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AGI – Papa Francesco è arrivato in piazza San Pietro dove si svolge l’Udienza Generale. Il Pontefice, a bordo della jeep bianca per il giro tra i fedeli, è accompagnato da quattro bambini. Continuando il ciclo di catechesi su “I vizi e le virtù”, il Papa ha incentrato la sua riflessione sul tema La superbia (Lettura: Sir 10,7.9.12.14). La catechesi, però, è letta da don Pierluigi Giroli, officiale della Segreteria di Stato. “Ancora sono raffreddato e non posso leggere bene”, ha spiegato Papa Francesco all’inizio dell’Udienza Generale

 

“Di tutti i vizi, la superbia è gran regina. Non a caso, nella Divina Commedia, Dante la colloca proprio nella prima cornice del purgatorio: chi cede a questo vizio è lontano da Dio, e l’emendazione di questo male richiede tempo e fatica, più di ogni altra battaglia a cui è chiamato il cristiano”. Per Papa Francesco “la superbia” è un “male” che avvelena “quel sentimento di fraternità che dovrebbe invece accomunare gli uomini”. Il superbo, ha spiegato il Pontefice, “è un uomo facile al giudizio sprezzante: per un niente emette sentenze irrevocabili nei confronti degli altri, che gli paiono irrimediabilmente inetti e incapaci. Nella sua supponenza, si dimentica che Gesù nei Vangeli ci ha assegnato pochissimi precetti morali, ma su uno di essi si è dimostrato intransigente: non giudicare mai”.

“Ti accorgi di avere a che fare con un orgoglioso quando, muovendo a lui una piccola critica costruttiva, o un’osservazione del tutto innocua, egli reagisce in maniera esagerata, come se qualcuno avesse leso la sua maestà: va su tutte le furie, urla, interrompe i rapporti con gli altri in modo risentito”. Per Francesco “c’è poco da fare con una persona ammalata di superbia. E’ impossibile parlarle, tantomeno correggerla, perchè in fondo non è più presente a se stessa. Con essa bisogna solo avere pazienza, perchè un giorno il suo edificio crollera'”. “La salvezza passa per l’umiltà, vero rimedio a ogni atto di superbia”, conclude il Papa. “Nel Magnificat, Maria canta il Dio che con la sua potenza disperde i superbi nei pensieri malati del loro cuore. E’ inutile rubare qualcosa a Dio, come sperano di fare i superbi, perchè in fin dei conti Lui ci vuole donare tutto”.

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AGI – Cinque persone sono state arrestate dalla Polizia con l’accusa di tentato omicidio per l’aggressione ai danni di un 38enne cittadino albanese avvenuta il 29 marzo 2023 nel quartiere di Rogoredo. I cinque sono milanesi, di eta’ compresa tra i 27 e i 40 anni. L’uomo venne trovato dagli agenti delle volanti della Questura di Milano privo di conoscenza sul ciglio della strada, fu trasportato d’urgenza in ospedale e ricoverato in prognosi riservata, in stato di coma farmacologico. Si salvo’ grazie a due interventi chirurgici per le gravi lesioni multiple facciali e craniche, con diffusa emorragia cerebrale. Secondo la ricostruzione degli investigatori, la ‘miccia’ dell’aggressione sarebbe stata una lite tra la vittima e un conoscente nel corso della quale entrambi si erano minacciati coi coltelli. Subito dopo, il cittadino albanese si era allontanato dal luogo dell’alterco per tornarvi con una pistola in pugno – rivelatasi una scacciacani – con l’intenzione di affrontare il conoscente: giunto sul posto, tuttavia, avrebbe trovato gli amici di quest’ultimo, che, dopo averlo disarmato provocando l’esplosione di un colpo, lo avrebbero aggredito con estrema violenza, riducendolo in fin di vita. La vittima e il conoscente milanese, non presente alla successiva aggressione, sono stati indagati per minaccia aggravata dall’uso di armi e la vittima anche per porto abusivo di pistola scacciacani. 

 

 

 

AGI – Due uomini, di origine siriana, sono stati arrestati questa mattina ad Olbia con l’accusa di terrorismo internazionale. Ad intervenire è stata la Polizia di Stato di Sassari, in raccordo con la Direzione Centrale Polizia di Prevenzione – Servizio per il contrasto dell’estremismo e del terrorismo esterno. I due uomini sono destinatari di un ordine di custodia cautelare, emesso dalla procura generale presso la corte di appello di Sassari per associazione con finalità di terrorismo internazionale. Secondo quanto emerso dall’attività di indagine, i due, dal 2014 e fino agli inizi del 2018, avrebbero fatto parte di una organizzazione dedita all’hawala con cui effettuavano rimesse di denaro dall’Italia alla Siria (ed anche in direzione opposta) in favore delle milizie combattenti siriane di opposizione al regime di Bashar al-Assad. Tali milizie avrebbero utilizzato nella loro lotta metodi che prevedono l’uso indiscriminato della violenza, incuranti del coinvolgimento di civili inermi, e accettando gli effetti collaterali della violenza diretta. Nel corso delle indagini della Digos di Sassari, diretta dai pm della Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo di Cagliari, oltre all’attività di finanziamento alle milizie combattenti rivoluzionarie siriane, erano emersi diversi video di giuramenti, di esercitazioni militari, di esaltazioni di vittorie, di scene di guerra con esplosioni di armi, il cui filo comune era la celebrazione delle forze rivoluzionarie che combattono, con violenza, il regime siriano. Gli arrestati sono stati entrambi condannati ad anni 5 e mezzo di reclusione, ed in virtù del periodo di carcerazione “presofferto” in stato di custodia cautelare in carcere, sconteranno circa 1 anno e mezzo presso la casa Circondariale di Bancali (SS), dove sono stati accompagnati. 

AGI – Omicidio a Eboli, nel Salernitano. Secondo una prima ricostruzione al vaglio degli investigatori, un uomo di 47 anni ha ucciso, utilizzando un coltello da cucina, suo padre di 76 anni nel corso di una lite. Sul posto, in una palazzina al rione della Pace, i carabinieri che stanno effettuando i rilievi e hanno avviato le indagini con il coordinamento della Procura di Salerno. Il 47enne, per il quale non viene escluso che avesse problemi psichici, è stato arrestato.

Sono stati dei residenti della zona ad allertare i carabinieri perché impauriti delle urla provenienti dall’appartamento.

AGI – “Evidentemente abbiamo pm antimafia che non hanno un c***o da fare in questo Paese”. Commenta  Fedez, raggiunto oggi da Michel Dessi’, inviato della trasmissione Pomeriggio Cinque, il programma condotto da Myrta Merlino su Canale 5, che gli chiedeva cosa stesse succedendo, riferendosi al fatto che anche il cantante rientra tra i personaggi vittima della presunta attività di dossieraggio di cui si sta occupando la procura di Perugia.

“Io – aggiunge – mi pongo un quesito: se applicassero la stessa lente d’ingrandimento che stanno applicando su di me su vicende che hanno veramente una rilevanza per il dibattito e il futuro di questo Paese, forse saremmo un Paese migliore”.”

AGI – Gravissimo incidente stradale ad Ari, (Chieti), dove sono morte due persone. Si tratta di due anziani coniugi. Sul posto un’ambulanza del 118 di Chieti, i carabinieri e i vigili del fuoco. I soccorritori non hanno potuto fare altro che constare i decessi.

L’uomo, 94enne, era alla guida e potrebbe aver avuto un malore. Le due persone sono decedute sulla strada provinciale tra Ari e Filetto, lungo un rettilineo. Le vittime sono i coniugi Vincenzo Brenna e Maria Rosa Raspa, rispettivamente 94 e 79 anni, residenti ad Ari. Con tutta probabilità l’uomo, che era alla guida di una Fiat Panda, finita contro un albero. La donna è morta sul colpo, l’uomo è stato estratto vivo dall’auto, ma è morto poco.

AGI – Per la scienza si tratta di pigmenti artificiali, che riproducono fedelmente la struttura chimica dei lapislazzuli. L’alchimia, sconfinando nella magia, rimanda alle scie di un azzurro acceso che la Fenice lascia nel suo passaggio e che il tempo conserva. Per la massoneria è il principio della palingenesi, la morte e la resurrezione al mondo di un corpo naturale per raggiungere una dimensione più spirituale. Letture e approcci differenti, tutte accomunate da una sensazione di bellezza e di stupore, che accompagnano passo dopo passo chi entra nella Cappella Sansevero. La Pietatella, come è anche chiamata la chiesa sconsacrata di Santa Maria della Pietà, regala un’altra testimonianza della genialità e degli sconfinati studi condotti da Raimondo di Sangro, il principe inventore, esoterista, alchimista letterato e accademico il cui nome è indissolubilmente legato a Napoli e alla Cappella Sansevero, custode di capolavori del marmo come il Cristo Velato di Giuseppe Sammartino, ma anche di straordinarie e leggendarie macchine anatomiche.

 

La scoperta

Grazie al lavoro di ricerca portato avanti da un’equipe di studiosi dell’università di Bari ‘Aldo Moro’, è stato accertato che la cornice che avvolge l’altorilievo posizionato sull’altare principale della chiesa, intorno alla Deposizione di Francesco Celebrano, è fatta di un pigmento artificiale, prodotto in laboratorio, che mostra la stessa struttura della pietra dura amata dagli antichi egiziani che si trova in natura e che, all’epoca, era rarissima e più costosa dell’oro. Nel suo laboratorio, che aveva chiamato ‘appartamento della Fenice’, il principe di Sansevero aveva scoperto la ricetta per ricreare l’inconfondibile blu oltremare e lo aveva fatto intorno al 1750, oltre 70 anni prima rispetto al 1826.

È in quella la data, infatti, che fino a ora vedeva il chimico francese Jean Baptiste Guimet riuscire per la prima volta a riprodurre un blu oltremare assimilabile al colore naturale dei lapislazzuli, la cui formula volle tenere segreta. Due anni dopo, il professore di Chimica Christian Gmelin scopri’ il procedimento e ne pubblico’ la formula.

 

La ricerca condotta dal Centro interuniversitario di ricerca ‘Seminario di storia della scienzà, insieme con il dipartimento di Scienze della Terra e geoambientali dall’ateneo barese è partita da alcuni documenti che attestavano la presenza di veri lapislazzuli nella chiesa, mentre una vecchia guida turistica di Pompeo Sarnelli, vescovo di Bisceglie, si diceva che quella cornice era stata realizzata seguendo l’antica ricetta della creazione del lapislazzulo da parte del principe di Sansevero.

 

“Per distinguere il naturale dall’artificiale – spiega Gioacchino Tempesta, del dipartimento dell’ateneo di Bari – abbiamo analizzato al microscopio un piccolissimo frammento che avevamo a disposizione. Attraverso analisi approfondite, fatte in situ con strumentazioni portatili e in laboratorio, con strumenti avanzati, come microscopi elettronici, abbiamo concluso che, al momento, non esiste alcun materiale in natura che abbia questa composizione chimica”.

 

Dopo questa prima scoperta, approfittando anche delle impalcature montate nella cappella per operazioni di restauro, gli studiosi hanno successivamente analizzato altri elementi, giungendo a conclusioni altrettanto sorprendenti. Il cappello cardinalizio che si trova ai piedi della statua di Sant’Oderisio, situata in posizione laterale rispetto all’altare, contiene un pigmento di colore rossiccio, proprio del cinabro, che era stato confuso con il porfido. Cosi’ come i due cuscini sotto le statue dello stesso Sant’Oderisio e Santa Teresa, poste una di fronte all’altra, appaiono grigiastri o verdastri (il colore della fluorite), ma osservati dalla prospettiva giusta e illuminati da lampade a raggi Uv, i cristalli brillano di un bagliore blu fluorescente.

La direttrice del Museo Cappella Sansevero, Maria Alessandra Masucci, rimarca “il profilo di infaticabile sperimentatore e innovatore di Raimondo di Sangro, certificato dalle nuove testimonianze delle sue esperienze, che continuano sempre ad aggiornarsi e ad aggiungersi a quelle fatte negli anni”. E cosi’, dopo il Cristo velato, le Macchine anatomiche, il pavimento labirintico, i colori della volta rimasti intatti senza alcun restauro, l’iscrizione sulla lapide della tomba del principe, emerge la riproduzione dei preziosi pigmenti artificiali. Tanti tasselli di un grande mosaico, tante meraviglie realizzate da colui che si pone come la vera meraviglia del suo secolo per il suo sapere e il suo slancio di innovatore. 

 

Una leggenda narra che sia stata costruita su un antico tempio dedicato alla dea Iside. Un altro mito racconta che un uomo, arrestato ingiustamente, mentre veniva portato in carcere, transitando lungo uno dei muri esterni, si votò alla Santa Vergine e, improvvisamente, il muro crollò mostrando un dipinto della Madonna. Poco tempo dopo, fu riconosciuta l’innocenza dell’uomo devoto. Storie e racconti che avvolgono, come un velo, la Cappella Sansevero.

 

La storia della chiesa 

Nota come chiesa di Santa Maria della Pietà o Pietatella, fu commissionata e ideata da Raimondo di Sangro, principe di Sansevero. La costruzione è cominciata negli ultimi anni del 1500 e conclusa nel 1766, pochi anni prima della morte del principe. Dal momento in cui è stato sconsacrato, l’edificio situato nel cuore del centro storico di Napoli non è più destinato al culto, ma resta un luogo carico di simbologie, molte legate alla Massoneria, di cui il principe era Gran Maestro.

 

Il mistero che ammanta gli spazi della chiesa trova la sua perfetta raffigurazione nel velo marmoreo del Cristo velato di Giuseppe Sanmartino. Una statua scolpita a grandezza naturale, che rappresenta il Cristo morto, ricoperto da un sudario realizzato dallo stesso blocco della statua. L’aderenza perfetta alle forme del Cristo ha portato in passato a ritenere che Raimondo di Sangro avesse insegnato a Sanmartino il processo di calcificazione dei tessuti in cristalli di marmo o, addirittura, che sotto lo strato di marmo ci sia un vero cadavere.

 

Oggi campeggia al centro della cappella, ma il Cristo velato doveva essere collocato nel mausoleo sottostante, dove invece sono ospitate le Macchine anatomiche. Due modelli dell’apparato circolatorio umano realizzati nel 18esimo secolo e commissionati dal principe all’anatomista palermitano Giuseppe Salerno. La riproduzione perfetta degli scheletri di un uomo e di una donna con tutto il sistema arterioso e venoso per secoli ha alimentato la leggenda che per costruirli fossero state utilizzate delle vere vene umane, grazie all’intervento diretto del principe che avrebbe fatto bere a due servi una pozione per solidificarne il sangue.

 

Due esempi di quel magico mix tra scienza e alchimia che hanno accompagnato l’intera vita di Raimondo di Ingrossa, che è stato inventore, anatomista, militare, letterato e massone. Proprio i principi della massoneria sono alla base delle sue geniali invenzioni, che a distanza di secoli regalano ancora stupore, meraviglia e continuano a svelarsi una dopo l’altra. Il crollo del 1889 ha danneggiato il pavimento labirintico che simboleggia il percorso tortuoso che conduce alla conoscenza, sempre una sua invenzione.

 

Non si può non parlare di alchimia e di mistero osservando i colori accesi della volta della cappella, conosciuta con il nome di Gloria del Paradiso. Grazie alla formula creata dal principe, gli azzurri, i verdi e gli ori restano raggianti dopo oltre 250 anni, senza bisogno di alcun restauro. Così come l’iscrizione apposta sulla lapide marmorea dell’attuale portale laterale, che non è incisa, ma realizzata tramite un procedimento a base di solventi chimici ideato dallo stesso Raimondo di Sangro. “Un uomo straordinario predisposto a tutte le cose che osava intraprendere”, recita l’incisione.

 

La cappella di Sansevero racconta meglio di ogni altro luogo quest’uomo, per alcuni uno stregone senza Dio, per altri un genio assoluto, per la storia un uomo ‘illuminato’, capace di fondare la scienza e l’alchimia per generare meraviglia. 

AGI – Tragedia per una famiglia residente nella frazione di Prata di Pordenone, dove una ragazzina di 12 anni, di nazionalità americana, figlia di un militare in forza alla base Usa di Aviano (Pn), è morta nella sua abitazione. A trovarla, senza respiro, il padre e la compagna che erano andati a svegliarla per accompagnarla a scuola. Vano l’intervento sul posto del personale medico e infermieristico del 118. Domenica scorsa la ragazzina si era fatta visitare al pronto soccorso per un dolore al ginocchio, seguito ad un’attività sportiva, il football americano,  praticata il venerdì precedente all’interno della base americana. Nulla che potesse far presagire un problema di tipo diverso e soprattutto un epilogo del genere. Di quanto accaduto è stato dato avviso alla procura della Repubblica presso il tribunale che ha incaricato i carabinieri di svolgere ogni approfondimento. Con ogni probabilità sarà disposta l’autopsia per accertare l’origine del malore. La notizia della morte della 12enne è stata confermata da un portavoce della base americana.