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AGI – Nuova strage nel Mediterraneo. I 25 migranti soccorsi ieri al largo della Libia da Ocean Viking di Sos Mediterranee hanno riferito che almeno 60 persone sono morte, tra cui donne e almeno un bambino: “Sono partiti da Zawiya – riporta la ong – 7 giorni prima di essere salvati. Il motore si è rotto dopo 3 giorni, lasciando la barca alla deriva senza acqua e cibo. I sopravvissuti dicono che almeno 60 persone sono morte durante il viaggio, tra cui donne e almeno un bambino”. Dopo il salvataggio delle persone in condizioni di salute precarie, è stata effettuata un’evacuazione medica con la Guardia costiera italiana. Si tratta di “due persone svenute che le nostre squadre non sono riuscite a rianimare sono state trasportate in Sicilia in elicottero”, aggiunge Sos Mediterranee.

 

 

“Siamo profondamente turbati dalla notizia di un naufragio nel Mediterraneo centrale. Ocean Viking ha riferito di aver salvato 25 persone che avevano lasciato Zawya, in Libia, una settimana fa, mentre altre 60 circa sono ancora disperse. È necessaria un’azione urgente per rafforzare i pattugliamenti marittimi e prevenire ulteriori tragedie”. Lo afferma Oim, Organizzazione internazionale dell’immigrazione, agenzia dell’Onu. 

I nuovi arrivi a Lampedusa

Nuovi sbarchi di migranti a Lampedusa dopo i 107 arrivati nella notte: in 207 sono stati soccorsi da capitaneria di porto e guardia di finanza. Un primo gruppo, composto da 45 tunisini e siriani, è stato agganciato mentre navigava su un barcone di 8 metri. A bordo pure quattro donne e sei minori. Ai soccorritori hanno dichiarato di essere partiti da Chebba, in Tunisia. Il secondo, con altre 45 persone di nazionalità bengalese, pakistana, eritrea e sudanese, è partito invece da Zuara, in Libia. Stesso punto di partenza dal quale hanno iniziato il viaggio gli ultimi 127 arrivati, fra cui tre donne e due minori. Sarebbero, secondo quanto dichiarato, sudanesi, marocchini, bengalesi, pakistani, siriani, egiziani e indiani. Tutti sono stati portati all’hotspot di contrada Imbriacola dove gli ospiti sono adesso 324. 

 

 

 

AGI – Ulteriore stretta per prevenire i rischi legati alla diffusione del virus Dengue in Italia. Il Direttore della Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria del Ministero Salute, Francesco Vaia, a integrazione della circolare del 14 febbraio 2024, ha firmato oggi una ulteriore circolare sulle Misure di vigilanza sanitaria nei confronti del virus.

“In Italia non c’è alcun allarme Dengue – premette Vaia – come ha già ribadito il Ministro Orazio Schillaci. Abbiamo il dovere di prevenire ed evitare quindi che l’Aedes aegypti, maggiore responsabile della trasmissione della malattia Dengue, possa attecchire in Italia”. A tal fine, spiega, “con questa circolare attiviamo ulteriori azioni di controllo nei punti di ingresso del Paese, in particolare sugli aeromobili e sulle navi che arrivano dalle aree ad alta incidenza o a rischio, secondo l’elenco delle agenzie sanitarie internazionali. I nostri operatori delle USMAF, attivi in porti e aeroporti, verificheranno che siano messe in campo adeguate azioni di profilassi quali ad esempio la disinsettazione e la disinfestazione e, ove necessario, le prescriveranno”.

 

Nel dettaglio, la circolare prevede che gli aeromobili provenienti direttamente o indirettamente con scali intermedi da Paesi o territori a rischio debbano possedere un in linea con quanto previsto dal PNA 2020-2025 e dalla Circolare del Ministero della salute, del 25 marzo 2016, che già ribadiva l’importanza della disinsettazione residua come metodologia primaria alla prevenzione dell’introduzione e della diffusione di insetti vettori. Per quanto riguarda i metodi e le procedure di disinsettazione, secondo la circolare devono essere conformi a quelli approvati dall’OMS.

 

Nel caso in cui un aeromobile risulti sprovvisto di valida certificazione di disinsettazione residua, deve essere eccezionalmente sottoposto a una disinsettazione valida per singola tratta. In merito alle imbarcazioni provenienti da Paesi extra UE, si richiede che vengano presentati l’elenco degli ultimi 10 porti toccati o di quelli toccati nei precedenti 28 giorni, il certificato di disinsettazione residua (eseguita non oltre le 8 settimane) o, in alternativa, la dichiarazione a cura del comando nave (o dell’armatore, in caso di società dotate di più unità navali) in merito all’applicazione delle procedure, volte al contenimento quali ad esempio: utilizzo di insetticidi spray (o altri presidi), repellenti, zanzariere, igienizzazione delle zone “sensibili” (quali stive, cambuse, cabine equipaggio o passeggeri), e assenza di ristagni di acqua, specialmente in aree dell’imbarcazione non soggette a frequenti sanificazioni.

 

In merito alle imbarcazioni provenienti da Paesi UE e che negli ultimi 28 giorni abbiano toccato o transitato in porti di Paesi e territori a rischio, si richiede l’elenco degli ultimi 10 porti toccati o di quelli toccati nei precedenti 28 giorni; la Dichiarazione Marittima di Sanità (MDH/DMS); e, anche in questo caso, il certificato di disinsettazione residua (eseguita non oltre le 8 settimane), oppure la dichiarazione a cura del comando nave. Infine, in merito alle merci che possono rappresentare un rischio per l’importazione di zanzare infette, (pneumatici usati, fiori recisi freschi e piante ornamentali che viaggiano in substrato acquatico, tronchi di legname esotico), si sottolinea che devono essere accompagnate da certificazioni che attestino l’avvenuta disinfestazione al momento della loro spedizione dalle aree affette, oppure devono essere sottoposte, a cura e spese degli importatori, ad appropriati trattamenti di disinsettazione con insetticidi prima della loro nazionalizzazione. 

AGI – La direttrice di AGI, Rita Lofano è tra i vincitori del “Francigena Fidenza Award” per le agenzie di stampa, assieme al presidente del gruppo editoriale Adnkronos, Giuseppe Marra, e al direttore di Askanews, Gianni Todini. Per i quotidiani i riconoscimenti saranno consegnati al direttore del Corriere della Sera, Luciano Fontana e a Valeria Arnaldi, redattrice dei servizi speciali de Il Messaggero. Un riconoscimento anche a Giuseppe Cerasa, direttore de Le Guide di Repubblica. Per le radio il premio sarà conferito a Francesco Pionati, direttore del Giornale Radio Rai e di Radio 1 e a Massimiliano Menichetti responsabile di Radio Vaticana – Vatican News.

 

Per le tv saranno premiati: Silvia Calandrelli, direttrice di Rai Cultura; Marzia Roncacci, alla guida di Tg2 Italia Europa; Paolo Di Lorenzo, per la conduzione mattutina del Tg5. La premiazione si svolgerà il 19 marzo, alle ore 11.00, presso il Palazzo dell’Informazione, sede dell’agenzia di stampa Adnkronos. Nell’occasione sarà anche presentata la quarta edizione del “Francigena Fidenza Festival”, in programma dall’11 al 14 aprile. Saranno presenti il sindaco di Fidenza, Andrea Massari, e l’assessore alla Cultura, Maria Pia Bariggi.

 

Il premio giornalistico, ideato dall’autrice Rossana Tosto, promosso dal Comune di Fidenza e dall’Associazione Europea delle Vie Francigene (Aevf), viene conferito, si legge in un comunicato, “alla stampa nazionale per l’alta professionalità, il merito, il talento, la passione, la voglia di scoprire e di comunicare profusi nel lavoro”. Si tratta, afferma Rossana Tosto, di “una lode alla carriera riconosciuta ai giornalisti che si sono distinti in modo particolare nella professione di ‘narratore di fatti e di luoghi’. Autentici ‘artisti della parola e delle immagini’, autori di idee e progetti attraverso i quali hanno affermato stili e linguaggi finalizzati a intercettare il bisogno di cultura, tradizioni, arte e bellezza”.

 

“La valorizzazione della Via Francigena – afferma il sindaco di Fidenza, Andrea Massari – è una operazione culturale che ovviamente va ben oltre Fidenza e il suo territorio, abbracciando complessivamente ben 715 Comuni europei posti lungo il tracciato storico che da Canterbury arrivava fino a Roma. Il ruolo preminente di megafono per un’iniziativa di questa importanza non può che essere affidato ai media e lo scopo di questo premio è proprio quello di riconoscere doverosamente questa fondamentale funzione”. 

AGI – Numeri “impressionanti”, davanti ai quali “dobbiamo intervenire”. Lo ha detto il ministro della Giustizia Carlo Nordio, affrontando il tema della violenza di genere. “Nel 2022 – ha spiegato in una conferenza stampa a via Arenula – ci sono state in primo grado 3.443 condanne per maltrattamenti in famiglia, 2.281 per atti persecutori, 973 per violenza sessuale”. Il Guardasigilli, presentando due iniziative che il ministero ha messo a punto sul tema – una raccolta organica della normativa anche sovranazionale e un opuscolo informativo – ha sottolineato che “abbiamo un arsenale repressivo molto severo, ma l’efficacia intimidatoria della pena non è un deterrente fondamentale: si tratta di un reato che si fonda sulla mancanza di educazione, di cultura, di rispetto della persona, è su questi punti che dobbiamo intervenire con la prevenzione”. La raccolta di norme e l’opuscolo, a parere del ministro, rappresentano “un lavoro unico e un’occasione storica, a dimostrazione che il Governo, a cominciare dalla presidente Meloni, si è sempre mostrato molto sensibile a questo tema”.

 

La raccolta organica delle norme

 

La raccolta, “integrale e integrata”, delle norme è stata curata dall’Osservatorio sulla violenza di genere istituito al ministero nel 2022, presieduto dal capo dell’Ispettorato Maria Rosaria Covelli: un lavoro rivolto a tecnici e operatori, anche basato sui risultati emersi da questionari inviati alle procure. “Hanno risposto tutte le 140 procure della Repubblica – ha spiegato Covelli – ed è emerso un panorama variegato. L’obiettivo è far emergere quali sono le problematiche e quali le buone prassi”. E’ stata quindi ricondotta a sistema una “mole di norme”, con il “richiamo alla trama costituzionale”, ‘in primis’ al “principio di uguaglianza”, ha aggiunto Covelli, da cui “emerge una storia che cammina. E’ un testo che sarà costantemente aggiornato”.

 

L’opuscolo, dal titolo “La violenza mai”, da diffondere il più possibile nei luoghi pubblici

 

L’opuscolo, che indica a donne e uomini i segnali più comuni ed evidenti che riguardano situazioni di violenza, “è diretto agli adulti” e “contiene immagini che parlano da sole. Intendiamo stamparne centinaia di migliaia di copie. Se possibile, lo faremo stampare nelle carceri dai detenuti”, ha sottolineato il Guardasigilli, osservando che “vengono messi in luce i segnali di allarme, sintomatici di una componente aggressiva: una serie di considerazioni sia nel contenuto che nella grafica su quali sono le cose che non si possono fare, che non vogliamo si facciano. Una parte è anche dedicata agli uomini, che spesso sottovalutano la gravità dei comportamenti e della sanzione”. 

 

 

 

AGI – “Lo straordinario impegno (delle questure) è comprovato dal rilascio nel 2023 di 2.750.000 passaporti, ossia un milione in più rispetto a tutti gli anni del periodo pre-pandemico”. Lo ha sottolineato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, nel corso del question time al Senato rispondendo a un’interrogazione di Maurizio Gasparri sui tempi di attesa per il rilascio dei passaporti. 

 

“I dati di quest’anno – ha ricordato il titolare del Viminale – mostrano un trend in ulteriore miglioramento; sono stati emessi circa 250mila passaporti al mese, mentre nei primi 12 giorni di marzo ne sono stati emessi 113mila con la previsione di chiudere il mese con oltre 300mila documenti rilasciati“. Mentre “per venire incontro ai cittadini che hanno esigenze di un rilascio urgente, legate, cioè, a motivi di salute, studio, lavoro e turismo, è già operativa in 52 province un’agenda online ‘prioritaria’. A partire dalla prossima settimana le nuove modalità operative dedicate a tali esigenze saranno adottate in tutto il territorio nazionale e confidiamo, in tal modo, di realizzare una progressiva riduzione dei tempi di attesa“. 

 

“La soluzione della questione dei tempi di rilascio dei passaporti – ha proseguito il ministro – è affidata all’attuazione del Progetto Polis, a cui il governo ha dato avvio in questi giorni e che sarà progressivamente esteso a tutti i comuni con meno di 15 mila abitanti e, in prospettiva, anche a quelli con popolazione superiore, su tutto il territorio nazionale. Grazie a Polis i cittadini potranno richiedere o rinnovare il passaporto presentando la documentazione direttamente agli sportelli di Poste italiane, senza doversi recare in questura, e con la possibilità di ricevere il passaporto a domicilio” e “l’attuale fase di sperimentazione, avviata in due comuni in provincia di Bologna – ha concluso Piantedosi – ha già consentito il rilascio dei primi passaporti, anche con consegna al domicilio del richiedente”. 

 

 

 

AGI – Le cinque maggiori associazioni di Ncc scrivono al ministero dei Trasporti esprimendo preoccupazione dopo aver letto la “bozza che limita, pesantemente, le attività” degli Ncc e “avrebbe ripercussioni negative sulla protezione dei dati personali degli utenti”.

 

Due pagine – firmate dai presidenti di Sistema Trasporti, Anitrav, Associazione Ncc Italia, Comitato Air e Asincc – nelle quali si fanno diverse osservazioni. In dettaglio, si legge nella missiva, “le criticità riscontrate dal comparto e che si desidera portare alla sua attenzione sono le seguenti: la reintroduzione dell’obbligo di rientro in rimessa, salvo il caso di sussistenza di contratto di durata concluso senza intermediazione; la previsione di un tempo minimo di attesa di un’ora tra un servizio singolo e un altro; la previsione di un periodo di conservazione minimo dei fogli di servizio e dei relativi dati di 3/5 anni (senza un termine di durata massima); la previsione di una conservazione accentrata di tali dati presso il ministero, congiuntamente alla previsione di un ampio accesso a numerosi soggetti (forze di polizia, apparati militari, dipendenti del Ministero, delle amministrazioni comunali e della motorizzazione civile)”. 

 

Nella lettera, si legge ancora, che a preoccupare il comparto è inoltre “il palese carattere discriminatorio di tali previsioni, la cui applicazione viene prevista solamente nei confronti del comparto Ncc e non anche ai taxi”.

 

“Tale discriminazione, che non può essere giustificata da motivi imperativi di interesse generale, ha come effetto quello di falsare irrimediabilmente la concorrenza del mercato del trasporto pubblico non di linea”, è scritto nella lettera al MIT, che conclude: “Non vi è alcun dubbio che le disposizioni in discussione arrecano significativi danni a tutto il comparto Ncc e incidono negativamente sia sulla libertà di movimento di cittadini e turisti che sulla tutela dei loro dati personali”. Per questo le associazioni si aspettano un cambio di passo. E auspicano che il ministero voglia “accogliere le osservazioni riportate nel documento”.

 

“Peraltro, al contrario di quanto ha affermato ieri Salvini nel Question Time non esiste più alcun tavolo. Il Ministro stesso, aveva commentato la nostra assemblea del 29 febbraio sostenendo vi fossero ancora 20 associazioni al Mit a discutere di questi decreti”, fa notare Francesco Artusa, presidente di ST. “Forse non sa che anche 16 di queste 20 sigle rimaste si sono sfilate. Se su un totale di 27 associazioni, ne rimangono 6, è evidente che esiste un grosso problema, a meno che l’unica concertazione che davvero interessi al ministro sia quella con la controparte tassista”, conclude.