Browsing: Salute e Benessere

AGI – Un muro di tufo, lungo 25 metri e alto 6, è crollato ieri sera alle 22.50 in via San Francesco di Sales, nel quartiere romano di Trastevere. Nessuno è rimasto ferito ma nel crollo sono rimaste coinvolte diverse autovetture parcheggiate. Sul posto, oltre ai vigili del fuoco, le forze dell’ordine

“Scopri la storia emozionante di Copetti e il suo cammino verso la riscoperta della passione medica. Leggi l’articolo per conoscere come ha superato le sfide e ha ritrovato la sua vocazione nel mondo della medicina. Un racconto avvincente che ti ispirerà a seguire i tuoi sogni e a perseguire la tua passione.”

Scopri la commovente storia di Copetti e la sua incrollabile passione per essere medico. Attraverso una ricerca appassionata, esplora il percorso di questo straordinario individuo che ha saputo sfidare ogni ostacolo per realizzare il suo sogno. Leggi ora per ispirarti e riscoprire il vero significato della dedizione alla professione medica.

AGI – È di un morto e tre feriti gravi il bilancio di una sparatoria che si è verificata poco prima delle 19 nella centralissima via Aldo Moro a Frosinone. Per cause ancora in fase di accertamento da parte degli investigatori della squadra mobile della questura di Frosinone, quattro uomini tutti di origine albanese si sono fronteggiati fra loro. In pochi minuti lungo la centralissima arteria è scoppiato il putiferio con cittadini e passanti che cercavano riparo in negozi e attività commerciali.

 

Uno dei quattro protagonisti della sparatoria è rimasto a terra colpito al collo da un proiettile. Per lui non c’è stato scampo. Gli altri tre sono stati invece trasferiti in codice rosso presso il pronto soccorso dell’ospedale Fabrizio Spaziani Frosinone. Uno è in sala operatoria, colpito al torace e alla gamba. 

AGI – Disagi e rabbia. Il quartiere del Vomero a Napoli nella parte tra via Morghen e via Solimena, strade dove lo scorso 21 febbraio una maxivoragine ha provocato già problemi di viabilità e di agibilità in due palazzi, sotto la pioggia battente di questa mattina si è svegliato invaso dal fango. Un secondo cedimento nella rete fognaria e idrica ha trascinato acqua e terriccio lungo le vie in pendenza, e la forza dell’acqua che urtava contro le saracinesche di locali a piano terra ha anche fatto percepire un boato ai residenti.

 

La colata di fango ha invaso la strada di fianco di uni dei palazzi interessati dalla voragine e poi tutta la zona di via Torrione San Martino, invadendo anche un negozio. L’Abc, l’azienda idrica in house al Comune di Napoli, ha interrotto l’erogazione dell’acqua, in attesa che si valuti la situazione e soprattutto i tecnici possano cercare soluzioni. Sulla voragine di febbraio, che fece registrare anche 4 feriti lievi, due ragazzi sprofondati con l’auto e due turisti investiti dai detriti di un muro, la Procura di Napoli ha aperto un fascicolo. 

 

Le squadre di Abc sono da stamattina in via Morghen, “dove a causa delle sollecitazioni è crollato il manufatto fognario trascinando con sè i tubi posti all’interno e riempiendo d’acqua la voragine che si era aperta lo scorso 21 febbraio e dove da alcuni giorni erano in corso i lavori di riempimento”, scrive in una nota Abc, la società in house al comune che gestisce servizio idrico e depurazione. “Per procedere a tutte le attività necessarie è stata staccata la fornitura idrica in via Morghen e via Bonito che sarà ripristinata non appena le condizioni di sicurezza lo renderanno possibile”, precisa la nota.

 

Intanto il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi ha annunciato un piano “in primo luogo di conoscenza e poi di intervento”, soprattutto per il sistema delle fogne storiche, “dove è probabile che sarà necessario fare delle sostituzioni”.  Il primo cittadino ha seguito costantemente i passaggi dell’intervento, che ha interessato la zona di via Morghen. 

 

 

AGI – “Credo che è più forte chi vede la situazione, chi pensa al popolo, chi ha il coraggio della bandiera bianca, di negoziare. E oggi si può negoziare con l’aiuto delle potenze internazionali. La parola negoziare è una parola coraggiosa“. Cosi’ Papa Francesco nell’intervista rilasciata, all’inizio di febbraio, a Lorenzo Buccella, giornalista della Radio Televisione Svizzera (RSI) per il magazine culturale “Cliche'” e che andrà in onda il 20 marzo.

 

Buccella afferma che in Ucraina c’è chi chiede il coraggio della resa, della bandiera bianca. Ma altri dicono che così si legittimerebbe il più forte. “È un’interpretazione”, risponde il Pontefice. “Quando vedi che sei sconfitto, che le cose non vanno, occorre avere il coraggio di negoziare. Hai vergogna, ma con quante morti finirà? Negoziare in tempo, cercare qualche Paese che faccia da mediatore. Oggi, per esempio nella guerra in Ucraina, ci sono tanti che vogliono fare da mediatore. La Turchia, si è offerta per questo. E altri. Non abbiate vergogna di negoziare prima che la cosa sia peggiore”.

 

Per Francesco non bisogna perdere la speranza di provare a mediare: “Guardiamo la storia, le guerre che noi abbiamo vissuto, tutte finiscono con l’accordo”.
Poi il Papa che anche lui stesso si è proposto per negoziare? “Io sono qui, punto. Ho inviato una lettera agli ebrei di Israele, per riflettere su questa situazione. Il negoziato non è mai una resa. E il coraggio per non portare il Paese al suicidio. Gli ucraini, con la storia che hanno, poveretti, gli ucraini al tempo di Stalin quanto hanno sofferto…”. 

 

Il pontefice osserva che “Sempre c’è qualche situazione geografica o storica che provoca una guerra… Può essere una guerra che sembra giusta per motivi pratici. Ma dietro una guerra c’è l’industria delle armi, e questo significa soldi”. 

 

Come le rispondono i potenti della terra quando chiede loro la pace? “C’è chi dice, è vero ma dobbiamo difenderci… E poi ti accorgi che hanno la fabbrica degli aerei per bombardare gli altri. Difenderci no, distruggere. Come finisce una guerra Con morti, distruzioni, bambini senza genitori”. 

AGI – Papa Francesco ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Lowicz (Polonia), presentata da monsignor Andrzej Franciszek Dziuba. Lo rende noto un Bollettino della Sala Stampa della Sata Sede. Dziuba, 73 anni, è stato coinvolto in uno scandalo di pedofilia. Sono state presentate contro di lui alla Santa Sede denunce di negligenza nella gestione di abusi sessuali ai danni di cinque minori. Un’indagine a livello diocesano, secondo i presupposti del motu proprio Vos estis lux mundi, è stata condotta dall’arcivescovo metropolita di Lodz, Grzegorz Rys e nel 2020 i documenti raccolti sono stati presentati alla Santa Sede. Nel 2022, la commissione statale sulla pedofilia ha presentato una notifica alla procura con l’accusa di aver commesso il reato di mancata notifica alle forze dell’ordine degli abusi sessuali a danno di un minore, commessi nel 2016 da un sacerdote a lui subordinato.

In un comunicato, la nunziatura di Varsavia rende nota la decisione del Pontefice sottolineando che la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Lowicz presentata da monsignor Dziuba era stata richiesta dalla Santa Sede. “Infatti – si legge nella nota -, sono state riscontrate difficoltà nel governo pastorale di S.E. Andrzej Dziuba e in particolare sue omissioni nel trattare casi di abusi sessuali su minori commessi da alcuni sacerdoti, come è emerso da un’indagine condotta dalla Santa Sede, a norma del Motu Proprio ‘Vos estis lux mundi'”. 

AGI – Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bologna ha concluso un’operazione con il recupero a tassazione per oltre 11 milioni di euro, attraverso l’approfondimento di due differenti contesti operativi. Il primo ha riguardato quattro “influencer”, seguiti da 50 milioni di follower in totale. Per due di loro, completamente sconosciuti al fisco, le Fiamme Gialle hanno dovuto ricostruire i proventi ottenuti non solo attraverso pubblicazioni sui social e collaborazioni professionali avviate con aziende (“influencer marketing”) ma, anche e soprattutto, mediante l’inserimento di contenuti su popolari siti d’intrattenimento per adulti. Il secondo contesto ha invece riguardato cinque digital creator (tutti sconosciuti al fisco) molto attivi nella pubblicazione di prestazioni a pagamento sul web.

Per tre di loro è stata segnalata all’Agenzia delle Entrate l’applicazione di una particolare addizionale alle imposte sul reddito introdotta dalla legge di bilancio 2006 a carico di chi produce, distribuisce, vende e rappresenta materiale per adulti anche in formato multimediale. L’importo di tale addizionale, per un totale di circa 200mila euro, è destinato agli interventi a favore del settore dello spettacolo, tra i più penalizzati dalla pandemia. Generalmente gli influencer si sono dimostrati ampiamente collaborativi, aderendo prontamente ai rilievi mossi e versando all’Erario gli importi dovuti; solo in qualche caso, si sono riservati di effettuare approfondimenti ulteriori, prima di proseguire la procedura avanti agli uffici finanziari. L’attività condotta, spiega una nota delle Fiamme Gialle, consegue anche ai rapporti di collaborazione e sinergia instaurati tra il Comando Regionale Emilia Romagna della Guardia di Finanza e gli interlocutori istituzionali per la stipula di un protocollo d’intesa a tutela dell’economia legale e dei distretti industriali e ha riguardato diversi contesti, tra i quali quelli caratterizzati da un notevole processo evolutivo anche in ragione delle opportunita’ offerte dal web, con la conseguente generazione di ingenti volumi d’affari. 

Nel 1756 Federico il Grande invase la Sassonia dando inizio al primo conflitto mondiale della storia, la Guerra dei Sette Anni, dal quale sarebbe uscito trionfatore. Gli storici hanno assegnato al sovrano di Prussia il ruolo di “aggressore” ma in realtà Federico agì dopo aver scoperto che l’Europa intera si era coalizzata contro di lui e si apprestava a ridurlo a marchese del Brandeburgo. È la tesi, basata su documenti d’archivio finora ignorati o a suo dire volutamente trascurati, che espone Claudio Guidi nel secondo volume della sua tetralogia (editore Il Melangolo) dedicata a Federico II di Hohenzoller.
Del resto, annota l’autore, il ministro degli Esteri austriaco Wenzel Anton Von Kaunitz-Rietberg non nascondeva l’intento di mirare a una “riduzione della Prussia alla sua condizione primitiva di piccola potenza insignificante”. 
“La Guerra dei Sette anni”, questo il titolo del volume di 544 pagine appena pubblicato del saggista e giornalista abruzzese residente in Germania, si sofferma anche sul grandioso ma conflittuale rapporto del sovrano ammirato da Napoleone e Karl Marx con Voltaire, quello tra “due geni non fatti per stare vicini”. E poi sulla misoginia del ‘solitario di Sanssouci’ nemico giurato di Mme de Pompadour, della zarina Elisabetta e di Maria Teresa d’Austria che sosteneva che “per rovinare un Paese, basta farlo governare da una donna”.
L’uomo che per il suo genio militare entusiasmerà Napoleone, sarà sempre in prima fila davanti ai suoi in tutte le battaglie della guerra dei Sette anni, si vedrà abbattere cinque cavalli sui quali è seduto, con la sua tabacchiera che ferma una pallottola e un’altra che gli arriva in petto ormai a fine corsa. 

Nel volume fa sempre capolino anche la vita privata di Federico, con tanti dettagli curiosi e godibili, dalla sua ghiottoneria, che gli fa assumere il miglior cuoco francese in circolazione, alla sua avidità di bottarga, che si fa spedire da Algarotti dall’Italia.
L’uomo che si definisce primo servitore dello Stato e che per questo lavora fin dalle quattro del mattino, non piace umanamente a Denis Diderot, che pure lo ammira, ma che lo definisce “balzano come un pappagallo e maligno come una scimmia”. Per Johann Wilfgang Goethe rappresenta la stella polare intorno alla quale gira il mondo intero, mentre nel descrivere l’ascesa di questo astro Voltaire dirà che il nord sussultò, tutto l’Olimpo accorse e Federico apparve.
La consacrazione definitiva a campione dell’umanità, per avere abolito la servitù della gleba, arriva a Federico il Grande da Karl Marx, per il quale fu “il primo a dare la terra ai contadini”.
Da questo secondo grande affresco del sovrano prussiano emerge la figura di un personaggio creato dalla natura per diventare un artista, poeta o musicista, come dimostrerà poi a sufficienza, ma che si trasforma di colpo nel più grande condottiero del secolo subito dopo essere salito al trono a 28 anni. Si tratta di un uomo che tre giorni dopo abolisce la pena di morte, la tortura, la censura, che riforma la giustizia, facendo concludere i processi nel giro di un anno, che favorisce l’istruzione generalizzata in tutta la Prussia, accogliendo da ateo come insegnanti i gesuiti cacciati dall’Europa intera, ma introduce una totale libertà di culto, poiché “ognuno ha il diritto di salire in Cielo secondo i suoi gusti”.
Il tutto in un secolo dominato ovunque dal più bieco oscurantismo, caratterizzato dalle persecuzioni religiose più atroci e con i roghi sempre pronti a essere accesi. Un re flautista con un talento e una sensibilità stupefacenti, che oggi secondo le testimonianze di tutti i contemporanei ne avrebbero fatto un grande solista, che fornisce peraltro a Bach il tema sul quale verranno composte le variazioni dell’Offerta Musicale. Ma è anche l’uomo di una brutalità inarrivabile, specie nei confronti della moglie, costretta a condurre una vita da vedova lontano da lui, che non avrà mai il diritto di mettere piede nella reggia di Sanssouci. Non se la caverà meglio il fratello minore ed erede al trono, August Wilhelm, che morirà di crepacuore dopo essere stato destituito da generale, per i presunti errori compiuti in una battaglia perduta e ricoperto per questo da terribili contumelie. Il suo fiuto letterario rimane invece infallibile, poiché sarà il primo a leggere e rileggere altre tre volte Candide di Voltaire, “l’unico romanzo che valga la pena di leggere e rileggere più volte”.