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AGI –  Si è svolta in un luogo simbolico come l’ex ospedale psichiatrico di Santa Maria della Pietà, a Roma, la cerimonia per l’emissione del francobollo per il centenario della nascita di Franco Basaglia. Presenti allo svelamento del francobollo il Presidente del Municipio XIV Marco Della Porta che ha ringraziato la preziosa intuizione dell’iniziativa e ribadendo “il grande intervento sul Santa Maria della Pietà previsto con il PNRR, tramite il quale verranno aumentati gli spazi culturali e quelli dedicati dei servizi ai cittadini, trasformando il luogo in un fulcro culturale del quadrante di Roma nord ovest”; il Commissario Straordinario Giuseppe Quintavalle, psichiatra alla guida della ASL Roma 1, che ha parlato di un Basaglia “visionario e innovatore, che ha cambiato la gestione dei pazienti affetti patologie psichiatriche e ancora oggi è per tutti un riferimento importantissimo. La rivoluzione basagliana è proprio questo: cure di prossimità negli stessi luoghi del contesto comunitario.

 

Da psichiatra e direttore di aziende sanitarie è anche il mio sogno, portare avanti un lavoro interdisciplinare che conduca alla presa in cura, una risoluzione dei problemi di salute (fisici e mentali) nella piena dignità e nel pieno rispetto della persona”. Il Dott. Pompeo Martelli, Direttore del Museo Laboratorio della Mente e richiedente del francobollo a nome del Dipartimento di Salute Mentale della ASL Roma 1 e di tutta la comunità degli operatori della salute mentale, ha letto una lettera di Sergio Piro, psichiatra e amico dello straordinario intellettuale e innovatore, pubblicata sul Mattino del 30 agosto 1980 giorno successivo alla scomparsa di Basaglia “siamo pronti a raccoglierne l’eredita'”.

 

La Dott.ssa Roberta Sarrantonio di Poste Italiane e il Dott. Matteo Taglienti dell‘Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A., prima dello svelamento dell’immagine e dell’annullo, hanno spiegato ai presenti in sala il percorso per la realizzazione di un valori postali commemorative e celebrative che sono autorizzate con decreto del Presidente della Repubblica su proposta del Ministro delle Imprese e del Made in Italy. L’evento è il primo di una serie di appuntamenti promossi nel corso dell’anno dal Dipartimento di Salute Mentale della ASL Roma 1 per ricordare la figura, l’opera e l’attualità del pensiero di Franco Basaglia. A portare i propri saluti da Trieste anche la dott.ssa Alberta Basaglia, erede di Franco Basaglia, padre della Legge 180. 

 

 

INFO SUL FRANCOBOLLO

Tiratura: 250.020 esemplari, foglio: 45 esemplari.

Il francobollo è stampato dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A., in rotocalcografia, su carta bianca, patinata neutra, autoadesiva, non fluorescente. Il bozzetto a cura di Emanuela L’Abate.

La vignetta raffigura un ritratto di Franco Basaglia, autorevole psichiatra e neurologo italiano del XX secolo. Completano il francobollo la legenda “FRANCO BASAGLIA”, le date “1924 – 1980”, la scritta “ITALIA” e l’indicazione tariffaria “B”.

 

L’annullo primo giorno di emissione sarà disponibile presso lo sportello filatelico dell’ufficio postale di Roma Belsito. Il francobollo e i prodotti filatelici correlati, cartoline, tessere e bollettini illustrativi saranno disponibili presso gli Uffici Postali con sportello filatelico, gli “Spazio Filatelia” di Firenze, Genova, Milano, Napoli, Roma, Roma 1, Torino, Trieste, Venezia, Verona e sul sito filatelia.poste.it. 

Per l’occasione è stata realizzata anche una cartella filatelica in formato A4 a tre ante, contenente una quartina di francobolli, un francobollo singolo, una cartolina annullata ed affrancata, una busta primo giorno di emissione e il bollettino illustrativo.

AGI – Due persone sono decedute nel primo pomeriggio di lunedì 11 marzo, nel Padovano, in incidente stradale tra un camion e un’auto sulla variante della Strada Regionale 10 in località Santa Caterina d’Este, nel comune di Carceri. I vigili del fuoco, intervenuti da Este, hanno messo in sicurezza i mezzi, ma nulla ha potuto fare il medico del Suem che ha dichiarato la morte della coppia all’interno dell’auto. Illeso l’autista del mezzo pesante. 

La giornata è stata funestata da altri incidenti mortali avvenuti nella Capitale. Il primo è avvenuto poco prima delle 12 in viale Sacco e Vanzetti, a Colli Aniene: un’auto Bmw, condotta da un 58enne, ha investito un pedone di 81 che è deceduto a seguito dell’impatto. Sul posto per i rilievi gli agenti del IV Gruppo Tiburtino della Polizia Locale. Il conducente del veicolo, che si è fermato dopo l’impatto, è stato portato all’ospedale Sandro Pertini per i soliti accertamenti. Il veicolo è stato posto sotto sequestro.

Poco più tardi, in viale Spartaco, all’intersezione con Via Cestio Gallo, le pattuglie del VII Gruppo Tuscolano dei caschi bianchi sono dovute intervenire per un incidente che ha coinvolto una Chevrolet Matiz, guidata da un uomo di 38 anni che aveva investito e un pedone di 89 anni. L’anziano è stato trasportato presso il Policlinico Umberto I in condizioni ormai disperate ed è morto poco dopo. Anche in questo caso, chi era al volante è stato portato presso il Policlinico Tor Vergata per gli accertamenti di rito. Il mezzo è stato sequestrato. 

 

AGI – Il Giardino di Ninfa torna ad essere visitabile. Come di consueto, la stagione delle visite inizia con l’arrivo della primavera: il primo fine settimana di apertura è stato fissato per sabato 16 e domenica 17 marzo e sarà possibile prenotare esclusivamente online. La Fondazione Roffredo Caetani ha pubblicato sul sito www.giardinodininfa.eu il calendario delle aperture al pubblico per il 2024. 

 

 

“Questo è un anno particolare per la Fondazione Roffredo Caetani – spiega il presidente Massimo Amodio -. Saremo impegnati su moltissimi fronti e numerose attività che si  svolgono normalmente nel Giardino di Ninfa troveranno sempre più spazio anche negli altri luoghi dei Caetani, che saranno al centro di un unico grande programma che include iniziative di studio, ricerca, culturali e musicali.

 

 

 

 

 

 

AGI – Tre cittadini di nazionalità palestinese, residenti a L’Aquila, sono stati arrestati con l’accusa di associazione con finalità di terrorismo anche internazionale o di eversione dell’ordine democratico.
Questa mattina sono stati gli agenti della Digos della questura dell’Aquila, insieme al personale del Servizio per il contrasto all’estremismo e al terrorismo internazionale della Direzione centrale della polizia di prevenzione, a eseguire l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip dell’Aquila, su richiesta della Direzione distrettuale Antimafia e Antiterrorismo e della stessa procura nazionale Antimafia.
L’accusa di associazione con finalità di terrorismo anche internazionale o di eversione dell’ordine democratico, è in riferimento alla costituzione di una struttura operativa militare denominata ‘Gruppo di risposta rapida – Brigate Tulkarem’, articolazione delle ‘Brigate dei Martiri di Al-Aqsa’ (riconosciuta dall’Unione Europea quale organizzazione terroristica) che si propone il compimento di atti di violenza con finalità di terrorismo anche contro lo Stato di Israele. Secondo l’accusa costoro avrebbero fatto opera di proselitismo e propaganda per l’associazione, pianificando attentati, anche suicidari, contro obiettivi civili e militari in territorio estero.
Nei confronti degli arrestati è in corso una procedura di estradizione su richiesta delle Autorità di Israele, dinanzi alla Corte D’Appello dell’Aquila.

 

Piantedosi, blitz conferma impegno Polizia

 “Soddisfazione per la cattura all’Aquila di tre pericolosi terroristi, operazione che conferma il continuo impegno e la grande capacita’ investigativa delle nostre forze dell’ordine”. Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, commenta così l’operazione della Polizia di Stato, coordinata dalla Procura nazionale antimafia e antiterrorismo, che ha consentito di assicurare alla giustizia alcuni cittadini palestinesi, membri di una cellula militare legata alle “Brigate dei Martiri di Al-Aqsa”, che pianificavano attentati, anche suicidari, verso obiettivi civili e militari anche contro uno Stato estero.
“Alle forze di polizia e alla magistratura va il mio ringraziamento per questo importante risultato che testimonia la costante azione di monitoraggio e prevenzione realizzata sul fronte dell’estremismo e della radicalizzazione”, conclude il titolare del Viminale.

 

 

 

 

Tajani, prevenzione e controllo sono priorità del governo

“Un ringraziamento alle Forze di polizia e alla magistratura per l’arresto a L’Aquila di tre palestinesi appartenenti a un’organizzazione terroristica. Pianificavano attentati contro obiettivi civili e militari. Prevenzione e controllo del territorio sono una priorità del Governo” scrive su X il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani. 

 

AGI – Un provvedimento di archiviazione per prescrizione del reato, che esprima apprezzamenti sulla colpevolezza della persona indagata, viola “in maniera eclatante” il suo diritto costituzionale di difesa e il suo diritto al contraddittorio, oltre che il principio della presunzione di non colpevolezza. Lo ha affermato la Corte costituzionale, con una sentenza depositata oggi, nella quale è stata dichiarata non fondata, alle condizioni chiarite nella pronuncia, una questione di legittimità costituzionale sollevata dal tribunale di Lecce. Nel caso all’esame del tribunale, una persona già sottoposta a indagini era casualmente venuta a conoscenza di un provvedimento di archiviazione per prescrizione già pronunciato nei suoi confronti, in cui si affermava, tra l’altro, che le accuse rivolte contro di lei erano suffragate da molteplici elementi di riscontro, puntualmente elencati. La persona interessata aveva, quindi, proposto reclamo contro il provvedimento, manifestando al tempo stesso la propria volontà di rinunciare alla prescrizione. Il tribunale di Lecce aveva allora chiesto alla Corte di introdurre un generalizzato obbligo, a carico del pubblico ministero, di avvisare preventivamente la persona sottoposta alle indagini dell’eventuale richiesta di archiviazione per prescrizione del reato nei suoi confronti, in modo da consentirle di rinunciare alla prescrizione e ottenere una pronuncia che riconosca la sua innocenza. La Corte costituzionale ha ritenuto infondata la questione.

“E’ vero che la Corte ha, in passato, riconosciuto il diritto dell’imputato a rinunciare alla prescrizione, in seguito all’esercizio dell’azione penale da parte del pubblico ministero – ricorda Palazzo della Consulta – ma tale diritto non necessariamente deve riconoscersi anche a chi sia soltanto sottoposto a indagini preliminari, senza che l’ipotesi di reato a suo carico sia mai stata fatta propria dal pubblico ministero”. La Corte ha però ricordato che già durante le indagini preliminari l’interessato dispone dei mezzi ordinari a difesa della propria reputazione – a cominciare dalla denuncia per calunnia e/o diffamazione sino all’azione di risarcimento del danno – “contro qualsiasi privato che lo abbia ingiustamente accusato di avere commesso un reato, nonchè contro ogni indebita utilizzazione, da parte dei media, degli elementi di indagine e dello stesso provvedimento di archiviazione, cosi’ da presentare di fatto la persona come colpevole. Inoltre, un elementare principio di civiltà giuridica impone che tutti gli elementi raccolti dal pubblico ministero in un’indagine sfociata in un provvedimento di archiviazione debbano sempre essere oggetto di attenta rivalutazione nell’ambito di eventuali diversi procedimenti (civili, penali, amministrativi, disciplinari, contabili, di prevenzione) in cui dovessero essere in seguito utilizzati”, così da assicurare all’interessato in quelle sedi “le più ampie possibilità di contraddittorio, anche mediante la presentazione di prove contrarie”. Inoltre, il caso specifico all’esame del tribunale di Lecce, hanno proseguito i giudici costituzionali, è “emblematico di una specifica patologia”, rappresentata da un provvedimento di archiviazione per prescrizione che presenta la persona sottoposta alle indagini come colpevole, senza averle dato alcuna possibilita’ di difendersi dalle accuse. A tale proposito, la Corte ha sottolineato che tanto l’iscrizione nel registro degli indagati, quanto il provvedimento di archiviazione che chiude le indagini, sono provvedimenti concepiti dal legislatore come “neutri”, dai quali è erroneo far discendere conseguenze negative per la reputazione dell’interessato. Se però il provvedimento di archiviazione esprima giudizi sulla colpevolezza dell’imputato, esso risulterà del tutto indebito, “a fronte della considerazione che, una volta riscontrato l’avvenuto decorso del termine di prescrizione, gli stessi poteri di indagine e di valutazione del pubblico ministero sui fatti oggetto della ‘notitia criminis’ vengono meno”. Ancora, provvedimenti simili “sono in concreto suscettibili di produrre, ove per qualsiasi ragione arrivino a conoscenza dei terzi, come spesso accade, gravi pregiudizi alla reputazione, nonchè alla vita privata, familiare, sociale e professionale, delle persone interessate. Ciò che, in ipotesi, potrebbe dare altresì luogo a responsabilità civile e disciplinare dello stesso magistrato” che ha richiesto o emesso il provvedimento, in quanto ne ricorrano i presupposti di legge. “Il complessivo bilanciamento degli interessi in gioco esige – conclude Palazzo della Consulta in una nota – che sia sempre assicurata all’interessato la possibilità di un ricorso effettivo contro questi provvedimenti, che indebitamente inseriscono in un’archiviazione il contenuto tipico di una sentenza di condanna, senza che l’indagato, in ipotesi rimasto all’oscuro dell’indagine, abbia avuto alcuna concreta possibilità di esercitare il proprio diritto al contraddittorio rispetto agli elementi raccolti a suo carico dal pubblico ministero”. 

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AGI – Si consolida il ‘paradigma biomediatico‘ scrive il Censis nel suo XIX Rapporto annuale sulla comunicazione, quest’anno intitolato ‘Il vero e il falso’. Stabili gli utenti di Internet, smartphone e social network. Il 79,3% dei giovani usa YouTube, il 72,9% Instagram, il 56,5% TikTok, mentre scendono Spotify, Twitter e Snapchat. Tornano a salire i lettori di libri (+3,1%).

 

Non si ferma il boom della spesa delle famiglie per i dispositivi digitali con 8,7 miliardi di euro (+727,9% dal 2007). Secondo il 68,3% degli utenti, con l’Intelligenza Artificiale aumenteranno le notizie non verificabili e non sapremo più distinguere il vero dal falso, con grandi rischi per le democrazie. Questi, in estrema sintesi, i risultati della ricerca condotta dagli analisti di piazza di Novella, promossa da Intesa Sanpaolo, Mediaset, Rai, Tv2000 e Windtre, e presentata oggi a Roma da Giorgio De Rita, segretario Generale del Censis

 

In crescita la tv di internet

L’analisi del sistema dei media che viene proposta nel XIX Rapporto sulla comunicazione evidenzia che, nell’era biomediatica, alcuni mezzi sono in grado di raccogliere intorno a sè un vasto pubblico e di rispondere alle diverse preferenze ed esigenze comunicative di ciascuno. A svolgere questo compito è innanzitutto la televisione. Nel 2023, si legge sul rapporto, a guardarla è complessivamente il 95,9% degli italiani (+0,8%). La percentuale dell’utenza è la somma di più componenti: la stabilita’ del numero di telespettatori della tv tradizionale (il digitale terrestre: +0,9% rispetto al 2022), una lieve crescita della tv satellitare (+2,1%), il continuo rialzo della tv via internet (web tv e smart tv passano al 56,1% di utenza, ovvero oltre la meta’ della popolazione, con un +3,3% in un anno) e il boom della mobile tv, che è passata dall’1,0% di spettatori nel 2007 al 33,6% di oggi (più di un terzo degli italiani).

 

La radio sempre ibrida

La radio continua a rivelarsi all’avanguardia all’interno dei processi di ibridazione del sistema dei media. Complessivamente, i radioascoltatori sono il 78,9% degli italiani, con una lieve flessione da un anno all’altro (-1,1%). Ma se la radio ascoltata in casa attraverso l’apparecchio tradizionale subisce un piccolo calo passando al 45,6% di utenza (-2,4% rispetto al 2022), l’autoradio si attesta al 69,1%, confermandosi su livelli prepandemici. Per quanto concerne l’ascolto delle trasmissioni radiofoniche via internet con il pc (18,2% degli utenti) e con lo smartphone (24,1%), si registra una crescita importante nel lungo periodo (rispettivamente +10,6% e + 20,5% dal 2007 ad oggi), ma un calo nel breve (rispettivamente -2,2% e -5,0% tra il 2022 e il 2023).

 

I social network si consolidano

Tra il 2022 e il 2023 si registra un consolidamento dell’impiego di internet da parte degli italiani (l’89,1% di utenza, con una differenza positiva di 1,1 punti percentuali), e si evidenzia una sovrapposizione quasi perfetta con quanti utilizzano gli smartphone (l’88,2%) e molto prossima a quanti sono gli utilizzatori di social network (82,0%).

 

Whatsapp imperante

Tra i giovani (14-29 anni) si registra un consolidamento nell’impiego delle piattaforme online. Il 93,0% utilizza WhatsApp, il 79,3% YouTube, il 72,9% Instagram, il 56,5% TikTok. In lieve flessione tra gli under 30, oltre a Facebook (passato dal 51,4% del 2022 al 50,3%), anche Spotify (dal 51,8% al 49,6%) e Twitter (dal 20,1% al 17,2%). Colpisce la discesa di due piattaforme partite bene ma che nel tempo hanno arrestato la loro corsa: Telegram (passato dal 37,2% del 2022 al 26,3%) e Snapchat (dal 23,3% all’11,4%). 

 

Carta stampata in crisi perenne

Per i media a stampa, invece, si accentua ulteriormente la crisi ormai storica, a cominciare dai quotidiani cartacei venduti in edicola, che nel 2007 erano letti dal 67,0% degli italiani, ridottisi al 22,0% nel 2023 (con una differenza pari a -3,4% in un anno e a -45,0% in quindici anni). Si registra ancora una limatura dei lettori dei settimanali (-1,7%) e dei mensili (-2,8%). Anche gli utenti dei quotidiani online diminuiscono al 30,5% degli italiani (-2,5% in un anno), mentre sono stabili quanti utilizzano i siti web d’informazione (il 58,1% come gia’ nel 2022, ma cresciuti del 21,6% dal 2011).

 

Segnali di ripresa per i libri

Nel 2023 si arresta l’emorragia di lettori di libri: gli italiani che leggono libri cartacei sono il 45,8% del totale (+3,1% rispetto allo scorso anno ma -13,6% rispetto al 2007). La ripresa non riguarda i lettori di e-book, che non si sbloccano, rimanendo stabili al 12,7% (-0,6%).

 

AGI – L’ex ministro Luca Lotti e Tiziano Renzi, padre del leader di Italia Viva ed ex premier, Matteo, sono stati assolti nel processo nato dall’inchiesta ConsipLo hanno deciso i giudici del tribunale di Roma, al termine di una camera di consiglio di oltre 3 ore. Oltre a Lotti e a Renzi senior sono stati assolti altri 6 imputati. Si tratta dell’ex parlamentare Italo Bocchino; degli imprenditori Alfredo Romeo e Carlo Russo; del carabiniere Emanuele Saltalamacchia, all’epoca dei fatti comandante dei carabinieri della Legione Toscana; di Filippo Vannoni, ex presidente di Publiacqua e di Stefano Massimo Pandimiglio. Condannati, invece, i carabinieri Gianpaolo Scafarto (1 anno e 6 mesi) e Alessandro Sessa (3 mesi).

 

I reati, contestati a vario titolo, erano quelli di millantato credito, traffico d’influenze, tentata estorsione, favoreggiamento, falso, rilevazione di segreto. Il pm Mario Palazzi, lo scorso 22 dicembre, aveva sollecitato otto richieste di condanna e due di assoluzione nel procedimento legato alla centrale acquisti della pubblica amministrazione. Per Lotti era stata sollecitata una pena a 1 anno di reclusione. Stessa condanna richiesta per Bocchino. La procura di Roma aveva poi sollecitato, inoltre, una condanna 2 anni e 6 mesi per Romeo e a 5 anni per Russo. Per l’ex ufficiale del Noe Scafarto e’ stata chiesta una condanna a 1 anno e 10 mesi, mentre per il colonnello Sessa e’ stata sollecitata una condanna a 3 mesi: per loro è caduta l’accusa di depistaggio.

 

La condanna era stata chiesta anche per l’ex generale Saltalamacchia (a 1 anno di reclusione); e per Vannoni, (a 1 anno). Chiesta invece l’assoluzione per Renzi senior e Pandimiglio. L’accusa, nel corso della requisitoria, aveva ricordato che, su questo processo, si sarebbe abbattuta “la mannaia della prescrizione”. “Un processo – aveva ricordato il pm Palazzi – destinato più alla storia che alla giustizia, molti di questi reati saranno travolti dalla prescrizione”. Gianpaolo Scafarto e Alessandro Sessa, carabinieri che, all’epoca dei fatti, erano in servizio al Noe, sono stati condannati anche al pagamento di una provvisionale di 50mila euro immediatamente esecutiva nei confronti del ministero della Difesa. 

 

Lotti: avanti a testa alta, ho vissuto sette anni difficili

“Sono stati sette anni e mezzo difficili che non auguro a nessuno. Vedersi sbattuto da innocente in prima pagina con accuse anche da parte di quelli che dovrebbero essere i tuoi ‘vicini di banco’. Comunque è andata bene, vado avanti a testa alta. Sono contento”, ha commentato l’ex ministro dello Sport, Luca Lotti.
“È una vicenda che mi è costata dal punto di vista personale: la politica va e viene, è impegno civico che io ho fatto per 10 anni con massimo rispetto per gli incarichi che ho svolto da quando ho cominciato come consigliere comunale fino all’incarico da ministro. Oggi faccio altro, ma non ho lasciato la politica. Posso guardare in faccia tante persone che negli anni mi hanno accusato o facevano commenti su di me: oggi finalmente si è messo un punto” ricorda Lotti.

 

“Nel Pd sono un semplice iscritto, non ho condiviso tante scelte nel mio partito. Molti militanti del mio partito che in passato potevano additarmi come un problema oggi possono ricredersi. Poi sulla non candidatura io ho sempre detto che non avrei mai potuto e voluto essere uno scandalo per il mio partito e oggi ne ho data la dimostrazione. Manderò a tutti i membri di quell’assemblea, dove ad agosto del 2022 ho detto e pronunciato queste parole, la sentenza di oggi” conclude Lotti.