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AGI – “Il presidente della Figc Gabriele Gravina non era indagato, ma si è fatto indagare dai magistrati della procura di Roma per potersi difendere da accuse innanzitutto mediatiche”. Lo precisa all’AGI l’avvocato Fabio Viglione che, con il collega Leo Mercurio, ha accompagnato ieri pomeriggio Gravina nella procura della Capitale che sta conducendo l’inchiesta sui cosiddetti dossieraggi ai danni di politici e vip. Il penalista spiega che “Gravina non è stato convocato come indagato, ne’ tantomeno è entrato come persona informata sui fatti ed è uscito indagato, sono tutte ricostruzioni assolutamente sbagliate. L’unico mezzo tecnicamente idoneo per difendersi da un’accusa mediatica, non formalizzata – spiega Viglione -, era quello di presentarsi con i difensori per chiarire tutto, presentando i documenti a supporto di ogni sua affermazione. E’ ciò che è puntualmente accaduto”.  

 

Per l’avvocato Viglione, “Gabriele Gravina è parte offesa nella vicenda, è bene non stravolgere la realta'”. Non solo, ma “le parole ‘riciclaggio’ o ‘autoriciclaggio’ non sono state pronunciate da nessuno ieri pomeriggio”, spiega il penalista, che precisa ancora: “Ieri pomeriggio (davanti ai magistrati romani, ndr) è emersa l’assoluta correttezza dell’operato del presidente Gravina e lo posso affermare senza nessun tentennamento rispetto alle molte fantasie lette sui giornali. Abbiamo letto di collegamenti bizzarri, senza nessun senso, tra vicende completamente scollegate tra loro (collezioni di libri antichi e acquisto di case, ndr). Quando ‘il fatto’ non esiste, come nel nostro caso, e noi lo abbiamo documentato, non c’è nessuna ipotesi di reato che abbia un senso. E’ emersa l’assoluta correttezza del presidente. Riteniamo sia una vicenda conclusa”. 

AGI – La Corte d’Appello di Brescia ha confermato la condanna di primo grado a 1 anno e 3 mesi per l’ex pm di Mani Pulite ed ex consigliere del Csm,
Piercamillo Davigo, imputato per rivelazione del segreto d’ufficio in relazione alla vicenda dei verbali di Piero Amara su una presunta
Loggia Ungheria. 

AGi – “All’inizio mi ha fatto credere che Giulia volesse farsi male e poi che fosse bipolare e che volesse uccidersi”. Lo ha detto l’altra fidanzata di Alessandro Impagnatiello deponendo nel processo a carico dell’uomo accusato dell’omicidio pluriaggravato della compagna convivente Giulia Tramontano, incinta al settimo mese. La giovane italo-inglese di 23 anni è protetta da un paravento che impedisce all’imputato, seduto in cella con lo sguardo rivolto a terra. “Quando l’ho conosciuto ero consapevole che fosse fidanzato e poi lui mi ha detto che si sono lasciati. Io ho scoperto” ad aprile 2023 che Giulia “fosse incinta ma Alessandro mi ha detto che non era il padre”. 

 

La donna, dopo un inizio di deposizione non facile in cui ha avuto anche un momento di commozione parlando della propria interruzione di gravidanza. Ha fatto rimuovere il paravento che le impediva di vedere la cella e ha in un paio di occasioni rivolto lo sguardo verso Impagnatiello, che dall’inizio dell’udienza non ha mai alzato la testa.

La 23enne rispondendo alle domande delle pm Letizia Mannella e Alessia Menegazzo sta ripercorrendo i giorni e le ore prima dell’omicidio di Giulia Tramontano commesso da Impagnatiello la sera del 27 maggio nell’appartamento a Senago.

“Oggi in aula combatteremo per te”. Lo ha scritto sui social Loredana Femiano, madre di Giulia Tramontano, pochi minuti prima dell’udienza del processo in cui è chiamata come testimone dell’accusa. In aula è seduto il fratello minore di Giulia. “Una sola condizione: ergastolo a vita”, ha scritto su Instagram Chiara Tramontano, sorella di Giulia. “Davanti alla corte la verità si svelerà col tempo, per Giulia, la giustizia trionferà. Non temere, la tua voce risuonerà forte, affinché il mondo sappia: l’amore non muore. Lotta con fierezza, non arrenderti, Giulia, perché vivrai per sempre”, ha aggiunto. 

 

 

AGI –  “I numeri sono molto più preoccupanti di quelli che sono emersi: si tratta di numeri inquietanti, davvero mostruosi”. Ad affermarlo è Raffaele Cantone, il procuratore di Perugia, coordinatore dell’inchiesta su un presunto dossieraggio ai danni di politici, vip e imprenditori. Dopo il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, Giovanni Melillo, tocca all’ex presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione essere audito dalla commissione antimafia in merito alle indagini che vedono indagate 15 persone, tra cui un finanziere della Direzione Nazionale Antimafia che avrebbe effettuato diversi accessi alle banche dati per fini non investigativi e tre giornalisti del quotidiano Domani. 

 

“”Si tratta di una vicenda oggettivamente molto grave, perché il numero degli accessi fatti è eccessivamente elevato. Il sottotenente Striano in quattro anni ha consultato 4.124 Segnalazioni di Operazioni Sospette (Sos), un numero spropositato, e scaricato 33.528 file dalla banca dati della Dna”, ha reso noto Cantone,  “il mercato delle Sos non si è fermato e ne abbiamo una prova clamorosa: durante la prima fuga di notizie sui giornali è uscito il riferimento a una Sos riguardante un imprenditore che avrebbe avuto a che fare col ministro della Difesa. Ma quella Sos non era stata vista da Striano. C’era qualcuno che in un momento di massima attenzione sulla vicenda continuava a vendere sottobanco le Sos. Questa indagine è stata trasmessa alla procura di Roma, con cui il rapporto è saldo”

 

Forti gli interrogativi sui moventi, che non appaiono economici. “Non è emerso che il tenente Striano facesse la bella vita, che avesse disponibilità economiche di un certo tipo, il suo conto corrente, così come quello dei suoi familiari, è stato vivisezionato: al momento non sono emersi elementi tali da far pensare a finalità economiche della sua attività, che pure potrebbero essere nascoste”, ha spiegato Cantone. 

“Un vero e proprio verminaio”

 “Abbiamo sentito due volte il ministro Crosetto, che va ringraziato per la scelta di rivolgersi all’autorità giudiziaria consentendo così di scoprire quello che è un vero e proprio verminaio”, ha proseguito il pm, “nessun attacco da parte nostra alla libertà di stampa, fondamentale in ogni democrazia. Quella che non si tratti di notizie date dalla stampa, ma di attività di informazione commissionate dalla stampa a un ufficiale di polizia giudiziaria è un’ipotesi investigativa in merito alla quale saremmo felici di essere smentiti”.

 

Poi una risposta alle critiche: “Non mi occupo di bolle di sapone, non me ne occupavo neanche da bambino, chi lo dice ne risponderà nelle sedi opportune: ho grande rispetto per la libertà di manifestazione del pensiero e per l’età di chi lo esprime ma chi non conosce gli atti non può esprimere giudizi”. “È stato detto che la procura di Perugia avrebbe escluso le attività di dossieraggio ma la procura di Perugia non ha parlato con nessuno”, ha proseguito, “non spetta a me dire che cosa sia dossieraggio e che cosa no, è un tema che non ci appassiona nemmeno giuridicamente”. “Quella effettuata da Striano è una ricerca spasmodica di informazioni”, ha ricordato Cantone, spiegando che “gli accessi possono essere anche solo esplorativi, non sempre corrispondono a una raccolta di informazioni”.

“Quattro e non otto i giornalisti indagati”

“I giornalisti oggetto di indagine sono quattro, e non otto come è stato scritto: le altre quattro persone avevano rapporti con Striano, ma non c’entrano con la stampa. Tre dei quattro giornalisti appartengono allo stesso giornale”, ha poi chiarito Cantone, “i nostri consulenti informatici ci hanno spiegato che è possibile cancellare dati registrati sui device, e noi crediamo che in questo caso la cancellazione ci sia stata: nel telefono di Striano abbiamo trovato chat con giornalisti ma senza messaggi”. “Non solo – ha aggiunto il procuratore – nel pc di Striano abbiamo trovato molte email di anni precedenti, ma non quelle attuali”.

 

 “L’associazione a delinquere? Io sono molto rigoroso sulla contestazione di questa ipotesi di reato. In questo caso non c’è un nucleo strutturato ma un soggetto che agisce per una pluralità di soggetti, si mette a loro disposizione ma opera in una logica assolutamente individuale”, ha proseguito.

 

 

 

 

 

 

 

 

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AGI – Giornalista, critico letterario, scrittore, ex Presidente del Centro per il Libro e la Lettura, ideatore e a lungo conduttore del programma di culto di Radio Rai Fahrenheit, curatore del podcast Timbuctu, Marino Sinibaldi è da anni membro del Direttivo del Premio Strega. In questi giorni, che vedono entrare nel vivo la 78ma edizione del prestigioso riconoscimento letterario, sta quindi lavorando, insieme agli altri componenti del Comitato Pietro Abate, Giuseppe D’Avino, Valeria Della Valle, Alberto Foschini, Paolo Giordano, Dacia Maraini, Melania G. Mazzucco, Gabriele Pedullà, Stefano Petrocchi e Giovanni Solimine, a realizzare la prima, fondamentale scrematura dei titoli presentati selezionando i 12 ammessi alla votazione successiva. L’AGI l’ha incontrato per commentare insieme questo non semplice impegno

Spieghiamo innanzitutto come funziona il meccanismo del Premio

Gli Amici della domenica, un gruppo selezionato di circa 400 personalità del mondo della cultura, possono proporre alla Fondazione Bellonci ogni anno, tra il primo e l’ultimo giorno di febbraio, un libro uscito nei dodici mesi precedenti in cui credono, corredato da giudizio critico. Scaduto il termine, il Comitato Direttivo procede ad una selezione di 12 titoli, che quest’anno verranno annunciati alla Camera di Commercio di Roma nella sala del Tempio di Adriano il 5 aprile. A quel punto torneranno in gioco tutti gli Amici della domenica per scarnificare ulteriormente la rosa dei libri in gara fino ad individuare la cinquina finalista, che sarà resa pubblica al Teatro Romano di Benevento il prossimo 5 giugno. La proclamazione del vincitore avverrà al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma il 4 luglio.

Allo Strega 2024 sono stati presentati ben 82 libri

Premesso che l’aumento delle candidature degli ultimi anni deriva dal cambio di regolamento, che ora permette ad ogni singolo Amico della domenica di proporre un titolo, il Comitato si assume la responsabilità di far sì che non sia trascurata in alcun modo la qualità. Si tratta di un lavoro delicato e faticoso, ma non va dimenticato che a svolgerlo sono professionisti dell’editoria che per mestiere hanno già letto gran parte dei libri in concorso nei mesi e nelle settimane precedenti a quando vengono presentati gli ultimi partecipanti.

Qualche giorno fa Ferdinando Camon, Premio Strega 1978, ha scritto su La Stampa che sarebbe opportuno che la selezione fosse affidata ad altre giurie fino alla cinquina: come commenta le sue opinioni?

Non mi soffermerei su possibili polemiche. Come detto la scrematura dei dodici richiede un lavoro faticoso e delicato, ma principalmente teso a scongiurare il rischio, sempre alto, che la qualità non sia riconosciuta. La vera discussione può nascere sul personale gusto, ma resta incontestabile il fatto che la giura sia composta da lettori professionali, dotati di occhio allenato e dalla soglia di lettura altissima. Io stesso, da anni, mi trovo per ragioni di lavoro ad affrontare l’esame di almeno un libro al giorno.
D’altro canto tanti titoli in gara sono un segnale del valore dello Strega, a cui moltissimi vogliono partecipare salvo poi, quando esce la lista finale, chiedersi come faremo a scegliere. Tutto il sistema si basa d’altronde sulla fiducia reciproca: quando trovo sui supplementi letterari dei giornali elenchi anche molto lunghi di libri consigliati, non dubito mai che siano stati letti.

 

Oggi si producono tanti titoli, sono aumentate le case editrici e pubblicare è diventato molto più semplice di un tempo anche per ragioni tecnologiche e legate alla piattaforme. Amazon è il più grande editore del mondo. Tutto è cambiato, e le domande del passato non valgono più. Senza dubbio il Comitato si trova a valutare un alto numero di opere, ma la vera sfida di ogni lettore, attualmente, è proprio quella di cercare di non perdersi nella massa. Esattamente il compito che nel nostro piccolo svolgiamo per il premio: individuare la qualità nella quantità; come poi, in veste di semplice consumatore, ognuno è chiamato fare ogni giorno nella moltitudine di cibi, automobili o beni di qualsiasi tipo che ci vengono proposti, senza farsi dominare dal numero di prodotti.

Un 83mo libro presentato quest’anno è l’auto pubblicato su Amazon Kindle Direct Publishing ‘L’ultima spiaggia’ di Carmen Laterza: cosa deciderà il Comitato della sua ammissibilità e che segnale incarna questa proposta

E’ ancora presto per dire cosa sarà deciso, ma la questione rappresenta bene quello che sta accadendo. Bisogna saper interpretare una realtà che muta, perché esistono ormai libri di carta e digitali. Per fortuna abbiamo l’aiuto del Presidente della Fondazione Bellonci, Giovanni Solimine, che è esperto di questi temi ed addirittura autore di un saggio dedicato ai cambiamenti dal titolo: ‘Cervelli anfibi, orecchie e digitale.

Esercizi di lettura futura’. In un’editoria in evoluzione, come fa lo Strega a mantenere il suo prestigio?

Evidentemente, nonostante le polemiche di ogni anno, il Premio è ancora in grado di individuare il valore nel panorama letterario italiano. Dal 22 al 24 marzo all’Auditorium Parco della Musica di Roma torna ‘Libri Come, la festa del Libro e della Lettura’, che lei cura insieme a Michele De Mieri e Rosa Polacco: cosa succede quest’anno?

Come ogni festival ospitiamo tanti incontri di tipo diverso, ma nello spirito non siamo distanti dallo Strega: l’obiettivo è sempre dare conto della qualità e varietà, proponendo autori celebri accanto ed altri meno noti. Tra gli ospiti internazionali abbiamo già annunciato Julian Barnes, Etgar Keret, Azar Nafisi, Ottessa Moshfegh, Andrej Kurkov, Boris Belenkin, Selby Wynn Schwartz e Gohar Homayounpour. Ma al di là dei nomi, il nostro resta un invito al lettore a scoprire con fiducia anche voci che ancora non conosce.

 

Donna Tartt è venuta da noi prima che uscisse ‘Il Cardellino’, Olga Tokarczuk lo ha fatto prima di vincere il Nobel per la Letteratura. Ci piace stimolare la curiosità, forti di un lavoro di selezione molto accurato. Il tema di ‘Libri Come’ 2024 sarà l’Umanità, intesa come resistenza, sia di fronte ai conflitti bellici che dilaniano il nostro tempo che a fenomeni come lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale. Restare umani, oggi, è una sfida fondamentale e la letteratura continua a rappresentare un mezzo molto importante per aiutarci a farlo.