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AGI – È partito dal Circo Massimo il corteo organizzato dall’associazione ‘Non una di meno’ nel giorno della Festa della donna per manifestare contro la “violenza patriarcale”, anche per criticare la politica del governo in campo internazionale e per rivendicare i diritti del lavoro e della casa. Sono tanti, tantissimi, diverse migliaia, che hanno accolto l’invito dell’associazione trans femminista e hanno aderito al corteo dove sventolano moltissime bandiere palestinesi.

 

“Sciopero totale transfemminista – urla dal camion che apre il corteo una attivista – manifestiamo contro la guerra come manifestazione massima della violenza patriarcale. Scioperiamo contro il genocidio in Palestina e chiediamo l’immediato c’è stato il fuoco sul Gaza. Chiediamo la fine dell’occupazione e del sistema di apartheid e dell’occupazione coloniale in Palestina – aggiunge – oggi siamo al fianco delle donne palestinesi che ci hanno chiesto di scioperare e noi abbiamo accolto il loro appello”.

Poi aggiunge, applaudita dalle migliaia di manifestanti, “ci opponiamo alla politica economica di questo governo che favorisce i contratti precari e smantella il welfare aumentando il lavoro gratuito che pesa sulle donne e sui precari. Ci poniamo al progetto di dio, patria e famiglia delle nuove destre e ci opponiamo alle politiche sessiste e razziste di questo governo che discriminano le famiglie arcobaleno e ostacolano l’autodeterminazione delle persone e adolescenti trans”, aggiunge. 

 

Loredana Bertè colonna sonora della marcia

Loredana Berté con le sue canzoni, dall’ultima, ‘Pazza’, alla classica ‘Non sono una signora’ ‘scrive’ la colonna sonora del corteo organizzato dall’associazione transfemminista ‘Non una di meno’ partito dal Circo Massimo. Sulle note della signora della musica italiana sfilano migliaia di manifestanti. 

 

 

AGI – La procura di Genova ha chiuso le indagini sulla morte di Camilla Canepa, la 18enne studentessa di Sestri Levante deceduta nel giugno 2021, alcuni giorni dopo aver ricevuto una dose di vaccino anti Covid AstraZeneca, durante un open day. A ricevere l’avviso di fine indagini, cinque professionisti, all’epoca in servizio al pronto soccorso di Lavagna, dove la giovane si era recata, accusando malori. A quattro di loro, fa sapere la procura, è contestato il reato di omicidio colposo, in particolare per non aver sottoposto la ragazza, la sera del 3 giugno 2021, a tutti gli accertamenti previsti dal protocollo della Regione Liguria per il trattamento della sindrome Vitt, ovvero una forma di trombosi che aveva colpito la ragazza dopo la somministrazione del vaccino. Quegli esami, secondo l’accusa, avrebbero permesso di evidenziare la patologia e attivare le cure che avrebbero potuto salvare la vita della studentessa. A tutti e cinque gli indagati è poi contestato il reato di falso ideologico per non aver attestato nella documentazione sanitaria che la giovane era stata sottoposta a vaccinazione anti Covid. 

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AGI – Riccardo Bossi, primogenito dell’ex leader della Lega Umberto, è indagato per truffa ai danni dello Stato, per aver percepito indebitamente il reddito di cittadinanza.

 

Le indagini sono svolte dalla procura di Busto Arsizio (Varese) e Riccardo Bossi è assistito dall’avvocato Federico Magnante. 

AGI – Dall’inizio dell’anno al 3 marzo, in Italia sono stati commessi 60 omicidi, tre in più rispetto a quelli commessi nello stesso periodo dell’anno precedente; 20 le vittime donne, come un anno fa. Sono alcuni dei dati contenuti nel Report settimanale sul fenomeno curato dal Servizio analisi criminale della Direzione centrale della polizia criminale. Sempre dal primo gennaio, gli omicidi commessi in ambito familiare/affettivo sono stati 29 (28 un anno fa) con 18 vittime donne, due in meno dello stesso arco di tempo del 2023. In flessione, rispetto allo stesso periodo dell’anno passato, anche il numero degli omicidi commessi dal partner o ex partner, che da 15 diventano 10, con le vittime donne che da 13 scendono a 8.

Nel Report annuale della stessa Dac, diffuso alla vigilia dell’8 marzo, si ricorda che gli omicidi volontari commessi in Italia nel 2023 sono stati 334, otto in più rispetto all’anno precedente: l’incremento rispetto al 2020 sale però al 16%. Le vittime donne l’anno scorso sono state 120, a fronte delle 128 dell’anno precedente: gli omicidi commessi in ambito familiare/affettivo nel 2023 sono stati 147, con 97 vittime donne (-4% nel quadriennio); 69 quelli commessi da partner o ex, con 64 vittime donne (-6% rispetto al 2020).

Analizzando il solo 2023, le donne vittime di omicidio costituiscono il 36% del totale: di queste, il 97% erano maggiorenni e l’87% italiane. L’azione di contrasto mostra un trend altalenante, con valori che tra il 2020 e il 2023 si attestano tra l’88 e il 93% di casi scoperti. Per il territorio nazionale il “tasso medio” degli omicidi in rapporto alla popolazione residente è pari a 0,56 per 100mila abitanti (considerando le vittime di entrambi i sessi), con un valore più elevato per il genere maschile, pari allo 0,74, rispetto a quello femminile, che si attesta a 0,4. Per quanto attiene infine al ‘modus operandi’, negli omicidi volontari di donne avvenuti in ambito familiare/affettivo si rivela preminente l’uso di armi improprie e/o armi bianche, che ricorre in 41 casi; in 27 eventi sono state utilizzate armi da fuoco. Seguono le modalità di asfissia/soffocamento/strangolamento e lesioni o percosse, entrambe utilizzate in 14 omicidi, e avvelenamento in un unico caso.

Sul fronte dei reati introdotti dal cosiddetto “Codice rosso” (legge 19 luglio 2019, numero 69), dal 2020 a oggi il loro numero è andato progressivamente aumentando per la fattispecie della violazione ai provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa e per la deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso. Di contro, per la diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti e per la costrizione o induzione al matrimonio si registra un andamento altalenante, con un incremento nell’ultimo anno. È quanto emerge dal Report “Donne vittime di violenza”, curato dal Servizio di analisi criminale della Direzione centrale della polizia criminale del dipartimento della pubblica sicurezza e diffuso alla vigilia dell’8 marzo.

In particolare, i casi di costrizione o induzione al matrimonio sono stati 28 nel 2023, il doppio rispetto a quelli dell’anno precedente, con una percentuale di vittime donne del 96%; 93 i casi di deformazione dell’aspetto del viso mediante lesioni permanenti a fronte dei 104 del 2022 e con una percentuale di vittime donne del 17%. In aumento, dell’11,8% (dai 1.232 del 2022 ai 1.378 del 2023) le denunce di revenge porn (con il 62% di vittime donne) e dell’1,3% (da 2.529 a 2.563) le violazioni del provvedimento di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento alla persona offesa.

AGI – Indagano i carabinieri di Brescia e i colleghi del Tpc su un furto di opere d’arte dal valore complessivo di un milione di euro al Vittoriale degli italiani, a Gardone Riviera, in provincia di Brescia. A confermarlo all’AGI fonti delle forze dell’ordine. Sottratte tutte le 49 opere in oro dell’esposizione temporanea dell’artista Umberto Mastroianni, allestita dal 30 dicembre del 2023 e che doveva chiudersi l’8 marzo. A scoprire il clamoroso ‘colpo’ sono stati i responsabili del Vittoriale che, quando hanno aperto le porte in mattinata, hanno trovato tutti gli spazi espositivi vuoti. 

 

Il furto al Vittoriale, la residenza fatta costruire da Gabriele D’Annunzio a Gardone Riviera, sulla sponda bresciana del lago di Garda, ha preso di mira un autentico ‘tesoro’ dell’artista Umberto Mastroianni. Si tratta di 19 sculture e lastre e di 30 gioielli realizzati dallo zio dell’attore Marcello Mastroianni, deceduto nel 1998 e considerato tra i più geniali scultori del Novecento.

 

Le opere di oreficeria, tra cui bracciali e anelli, sono state realizzate tra gli anni ’50 e ’90 con la tecnica della fusione a cera persa o a colata in oro, trattando la materia come se fosse bronzo o vetro, sempre in fusione. Erano al Vittoriale dal 30 dicembre per la mostra “Come un oro caldo e fluido” che sarebbe dovuta terminare domani. Il Vittoriale degli italiani, in cui è sepolto D’Annunzio, si estende per nove ettari e fu progettato dall’architetto Giancarlo Maroni come tributo alla “vita inimitabile” del Vate quale poeta-soldato e al valore dei soldati italiani durante la Prima guerra mondiale. 

 

“Il Vittoriale degli italiani – è quanto sostenuto da fonti del Ministero – non è un museo statale ma una Fondazione di diritto privato a cui il Ministero della Cultura partecipa. Detto questo, la sottrazione fraudolenta di beni al suo interno indigna profondamente. Si auspica che i Carabinieri di Brescia e del TPC recuperino quanto prima i beni sottratti e assicurino alla giustizia i responsabili del furto. Gli uffici del Ministero hanno chiesto immediatamente al Presidente della Fondazione del Vittoriale degli italiani, Giordano Bruno Guerri, una relazione su quanto accaduto”.