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AGI – “Notte di lacrime e preghiere, la matematica non sarà mai il mio mestiere”. Alzi la mano chi non l’ha cantata a squarciagola in quelle ore così speciali, prima della maturità. ‘Notte prima degli esami’ compie quarant’anni e, per celebrare l’anniversario dell’uscita del disco “Cuore”, Antonello Venditti dà vita a ‘Notte prima degli esami 1984-2024 40th anniversary’, un progetto, live e discografico, per celebrare l’album che raccoglie brani diventati storia della musica italiana, nella loro attualità, e inni generazionali.

L’iniziativa, patrocinata dal ministero della Cultura, è stata presentata questa mattina presso il Mic alla presenza del ministro Gennaro Sangiuliano e del sottosegretario Gianmarco Mazzi.

 

La mattinata si è aperta con un ‘Antonello’, come ama essere chiamato, “non nominatemi maestro”, prof. d’eccezione intento a scandire l’appello degli studenti del Visconti e del Giulio Cesare nella sala Spadolini. “Non ho mai smesso di essere un alunno” ha raccontato Venditti, prima di esibirsi al pianoforte, da Notte prima degli esami a Ci vorrebbe un amico, sulla quale è scattato immancabile il ricordo dell’amico Dalla: “Se non ci fosse Lucio, questa canzone non esisterebbe”.

 

“La notte prima degli esami siamo andati con un amico in macchina a Firenze, poi siamo tornati al Giulio Cesare freschi per l’esame – ha confidato, aggiungendo poi, riferito al testo della canzone icona della maturità “lasciatemi il mistero su ‘le bombe delle sei non fanno male’, quello non ve lo dico”. “Pur di ascoltare le sue canzoni, una volta sono stato a una festa dell’Unità. È sempre stato onesto intellettualmente” ha raccontato Sangiuliano, arrivato in conferenza con un ritardo che il cantautore non ha mancato di sottolineare: “ministro o non ministro, la vita va avanti, io mi esibisco. Il ministro forse ha perso un’ottima occasione per sentire questa esibizione”.

 

Il progetto ‘Notte prima degli esami 1984-2024 40th anniversary’ partirà con una speciale anteprima – già sold out da mesi – all’Arena di Verona il 19 maggio, per poi per prendere il via ufficialmente a giugno, con tre date alle Terme di Caracalla, il 18, 19 e 21, anch’esse sold out. E sarà proprio il 18 giugno, la notte prima degli esami di Stato, la prima delle tre serate in cui l’artista tornerà a esibirsi nella Capitale. Venditti e la sua superband porteranno sul palco i brani dell’album “Cuore” insieme a molti altri successi della sua lunga straordinaria storia musicale, in una serie di concerti – evento. Le celebrazioni proseguiranno poi a luglio con un lungo tour estivo, partenza il 13 luglio da Pistoia, che toccherà alcuni dei luoghi più prestigiosi della Penisola, tra teatri di pietra, ville storiche e piazze spettacolari, mentre a dicembre il progetto arriverà sui grandi palchi dei Palasport. L’album “Cuore”, uscito per la prima volta nel 1984, avrà una nuova ristampa nell’edizione speciale “Cuore 40th Anniversary Edition” in uscita il 14 giugno 2024 per Heinz Music/Sony Music Italy. Sin dalla sua uscita, ‘Notte prima degli esami’ ha avuto un enorme successo ed è riuscita ad attraversare le generazioni. Ancora oggi rappresenta la colonna sonora del salto alla maturità. Ancora oggi, dopo quarant’anni, “questa notte è ancora nostra”. 

 

 

AGI – Sono stati trovati morti stamane, a 106 metri di profondità, i due sub esperti dispersi in mare a Villasimius (Sud Sardegna) da domenica scorsa. Stefano Bianchelli, 56 anni, originario di Todi (Perugia), ma residente a Villasimus, e Mario Perniciano, di 55, di Cagliari, non erano risaliti dopo un’immersione in corrispondenza del relitto della nave San Marco.
A individuare i corpi, dopo tre giorni di ricerche, cui ha partecipato anche la nave ‘Gaeta’ della Marina militare, è stato il ‘Rov’ (Remote Operative Vehicle), robot telecomandato dei vigili del fuoco. Una delle salme, che sono state trovate vicine, è già stata recuperata. 

 

Le operazioni, coordinate dalla capitaneria di porto di Cagliari, si sono concentrate da subito nello specchio d’acqua fra l’isola dei Cavoli e quella di Serpentara, con i sommozzatori, la sezione navale e l’elinucleo dei vigili del fuoco.

 

 

I due sub si erano immersi domenica attorno alle 11 nell’area del relitto della nave San Marco, meta di escursioni subacquee, per un sopralluogo a oltre cento metri di profondità fra le isole di Serpentara e dei Cavoli. I due erano scesi con le bombole e tutta l’attrezzatura per un’immersione di circa un’ora per controllare il cavo di ormeggio, ma poi non erano risaliti sulla barca d’appoggio, da dove era partito l’allarme lanciato alla sala operativa della guardia costiera. Le ricerche sono state condotte anche con l’ausilio di un drone subacqueo ed estese anche alla costa.

 

Il piroscafo da carico ‘San Marco’, lungo oltre 100 metri e costruito nel 1919, giace sul fondale del mare davanti a Villasimius dal 1 giugno 1941, quando fu affondato mentre trasportava principalmente carbone, nella traversata da Civitavecchia a Cagliari, da un sommergibile britannico durante la Seconda guerra mondiale.

 

AGI – “Stiamo raccogliendo e verificando le dichiarazioni dei superstiti e abbiamo già fatto i primi accertamenti presso la ditta Quafrifoglio Group, a Partinico. In corso anche approfondimenti per verificare se siano stati adottati le adeguate tutele e i dispositivi di sicurezza”.

Così il capo della Squadra mobile di Palermo, Marco Basile, parlando ai cronisti sul luogo in cui ieri 5 operai sono morti a Casteldaccia, nella vasca dell’impianto di acque reflue lungo via Nazionale, sulla Statale 113. Le indagini sono coordinate dalla procura della Repubblica di Termini Imerese, guidata da Ambrogio Cartosio, che ha aperto un fascicolo con l’ipotesi di omicidio colposo plurimo, al momento a carico di ignoti. Al centro l’aspetto del mancato uso delle protezioni, mascherine comprese.

Letali, infatti, sono state le esalazioni di idrogeno solforato respirate dagli operai mentre eseguivano un intervento di manutenzione alla rete fognaria. Sentito anche il direttore dei lavori che doveva controllare l’intervento di manutenzione. L’area del cantiere è stata posta sotto sequestro su disposizione dell’autorità giudiziaria. Un sesto operaio si trova ricoverato al Policlinico di Palermo e le sue condizioni sono definite critiche.

“Condizioni stabili nella loro gravità”. Lo affermano ad AGI fonti del Policlinico di Palermo dove è ricoverato Domenico Viola, 62enne di Partinico, in terapia intensiva, intubato e in ventilazione, per il gravissimo distress respiratorio, collega dei cinque operai morti ieri in una vasca dell’impianto di sollevamento delle acque reflue a Casteldaccia. Nei suoi polmoni acque reflue e idrogeno solforato prodotto dalla fermentazione dei liquami. Tutti gli operai non avrebbero avuto le protezioni necessarie, neppure le mascherine.

“Desidero esprimere ai familiari delle vittime e dei feriti i miei più sentiti sentimenti di vicinanza e di cordoglio, anche a nome dell’intera Chiesa palermitana, nonché la viva partecipazione al dolore delle città coinvolte e, in particolare, di Casteldaccia”. Lo afferma l’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice. In queste ore “particolarmente drammatiche, sento di far giungere un forte appello alla sicurezza sui luoghi di lavoro, auspicando un maggiore impegno di quanti hanno la responsabilità – legislatori, imprese, organizzazioni e associazioni di categoria – di tutelare i lavoratori. Queste morti, come anche gli infortuni, sono – aggiunge don Corrado – una sconfitta sociale, una profonda ferita del corpo sociale, riguarda tutti, non solo le imprese o le famiglie coinvolte. Dobbiamo sentire queste morti, far nostro questo dolore, ‘con-patirlo’, sentirlo nelle nostre viscere, portarlo insieme a quanti ora ne sono schiacciati. Dobbiamo cambiare. Tutti. Non possiamo abituarci agli incidenti sul lavoro, ne’ rassegnarci all’indifferenza verso gli infortuni. La nostra gratitudine va a tutti coloro che si sono adoperati nelle operazioni di soccorso. A tutti assicuro la mia preghiera e la mia benedizione in segno di vicinanza affettiva e spirituale”.

Solo 68 ispettori del lavoro in Sicilia per 400 mila imprese, a fronte di un fabbisogno di almeno 280. È uno dei nodi principale del lavoro che uccide e che ieri ha provocato la morte di cinque operai a Casteldaccia, seza protezioni, senza mascherine, senza formazione adeguata. In queste condizioni stavano eseguendo lavori all’impianto di sollevamento delle acque reflue da cui si sono sprigionati gas tossici, idrogeno solforato che non ha dato scampo ai lavoratori inermi perché non protetti.

Stamane a Palermo presidio davanti alla prefettura per chiedere una stretta sui controlli. Si calcola, affermano i sindacati, che con questi numeri sugli ispettori del lavoro, è possibile solo un controllo ogni 18 anni alle imprese. “Fermate questa guerra, questa carneficina”, si grida in strada.

Tra le vittime anche un interinale che non sarebbe dovuto essere lì, viene detto, durante il sit-in indetto dalle segreterie provinciali di Fillea, Filca, Feneal che hanno proclamato uno sciopero di 8 ore che si affianca a quello generale di 4 ore proclamato da Cgil, Cisl e Uil per tutti gli altri settori: “Proseguiremo a oltranza con le mobilitazioni, per rivendicare la sicurezza nei cantieri”, annunciano, gli operai a Casteldaccia stavano svolgendo un lavoro pericoloso, non riusciamo a capire come mai non siano stati previsti tutti gli accorgimenti necessari per interventi dove possono verificarsi fuoriuscite di gas nocivi, pericolosi per l’incolumità pubblica”.

Per di più “non erano stati formati adeguatamente ed è irregolare anche il ricorso al lavoro interinale e quasi tutti erano sotto-inqradrati rispetto alle mansioni assegnate. Chiediamo al prefetto (che ieri si è recato sul luogo della tragedia, ndr.) di sollecitare l’intervento delle istituzioni e il tavolo su salute e sicurezza che da tempo chiediamo”.

 

Quattro delle vittime sono operai della Quadrifoglio di Partinico – dove gli investigatori hanno sequestrato documenti – tra cui il titolare della ditta; l’altro era un interinale, un lavoratore in somministrazione in missione presso Amap: Epifanio Alsazia, 71 anni, contitolare della ditta; Giuseppe Miraglia 47 anni, Roberto Raneri, di 51 anni, Ignazio Giordano, di 57 anni e Giuseppe La Barbera.

AGI – Ventotto bambini tra i 3 e i 5 anni sono rimasti leggermente intossicati a Milano dopo aver inalato vapori all’interno delle piscine ‘Jacaranda” di via Procaccini 69. Lo riferiscono i vigili del fuoco. Attorno alle 11.14 nell’impianto è intervenuto personale del nucleo Nbcr del comando di Milano, impegnato nelle opere di bonifica e negli accertamenti per individuare le cause dell’intossicazione.

I piccoli sono stati radunati in un’area di triage allestita da Croce Rossa e sono stati visitati dai sanitari. Dai controlli non presentano particolari problemi e sono tutti in codice verde. 

AGI – “È tra i più grandi ordigni rinvenuti sul territorio nazionale. È attivo e presenta tre congegni. La rimozione sarà una vera e propria operazione chirurgica. Abbiamo stimato un intervento di cinque ore”. Lo afferma il capitano dell’Esercito Luigi Prencipe, del team degli artificieri presenti a Viterbo per il disinnesco di una bomba della Seconda guerra mondiale dal peso di circa 2000 chili. In occasione delle operazioni 36 mila persone sono state evacuate.

La bomba è stata ribattezzata ‘lady Rose’, in onore di Santa Rosa, patrona della città”, ha aggiunto l’artificiere. “Anche in passato era stato rinvenuto un ordigno simile a Viterbo. Se non ne sono esplose due, significa che Santa Rosa ha protetto questa città. Se fosse esplosa, non conosceremmo Viterbo così com’è oggi”. “Gli artificieri si impegnano quotidianamente sul territorio nazionale per la rimozione degli ordigni e per garantire la sicurezza dei cittadini”, ha ricordato Prencipe. “Studiamo continuamente le procedure e l’Esercito ci dà una formazione completa. La paura È un sentimento che rispettiamo, perché ci fa muovere in maniera coscienziosa”.

AGI – Associazione a delinquere finalizzata alla contraffazione di monete aventi corso legale e di spendita delle stesse: sono le accuse mosse dalla procura di Napoli Nord nei confronti di sette persone raggiunte da un provvedimento di fermo di indiziato di delitto. Le indagini dei finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Napoli e del Nucleo speciale di polizia valutaria di Roma hanno consentito di ricostruire l’attività di un sodalizio criminale, operante nel territorio di Casavatore (Napoli) e di sequestrare 5 stamperie e circa 100 milioni di euro contraffatti.

In particolare, è emerso che il gruppo aveva allestito una vera e propria tipografia occulta all’interno di un capannone industriale preso in affitto da una società di bonifica ambientale, estranea alle indagini. È stato accertato che il sodalizio utilizzava una stamperia clandestina nel quartiere Ponticelli del capoluogo campano, al cui interno sono state sequestrate banconote contraffatte da 50 euro della serie ‘Europa‘, per un valore nominale complessivo di circa 48 milioni di euro.

Gli indagati avevano attrezzato il laboratorio clandestino con macchine da stampa industriali particolarmente sofisticate e altamente performanti, trasferite dalla loro base logistica di Casavatore, dopo aver provveduto al cambio del contatore elettrico per accelerare la produzione delle banconote contraffatte, entrata a pieno regime lo scorso aprile. Da allora, due abili falsari hanno vissuto in isolamento nell’immobile senza mai interrompere la produzione, potendo contare sul supporto di un complice che provvedeva alle loro quotidiane necessità di sostentamento.

Quest’ultimo comunicava poi con il dominus dell’associazione, un tipografo 70enne con numerosi precedenti penali, il quale impartiva ai sodali puntuali direttive sui processi di stampa dopo aver visionato lo stato di avanzamento delle banconote contraffatte e interloquiva, altresì, con tre autotrasportatori di Giugliano in Campania per fornire ogni necessario supporto logistico.

Il capannone, che i falsari monitoravano costantemente con l’ausilio di telecamere esterne, aveva subito modifiche strutturali per ospitare i voluminosi macchinari necessari per la stampa, nascosti dietro masserizie di uso quotidiano, come i letti e il mobilio. Nell’opificio clandestino, oltre alle banconote false, sono stati sequestrati macchinari industriali, un tavolo luminoso, taglierine, personal computer, vernici, solventi, nonché rotoli argentati utilizzati per realizzare la striscia olografica presente su ogni banconota.

I preliminari accertamenti effettuati sulle banconote hanno permesso di ricondurre la contraffazione al ‘Napoli Group’ e di constatarne la pregevole fattura, in grado di ingannare facilmente chiunque ne fosse venuto in possesso. La metodologia di produzione offset utilizzata dagli arrestati è particolarmente insidiosa perché, a differenza della stampa digitale, implica il coinvolgimento di figure professionali altamente specializzate, l’investimento di ingenti capitali e la costituzione di una vera e propria ‘organizzazione d’impresa’, in grado di garantire la produzione su vasta scala di banconote pressoché identiche a quelle autentiche. 

AGI – Una circolazione depressionaria affonda sul Mediterraneo con un piccola goccia fredda in quota che nei prossimi giorni si muoverà verso sud-est. Si prevedono condizioni meteo instabili in Italia, prima al Centro-Nord e poi anche al Sud, dove arriveranno piogge e temporali localmente anche intensi. È atteso anche un lieve calo termico su valori comunque prossimi alle medie del periodo, qualche grado al di sotto su Sicilia e Sardegna.
Nella seconda parte della settimana l’alta pressione rimonterà a partire dai settori occidentali del continente con tempo decisamente più asciutto. Gli ultimi aggiornamenti del Centro Meteo Italiano, per il secondo weekend di maggio, mostrano sole e qualche temporale pomeridiano su Alpi e Appennino. La prossima settimana, invece, potrebbe arrivare aria più mite.

Previsioni meteo per oggi

Al Nord. Al mattino cieli coperti con precipitazioni diffuse, anche a carattere temporalesco tra Liguria ed Emilia. Al pomeriggio insistono le precipitazioni su tutti i settori, intense su Piemonte, Lombardia e Friuli. In serata attese residue precipitazioni sulle regioni di nord-ovest e sui rilievi di confine. Neve a quote di alta montagna.

Al Centro. Al mattino cieli in prevalenza irregolarmente nuvolosi con piogge sparse tra Toscana, Umbria e Marche. Al pomeriggio attesi acquazzoni lungo la dorsale Appenninica e piogge sparse sul Lazio. In serata residuo maltempo tra Umbria e Abruzzo, migliora nella notte.
Al Sud e sulle Isole. Al mattino cieli irregolarmente nuvolosi con qualche piovasco atteso sulla Sardegna. Al pomeriggio attese aperture su quest’ultima, con tempo invariato altrove. In serata ancora tempo in prevalenza stabile con nuvolosità medio-alta in transito. Temperature minime in generale aumento; massime in calo al centro- nord e in rialzo al meridione.  

Previsioni meteo per domani

Al Nord. Al mattino tempo stabile con cieli poco nuvolosi, molti addensamenti bassi sulla Pianura Padana con deboli piogge in Romagna. Al pomeriggio acquazzoni e temporali in sviluppo sui rilievi alpini e appenninici con locali sconfinamenti. In serata tempo in miglioramento con graduali schiarite, salvo residui fenomeni sulle Alpi

Al Centro. Al mattino locali piogge sui settori adriatici, variabilità asciutta altrove e ampie schiarite sulla Toscana. Al pomeriggio instabilità in aumento con acquazzoni e temporali tra Lazio e Abruzzo, per lo più invariato sulle altre regioni. In serata residui fenomeni ancora tra Lazio e Abruzzo ma con tempo in miglioramento.
Al Sud e sulle Isole. Al mattino piogge e acquazzoni su Sicilia e regioni tirreniche, variabilità asciutta altrove e ampi spazi di sereno sulla Sardegna. Al pomeriggio instabilità in aumento con acquazzoni e temporali sparsi su tutte le regioni, specie nelle zone interne. In serata ancora tempo instabile con piogge e temporali, più asciutto tra Campania, Molise e Puglia settentrionale. Temperature minime stabili o in generale diminuzione, massime in aumento al Centro-Nord e in calo al Sud e sulle Isole Maggiori. 

AGI – I militari del Comando Provinciale della guardia di finanza di Genova stanno dando esecuzione a un’ordinanza di applicazione di misure cautelari (coercitive ed interdittive) personali e reali emessa oggi dal gip del Tribunale di Genova, su richiesta della Procura depositata il 27 dicembre scorso nei confronti del presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, di Paolo Emilio Signorini, gia presidente dell’Autorita di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, degli imprenditori Aldo e Roberto Spinelli, dell’imprenditore Mauro Vianello, del consigliere di amministrazione di Esselunga, Francesco Moncada; e di Matteo Cozzani, capo di gabinetto del presidente della Regione.
Gli altri destinatari dell’ordinanza sono Arturo Angelo Testa e Italo Maurizio Testa, e di Venanzio Maurici. Signorini, indagato per corruzione per l’esercizio della funzione e per atti contrari ai doveri d’ufficio, e’ destinatario di una misura della custodia cautelare in carcere, mentre per Toti sono stati disposti gli arresti domiciliari per gli stessi reati. 

 

I fatti

Ad Aldo Spinelli, imprenditore nel settore logistico e immobiliare, per il quale sono scattati gli arresti domiciliari, è contestata la corruzione nei confronti di Signorini e di Toti. Per l’imprenditore Roberto Spinelli, al quale e’ contestata la corruzione nei confronti del presidente della Regione, e’ stata disposta la misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare l’attivita imprenditoriale e professionale. Stessa misura cautelare per Mauro Vianello, imprenditore operante nell’ambito del Porto di Genova, accusato di corruzione nei confronti di Signorini; per Francesco Moncada, consigliere di amministrazione di Esselunga spa, cui viene contestato lo stesso reato nei confronti di Toti.
Matteo Cozzani, capo di gabinetto del presidente della Regione Liguria, è agli arresti domiciliari per ‘corruzione elettorale’, aggravata dall’ipotesi che il reato sia stato commesso per agevolare l’attivita dell’associazione mafiosa Cosa Nostra, in particolare del clan Cammarata del Mandamento di Riesi con interessi a Genova. Cozzani e’ indagato anche per corruzione per l’esercizio della funzione.
Arturo Angelo Testa e Italo Maurizio Testa, rappresentanti della comunita riesina di Genova, sono destinatari dell’obbligo di dimora nel Comune di Boltiere, con l’accusa di corruzione elettorale aggravato.
Lo stesso reato e’ contestato a Venanzio Maurici, destinatario dell’obbligo di presentazione alla polizia giudizaria.

AGI – Non si fermano all’Alt e durante la fuga investono un poliziotto: due minori arrestati per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni aggravate a Catania, dagli agenti della Squadra Volanti e Squadra mobile. I ragazzi, a bordo di uno scooter, non hanno rispettato l’Alt dandosi alla fuga. È così iniziato un inseguimento in viale Kennedy, in zona Playa, informando i colleghi impegnati negli altri posti di controllo. I poliziotti hanno intimato nuovamente l’Alt, ma il conducente anziché fermarsi ha travolto un agente della polizia di Stato, facendolo cadere a terra e ferendolo.

 

L’inseguimento, in cui sono state impegnate più Volanti, è proseguito per le vie della città. L’elicottero della polizia è riuscito ad “agganciare” lo scooter mediante una telecamera di bordo documentando tutte le fasi della fuga, così da fornire precise indicazioni a tutti gli equipaggi. Giunti in prossimità di via Ammiraglio Caracciolo, grazie a una manovra dei motociclisti della Squadra Volante e della Squadra mobile, i due fuggitivi sono stati costretti a fermarsi. Dagli accertamenti effettuati lo scooter è risultato privo di copertura assicurativa e di revisione periodica. Il conducente era senza patente. Sono state elevate sanzioni per un ammontare di circa 6 mila euro. Il poliziotto travolto durante la fuga è stato subito soccorso dal personale del 118 e dopo un periodo di riposo potrà riprendere il servizio operativo. Il pm presso il Tribunale per i Minorenni ha disposto che i due giovani venissero accompagnati al centro di prima accoglienza in attesa dell’udienza di convalida, a seguito della quale gli arresti sono stati convalidati e i due rilasciati con obbligo di rispettare diverse prescrizioni.

AGI – “Lo sciopero, convocato dai Cobas scuola e da altre organizzazioni del sindacalismo di base, è innanzitutto contro l’Autonomia differenziata, distruttiva per la scuola e per varie altre strutture pubbliche. L’Autonomia differenziata, se realizzata, porterebbe alla frantumazione del sistema unitario di istruzione e subordinerebbe l’organizzazione scolastica a scelte politiche ed economiche a essa esterne ed estranee”. Lo afferma Piero Bernocchi, portavoce nazionale Confederazione Cobas.

“Tutte le materie, oggi di competenza esclusiva dello Stato o in parte divise tra Stato e Regioni – prosegue – passerebbero a queste ultime, con la creazione di 20 sistemi scolastici diversi. L’Autonomia differenziata aumenterebbe la distanza tra Nord e Sud nel sistema scolastico, le diseguaglianze sociali e la diversità di diritti tra i cittadini/e delle varie Regioni”.

“È dunque un progetto altamente negativo che va bloccato – sottolinea Bernocchi – siamo ancora in tempo per farlo e lo sciopero ne sarà uno degli strumenti. Lo sciopero è stato indetto per il 9 maggio perché in tale giornata si svolgeranno gli inutili e dannosi quiz Invalsi nella scuola Primaria, contro la cui funzione negativa e fuorviante lottiamo oramai da 20 anni, da quando cioè vennero introdotti nella scuola come metro di giudizio degli studenti e del lavoro di docenti e scuole.

Essi sono inutili, perché dai Rapporti annuali dell’ente Invalsi risulta che 20 anni di quiz non hanno migliorato la qualità della didattica; dannosi, perché, oltre a far spendere circa 30 milioni l’anno, alle prove “ci si prepara”, e ore di buona didattica vengono sostituite da allenamenti ai test su libri venduti dalle case editrici per le quali le prove sono diventate un affare. Del tutto inaccettabile è poi la volontà del ministro Valditara di inserire i risultati di tali prove nel curriculum degli studenti”.

“Ma lo sciopero e le manifestazioni – aggiunge ancora – sono convocati anche per dire: no al taglio continuo delle scuole, sì alla riduzione del numero di alunni/e per classe; no alla divisione e gerarchizzazione dei docenti con la creazione di figure artificiali come il tutor e gli orientatori, con i relativi premi salariali per pochi, si’ a significativi aumenti salariali che almeno facciano recuperare a docenti ed Ata quanto perso a livello economico negli ultimi anni; no ad aberrazioni come la riduzione a 4 anni degli istituti Tecnici e professionali o il grottesco Liceo Made in Italy; no al precariato a vita; basta con il mobbing contro i docenti da parte di genitori pasdaran dei propri figli/e; basta con lo strapotere dei dirigenti scolastici”.

Il portavoce dei Cobas conclude: “Scioperiamo e manifestiamo anche per: esigere per gli Ata, aumento degli organici, assunzione stabile dopo due anni di precariato e diritto d’assemblea; sostenere le storiche richieste della scuola Primaria e dell’infanzia per la parità oraria e di retribuzione con gli altri ordini di scuola; estendere e potenziare la scuola in carcere; chiedere rispetto delle differenze, contro il sessismo e le fobie di genere, e il pieno riconoscimento del lavoro dei docenti “inidonei”; esigere l’aumento dell’organico per il sostegno e in particolare la stabilizzazione dei docenti già specializzati o specializzandi per le attività di sostegno agli studenti con disabilita'”.