana

 “A proposito di rapporti tra mondo dell’informazione e giustizia, emergono particolari preoccupanti su un presunto dossieraggio ai danni di avversari politici. Quello che mi colpisce è che io denunciai subito quello che avvenne a me nel novembre 2019 ma la Procura di Firenze – stranamente – archiviò la mia denuncia. Oggi invece si scopre che c’era un sistema perverso: ho spiegato al Tg1 ieri che spiare i cittadini è illegale, spiare gli avversari politici è roba da dittatura sudamericana”. Lo scrive il leader di Iv, Matteo Renzi, nella Enews.

 

Donzelli, chiarire chi sono i mandanti

 Dell’inchiesta “non posso parlare da esponente del Copasir, ma da parlamentare sono profondamente indignato da questi dossieraggi: è una roba indecente, che mina la democrazia”. Lo dice, intervistato da La Stampa, il deputato e responsabile Organizzazione di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli.
“Non ci si può fermare ai funzionari infedeli nella Guardia di finanza o in procura, bisogna chiarire chi sono i mandanti, a partire da chi ha pubblicato quella spazzatura. Guarda caso, solo il materiale utile ad attaccare esponenti di centro destra”, sottolinea. 

Foti, silenzio assordante da sinistra

La parte “politicamente rilevante della vicenda” degli accessi abusivi alla banca dati della Direzione nazionale antimafia “è quella dei mandanti”. A dirlo, intervistato dal Corriere della Sera, Tommaso Foti, uno dei politici “spiati”, capogruppo di FdI alla Camera.
“Gran parte delle persone scrutate appartengono al centrodestra – rileva – e l’attività è stata serrata prima delle elezioni e prima della costituzione del governo”.
Il M5S ha fatto sapere che tra gli ‘scrutati’ c’era Giuseppe Conte…”Non lo so – la risposta di Foti – devo dire che su questa vicenda assai preoccupante cè stato un silenzio assordante da sinistra. Mi chiedo: cosa avrebbero detto se queste attività avessero visto coinvolte persone appartenenti in prevalenza alla sinistra”. E se il procuratore antimafia e quello di Perugia hanno chiesto di essere sentiti dal Copasir, dal Csm e dalla commissione Antimafia “significa probabilmente che c’è più di quel che sappiamo”.
“Sono vicende che non avrebbe mai dovuto verificarsi. Mi pare comunque chiaro che l’obiettivo fosse quello di spiare la vita di personalità del mondo politico, e non solo. L’intento evidente è quello di utilizzare tali informazioni in modo opaco”.
Quanto ai giornalisti, “in ogni attività, gli atti devono essere guidati dalla deontologia. Ma qui, i limiti della deontologia mi pare siano superati del tutto”, conclude Foti.

AGI- La vicenda della bambina di dieci anni arrivata in classe con il volto coperto dal niqab è praticamente conclusa. La maestra ha infatti chiesto e ottenuto che la piccola tornasse in classe a volto scoperto, come di fatto e’ poi avvenuto. Lo riporta il Messaggero Veneto oggi in edicola. A scuola saranno svolti accertamenti sul caso e sono stati informati i dirigenti scolastici degli istituti comprensivi della città che da anni lavorano per l’integrazione dei bambini e per il rispetto dei diritti dell’infanzia.

 

Se Pordenone continua ad avere un tasso di immigrazione elevato (attorno al 15 per cento), che si riflette sulla composizione delle classi, episodi simili non hanno precedenti. Negli anni passati invece è capitato che insegnanti e dirigenti del territorio segnalassero partenze sospette di giovani allieve, nell’ambito del fenomeno delle spose bambine, altro fenomeno molto difficile da prevenire. 

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