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AGI – Diciassette persone arrestate e una sottoposta a obbligo di dimora oltre a sei società, del valore di 10 milioni di euro, sequestrate. È il bilancio dell’operazione “Scirocco” eseguita questa mattina, nelle province di Catanzaro, Vibo Valentia e Cosenza, dai carabinieri del Comando Tutela Ambientale e Sicurezza Energetica e del Comando per la Tutela Forestale e dei Parchi. L’indagine riguarda un rilevante inquinamento ambientale determinato dall’illecita gestione di diversi impianti di depurazione al servizio dei comuni calabresi. Quattro le persone finite in carcere e 13 quelle ai domiciliari, mentre la diciottesima misura cautelare è un obbligo di dimora. L’inchiesta riguarda la gestione di 34 impianti di depurazione assegnata, secondo l’accusa, con ribassi eccessivi. 

 

 I reati contestati a vario titolo sono associazione per delinquere, attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, inquinamento ambientale e frode nelle pubbliche forniture. Tra le contestazioni anche un tentativo di estorsione aggravato dalla modalità mafiosa nei confronti di un dipendente di una società, il quale avrebbe subito una minaccia da parte di esponenti della consorteria di ‘ndrangheta locale, su commissione del proprio datore di lavoro, al fine di farlo desistere dall’intraprendere iniziative sindacali finalizzate all’ottenimento di spettanze stipendiali dovutegli.

 

 

 

Nei confronti di altre 12 persone, tra cui 4 funzionari di enti locali, sono state emesse informazioni di garanzia. L’indagine ipotizza l’esistenza di un’organizzazione tesa all’ottenimento di più commesse e all’esecuzione degli appalti in frode ai contratti e alla commissione di reati ambientali derivanti dalla gestione di 34 depuratori al servizio di 40 comuni ubicati nelle 5 province calabresi.In particolare, si ipotizza che i responsabili delle società ottenessero illeciti profitti attraverso l’abbattimento dei costi di gestione degli impianti di depurazione, determinato principalmente dal parziale trattamento dei fanghi prodotti dalla lavorazione delle acque reflue, nonché dalle mancate manutenzioni previste dai capitolati d’appalto; la redazione di falsi formulari di identificazione rifiuti nei quali si attestava il fittizio conferimento di rifiuti presso un impianto di depurazione con sede in un comune della provincia di Catanzaro; lo smaltimento illecito di ingenti quantitativi di rifiuti (fanghi prodotti dal trattamento delle acque reflue urbane, rifiuti prodotti dalla pulizia delle acque di scarico, fanghi delle fosse settiche), per più di 2.000 tonnellate, nell’arco di circa un anno che venivano conferiti presso il citato impianto di depurazione fanghi, per una asserita attività di trattamento, in realtà mai eseguita; la richiesta ad alcuni dei Comuni, con successiva liquidazione, degli oneri per le operazioni di manutenzione degli impianti di depurazione, prestazioni che invece avrebbero dovuto essere a carico della società.

 

Le condotte illecite, secondo gli inquirenti, hanno avuto come conseguenza il malfunzionamento di numerosi impianti di depurazione comunali che in 10 casi hanno comportato l’illecito sversamento dei liquami non trattati sia nei terreni circostanti che direttamente in mare, con evidente compromissione delle matrici ambientali.Nel corso delle indagini sono stati sequestrati 4 depuratori dislocati in varie località della Calabria ed è stato effettuato l’accesso in 24 comuni ricadenti nelle 5 province calabresi, da cui sono emersi diversi casi di frode ai danni della pubblica amministrazione con il concorso di funzionari pubblici.

Determinanti sono stati, a riscontro dell’attività investigativa, le attività tecniche di monitoraggio dei siti grazie ai quali è stato ricostruito l’illecito modus operandi. Un dato importante è emerso, secondo quanto si apprende, dai periodici monitoraggi effettuati da Legambiente sulla qualità del mare, dei laghi e delle coste, che hanno confermato il quadro allarmante della situazione che caratterizza la qualità delle acque nei pressi dei siti di depurazione presi in esame.

 

AGI – Si attenua il maltempo in Piemonte, ma è ancora allerta arancione per rischio idrogeologico e valanghe. Nelle scorse ore c’è stata una prima diminuzione della ventilazione orientale e una conseguente attenuazione delle precipitazioni che ancora hanno insistito sulla fascia pedemontana alpina, appenninica e sul Piemonte settentrionale con valori generalmente moderati o localmente forti, mentre sul resto della regione sono stati deboli.

 

La quota neve si è attestata sui 700-900 metri, localmente a quote collinari in val Pellice e val Sesia; nelle ultime 12 ore si sono registrati accumuli nevosi di 40-50 centimetri su Alpi Graie e Alpi Cozie Nord. A renderlo noto è l’Arpa, che spiega come sia stata segnalata un’intensa attività valanghiva spontanea, soprattutto di medie dimensioni, e con distacchi di fondo al di sotto dei 2300 metri. A causa delle precipitazioni intense della giornata di ieri e della nottata si sono verificati incrementi significativi del livello dei fiumi nelle zone pedemontane e di pianura. Nelle ultime 12 ore hanno superato il livello di guardia il Chisola a Vinovo e il Banna a Poirino, nel Torinese.

 

Sono stati registrati incrementi significativi su tutta l’asta del Po senza raggiungere il livello di guardia; attualmente il colmo di piena sta transitando a Torino. Il Tanaro ha già raggiunto la piena durante la notte nelle stazioni a monte di Alessandria ed è attualmente in crescita nella stazione di Montecastello. Nel corso della giornata odierna la circolazione depressionaria localizzata sull’alto Tirreno è attesa in rapido allontanamento verso sudest fino a raggiungere il basso Adriatico e lo Ionio in nottata.

 

I venti in quota si manterranno su valori moderati o localmente forti da nordest ancora nel pomeriggio, mentre la loro intensità nei medio-bassi strati tenderà a diminuire fino a debole già nelle prossime ore. Sono dunque ancora attese residue precipitazioni deboli per la mattinata, concentrate prevalentemente sulla fascia pedemontana piemontese con quota neve in aumento fino ai 1500 metri a nord e 1200-1300 metri a sud. La copertura nuvolosa è prevista in rapida diminuzione fino ad avere cieli poco nuvolosi o sereni in serata. Sarà possibile la formazione di foschie e locali nebbie sul Piemonte orientale nella notte e al primo mattino di domani.

 

A partire dalla seconda parte della giornata di domani un minimo depressionario in discesa dalla Isole Britanniche porterà un nuovo peggioramento del tempo che, tuttavia, sembra attestarsi su valori molto inferiori rispetto a quelli misurati nei giorni appena trascorsi. Nel primo pomeriggio di oggi, è attesa la piena del Po a Isola S. Antonio, in provincia di Alessandria, dove si manterrà al di sotto del livello di guardia. La piena del Tanaro transiterà a Montecastello, nell’Alessandrino nelle ore centrali di oggi con valori di piena ordinaria.

Allagamenti e frane durante la notte nell’Alessandrino

Una notte complicata quella appena trascorsa in provincia di Alessandria, dove, dopo i numerosi problemi verificatosi nella giornata di ieri, sono tornati allagamenti di strade e frane. A Spinetta Marengo, frazione del capoluogo, il rio Lovassina ha allagato piazza Maino davanti alla scuola, ma l’istituto questa mattina è stato regolarmente aperto grazie al lavoro della Protezione civile.

 

Sempre ad Alessandria allagamenti in via Quargnento ed è stata chiusa via dei Preti, fra via Forlanini e via della Cerca. Nella notte è anche crollato un tratto di un muro di contenimento in via Vallerina a Quargnento, fortunatamente senza conseguenze. A Casale Monferrato sulla provinciale 31 è chiuso il sottopasso del Valentino per allagamenti. Sempre nel Casalese è stata chiusa per allagamento la Sp 31 tra Occimiano e Casale Monferrato all’altezza della zona industriale per l’esondazione del torrente Rotaldo. Grandi disagi per la viabilità in tutto il territorio, soprattutto per le numerose buche apertesi sull’asfalto

 

Problemi per il maltempo anche nel Vercellese, in particolare in Valsesia. Tra la serata e la notte di ieri sono stati effettuati oltre 20 interventi dai distaccamenti dei Vigili del fuoco di Varallo Sesia e dai volontari di Cravagliana e Alagna, sotto il Comando di Vercelli. Le emergenze riguardavano danni d’acqua a Borgosesia, alberi e pali pericolanti sulla provinciale SP299 e dissesti statici sulla provinciale per Civiasco, oltre a vari incidenti stradali. Attualmente la situazione è sotto controllo e sono stati effettuati i ripristini necessari.

AGI – “La guerra sta uccidendo anche la dignità umana, le persone ormai sono ridotte a vivere come animali, se non peggio. Mi chiedo perché tanta crudeltà. E il mondo resta in silenzio”. Da Gaza si alza la voce di suor Nabila Saleh che ringrazia Papa Francesco per l’ennesimo accorato appello per la fine della guerra. Al Sir la religiosa fa il punto sulla situazione all’interno della Striscia. “È possibile che non ci sia nessuno in grado di fermare questa crudeltà continua verso civili innocenti? Dove sono oggi coloro che si riempiono sempre la bocca di diritti umani e di giustizia Il silenzio del mondo è assordante – afferma la religiosa delle Suore del Rosario di Gerusalemme, che dall’inizio della guerra tra Hamas e Israele si trova nella parrocchia della Sacra Famiglia -. Il solo che ha il coraggio di alzare la voce contro la guerra, contro tutte le guerre, è Papa Francesco”. La vicinanza del Pontefice ai cristiani di Gaza è pressoché continua: “Telefona ogni giorno al vicario parrocchiale padre Youssef Assad, ci rassicura e ci dice che prega per noi e anche noi preghiamo per lui – ribadisce suor Nabila -. Noi possiamo solo pregare per implorare la fine della guerra e la liberazione degli ostaggi. E lo facciamo tutti i giorni”.

 

 

“Nella parrocchia latina, qui nel quartiere di Al Zeitoun di Gaza City, la situazione è apparentemente calma. Sentiamo sparare ma non nelle nostre vicinanze” afferma la religiosa sottolineando comunque che la situazione in tutto il nord della Striscia resta grave. “Qui nel nord di Gaza arrivano pochi convogli umanitari – conferma -. Sappiamo che diversi Paesi (Giordania, Egitto, Emirati Arabi Uniti e anche gli Usa, ndr.) stanno paracadutando aiuti alimentari lungo la costa ma avvicinarsi può essere pericoloso. Il rischio è di essere colpiti. A Gaza oggi si può morire anche per un pacco di farina. Pensiamo a ciò che è accaduto nei giorni scorsi: oltre 100 morti tra la gente che cercava di prendere gli aiuti trasportati dai camion”.

 

“Qui a Gaza City, al nord, non c’è molto da poter acquistare in qualche mercato improvvisato. Quel poco che si trova – spiega suor Nabila – ha dei prezzi cosi’ alti che nessuno puo’ permettersi di comprare. C’e’ chi ha venduto tutto cio’ che aveva per racimolare del denaro per poter, non vivere, ma sopravvivere. Oramai la gente mangia tutto cio’ che trova, anche foraggio e cibo per animali”. “A pagare questa guerra e’ la povera gente innocente, la popolazione civile, non altri” denuncia la suora. “La sofferenza e’ sulle spalle di donne, bambini, malati, anziani, disabili, padri di famiglia. Tutti hanno perso tutto, non c’è una famiglia, una persona che non abbia perso la propria casa, i suoi familiari, il lavoro, il negozio, l’attivita’. Non abbiamo piu’ nulla. In una parola: abbiamo perso il futuro”.

 

“Cosa faremo? Chi ricostruirà? Cosa sarà di tutta questa povera gente?”. Domande, queste di suor Nabila, destinate a restare senza risposta. “Tutti vogliono andare via, ma dove, nessuno vuole aprire le proprie frontiere. I bambini ci dicono che vogliono ritornare alla loro vita normale, a scuola, a casa, ma non sanno che fuori la parrocchia non c’è più nulla, ci sono solo macerie. La parrocchia è diventata per loro e per noi tutti, la nostra casa, la nostra chiesa e il nostro cimitero. Se dobbiamo morire moriremo qui nella nostra chiesa”.  

 

AGI – Markus Raffl, sciatore di 16 anni è morto in Alto Adige travolto da una valanga mentre praticava il fuoripista nella zona di Plan in Passiria. L’incidente si è verificato nel pomeriggio di ieri. Il giovane aveva intrapreso l’escursione in solitaria. A lanciare all’allarme sono stati i familiari nella serata di ieri a seguito del mancato rientro del figlio. Il corpo senza vita del sedicenne è stato ritrovato nella tarda serata di ieri. 

 

Markus era originario di Moso in Passiria. Stando ad una prima ricostruzione dell’accaduto il giovane ieri sarebbe salito in quota con l’ultima cabinovia del Karjoch prima che venisse chiusa per pericolo valanghe per poi scendere in fuoripista in solitaria. In quella zona, a seguito delle forti nevicate dei giorni scorsi, il pericolo valanghe è ‘marcato’ di grado 3 con un massimo di 5. I familiari non vedendo il figlio rientrare a casa alle ore 19,30 hanno allertato le squadre di soccorso che lo hanno ritrovato morto circa due ore dopo sepolto dalla neve. Il sedicenne è la seconda vittima in pochi giorni a seguito delle valanghe: solo quattro giorni fa un giovane scialpinista era morto sul versante opposto dell’incidente di ieri, a Racines.

AGI –  Si allarga l’inchiesta della procura di Perugia sul presunto dossieraggio ai danni di politici e vip. Regista dell’operazione di spionaggio un luogotenente della Guardia di Finanza: Pasquale Striano. Il militare, in servizio alla Procura Nazionale Antimafia, è accusato di almeno 800 accessi abusivi alle banche dati tributarie, antiriciclaggio e dell’antimafia con il solo scopo di reperire informazioni. Ma cosa faceva il militare delle informazioni acquisite? Al momento non è stata trovata la pistola fumante: i dossier su personalità delle istituzioni o politici sono dunque solo un’ipotesi.

 

Certo è che sono 15 le persone attualmente indagate: il sostituto procuratore della Dna Antonio Laudati, tre giornalisti de “Il Domani” e altre persone che avrebbero sollecitato la richiesta di informazioni. I tre giornalisti indagati, anche se non hanno ricevuto nessun avviso di garanzia, sono Giovanni Tizian, Stefano Vergine e Nello Trocchia, componenti del pool inchieste del quotidiano guidato da Emiliano Fittipaldi che oggi firma un editoriale dal titolo “Un pericoloso attacco alla libertà di stampa” dove sostiene “secondo i pm guidati da Raffaele Cantone realizzare inchieste giornalistiche con l’ausilio di carte vere ottenute da fonti giudiziarie è reato: per le fughe di notizie i giornalisti di Domani rischiano ora fino a cinque anni di carcere”.

 

A far partire le indagini è stato un esposto presentato dal ministro della Difesa, Guido Crosetto alla procura di Roma a seguito di un articolo pubblicato proprio su “Il Domani” sui compensi ricevuti per le consulenze svolte, in passato, per la società Leonardo. La fuga di informazioni non ha riguardato solo il ministro, ma anche altri politici e i pm umbri, competenti per materia, vogliono capire se queste notizie siano state usate solo per fini giornalistici o anche per altre utilità.

 

E tra gli ‘spiati’, oltre al ministro Crosetto, ci sarebbero il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, Marina Elvira Calderone, Gilberto Pichetto Fratin e Adolfo Urso insieme a Marta Fascina, parlamentare e compagna di Silvio Berlusconi, gli ex presidenti del Consiglio Giuseppe Conte e Matteo Renzi, i sottosegretari Andrea Delmastro e Giovanbattista Fazzolari, ma anche Fedez, Cristiano Ronaldo e Massimiliano Allegri. 

 

Melillo e Cantone chiedono audizione a Csm, Antimafia e Copasir

 “Consideriamo doveroso richiedere di valutare, con l’urgenza del caso, l’opportunità di disporre l’audizione degli scriventi al fine di rendere, nei limiti e secondo le forme consentite dalla legge, le informazioni sulle vicende relative al cd. dossieraggio di esponenti politici e del mondo economico necessarie alle valutazioni riservate a ciascuna di codeste Istituzioni”. È il testo della lettera con cui il Procuratore nazionale Antimafia, Giovanni Melillo, e il Procuratore della Repubblica di Perugia, Raffaele Cantone, chiedono al Consiglio Superiore della Magistratura, al Presidente della Commissione parlamentare Antimafia e al Presidente del Copasir, di essere auditi, nell’ambito dell’inchiesta sul dossieraggio di politici, ministri e vip.

 

Salvini: “Una vergogna di stampo sovietico”

“Una vergogna di stampo sovietico”. È come il vicepremier Matteo Salvini, ha definito l’inchiesta sul dossieraggio ai vip, parlando questa mattina a Genova all’avvio dei cantieri del Tunnel subportuale. Il vicepremier ha definito “vergognose le ricostruzioni che danno pezzi di Stato che lavorano contro altri pezzi di Stato, ascoltando, spiando, dossierando, anche qualcuno che è seduto qui in sala” ha fatto notare Salvini, riferendosi al governatore ligure Giovanni Toti, che sarebbe tra i politici finiti tra le carte dei dossier.

 

Renzi, spiare avversari è roba da dittatura sudamericana

 “A proposito di rapporti tra mondo dell’informazione e giustizia, emergono particolari preoccupanti su un presunto dossieraggio ai danni di avversari politici. Quello che mi colpisce è che io denunciai subito quello che avvenne a me nel novembre 2019 ma la Procura di Firenze – stranamente – archiviò la mia denuncia. Oggi invece si scopre che c’era un sistema perverso: ho spiegato al Tg1 ieri che spiare i cittadini è illegale, spiare gli avversari politici è roba da dittatura sudamericana”. Lo scrive il leader di Iv, Matteo Renzi, nella Enews.

 

Donzelli, chiarire chi sono i mandanti

 Dell’inchiesta “non posso parlare da esponente del Copasir, ma da parlamentare sono profondamente indignato da questi dossieraggi: è una roba indecente, che mina la democrazia”. Lo dice, intervistato da La Stampa, il deputato e responsabile Organizzazione di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli.
“Non ci si può fermare ai funzionari infedeli nella Guardia di finanza o in procura, bisogna chiarire chi sono i mandanti, a partire da chi ha pubblicato quella spazzatura. Guarda caso, solo il materiale utile ad attaccare esponenti di centro destra”, sottolinea. 

Foti, silenzio assordante da sinistra

La parte “politicamente rilevante della vicenda” degli accessi abusivi alla banca dati della Direzione nazionale antimafia “è quella dei mandanti”. A dirlo, intervistato dal Corriere della Sera, Tommaso Foti, uno dei politici “spiati”, capogruppo di FdI alla Camera.
“Gran parte delle persone scrutate appartengono al centrodestra – rileva – e l’attività è stata serrata prima delle elezioni e prima della costituzione del governo”.
Il M5S ha fatto sapere che tra gli ‘scrutati’ c’era Giuseppe Conte…”Non lo so – la risposta di Foti – devo dire che su questa vicenda assai preoccupante cè stato un silenzio assordante da sinistra. Mi chiedo: cosa avrebbero detto se queste attività avessero visto coinvolte persone appartenenti in prevalenza alla sinistra”. E se il procuratore antimafia e quello di Perugia hanno chiesto di essere sentiti dal Copasir, dal Csm e dalla commissione Antimafia “significa probabilmente che c’è più di quel che sappiamo”.
“Sono vicende che non avrebbe mai dovuto verificarsi. Mi pare comunque chiaro che l’obiettivo fosse quello di spiare la vita di personalità del mondo politico, e non solo. L’intento evidente è quello di utilizzare tali informazioni in modo opaco”.
Quanto ai giornalisti, “in ogni attività, gli atti devono essere guidati dalla deontologia. Ma qui, i limiti della deontologia mi pare siano superati del tutto”, conclude Foti.

AGI- La vicenda della bambina di dieci anni arrivata in classe con il volto coperto dal niqab è praticamente conclusa. La maestra ha infatti chiesto e ottenuto che la piccola tornasse in classe a volto scoperto, come di fatto e’ poi avvenuto. Lo riporta il Messaggero Veneto oggi in edicola. A scuola saranno svolti accertamenti sul caso e sono stati informati i dirigenti scolastici degli istituti comprensivi della città che da anni lavorano per l’integrazione dei bambini e per il rispetto dei diritti dell’infanzia.

 

Se Pordenone continua ad avere un tasso di immigrazione elevato (attorno al 15 per cento), che si riflette sulla composizione delle classi, episodi simili non hanno precedenti. Negli anni passati invece è capitato che insegnanti e dirigenti del territorio segnalassero partenze sospette di giovani allieve, nell’ambito del fenomeno delle spose bambine, altro fenomeno molto difficile da prevenire. 

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AGI – La bellezza entra nella scuola: lo fa con una mostra, ‘Il ritmo della vita degli uomini’, allestita nell’Aula Magna del Liceo Classico “Torquato Tasso”, storico istituto romano, e che sara’ inaugurata il prossimo 16 marzo.
La mostra è una novità assoluta perché, organizzata grazie al ministero della Cultura che ha messo a disposizione i reperti, sarà un progetto interamente realizzato dai ragazzi. Fino al 19 maggio, saranno esposti una cinquantina di manufatti recuperati da Musei, collezioni private e università statunitensi grazie al prezioso intervento dei Carabinieri del Nucleo Tutela del Patrimonio Culturale, e provenienti soprattutto da tombe scavate clandestinamente.

Reperti, la maggior parte dei quali mai finora messi a disposizione del pubblico, che sono stati catalogati, studiati e contestualizzati letterariamente dai ragazzi: ognuno sarà infatti accompagnato da versi tratti da Omero, i lirici e i tragici greci, Virgilio, attraverso un percorso che si snoda su quattro temi portanti (uomo, divinità, coraggio e amore). Proprio le classi di liceali hanno lavorato all’intero progetto: dall’ideazione (ispirata da una ‘lectio magistralis’ fatta proprio al Tasso dal direttore generale dei musei italiani, Massimo Osanna) all’allestimento, dalla scelta e selezione dei versi alla scrittura delle didascalie per i pannelli espositivi (tradotte anche in inglese). Gli studenti hanno anche realizzato il video per ‘accattivare’ gli sponsor e raccolto immagini e foto con il ‘backstage’ da utilizzare per il materiale da veicolare nelle prossime settimane sui social.


La mostra sarà l’epilogo di un percorso cominciato mesi fa, realizzato grazie al sostegno di Ferrovie dello Stato italiane, il contributo di Poste italiane e l’attenzione di Comp.Sys; ed e’ stato accompagnato da una media partnership con AGI che ha supportato il liceo e i ragazzi anche attraverso la produzione di video e contenuti social. Un percorso impegnativo che potrebbe avere pero’ ancora tanta strada davanti: il progetto pilota del ministero punta cioè a essere replicato in tante scuole italiane. L’appuntamento per la presentazione alla stampa dell’iniziativa e’ per venerdì 15 marzo, alle 15 al Liceo Torquato Tasso di Roma in via Sicilia 168.

 

AGI – Il “Quasi amici” teatrale all’italiana conquista la penisola: l’adattamento di Alberto Ferrari della commedia francese sta facendo registrare il tutto esaurito in decine di teatri da Nord a Sud anche nella sua seconda stagione, grazie alla comicità irresistibile di Paolo Ruffini e all’intensa interpretazione del protagonista tetraplegico offerta da Massimo Ghini. Lo spettacolo nei primi mesi del 2024 ha già girato una quindicina di teatri, tra cui il Manzoni a Milano e il Parioli a Roma, ricevendo un’ottima accoglienza. Il tour prosegue con le tappe di Civitavecchia e Gaeta (martedi’ 5 marzo).

 

Poi si sposta in Puglia (sabato 9 marzo a Gioia del Colle e domenica 10 a Canosa) e in Campania (tra Portici, Arzano e Castellammare tra il 13 e il 17 marzo) prima di tornare nuovamente al Nord. Il 20 marzo a Carate Brianza, il 21 a Ostiglia nel Mantovano, il 22 a San Dona’ di Piave nel Veneziano, il 23 e il 24 a Prato e il 25 a Viareggio e il 26 a Sassuolo. In aprile, tra il 9 e il 14, lo spettacolo sarà di scena tra Monfalcone e Trieste.

 

La trasposizione teatrale del secondo film francese più visto di tutti i tempi, con Eric Toledano e Olivier Nakache, alterna momenti di leggerezza ad altri di riflessione sulla condizione umana e sulla disabilità. Il testo riprende in una chiave più italiana, soprattutto nelle battute, la storia del facoltoso Filippo (Massimo Ghini), narcisista ma anche colto e intelligente. Vedovo, è diventato tetraplegico in seguito a un incidente in parapendio. La sua agiatezza gli assicura le miglior cure, ma è stanco della sua vita in cui entra casualmente lo sbandato Driss (Paolo Ruffini), un ragazzo cresciuto in periferia e che è stato in galera nel tentativo di farsi strada nella vita.

 

L’incontro regalerà a Filippo leggerezza e un pizzico di follia e a Driss un nuovo equilibrio. Molto bravi anche gli attori che fanno da contorno ai protagonisti: Claudia Campolongo nei panni dell’assistente Yvonne, Francesca Giovannetti, Leonardo Ghini (figlio dell’attore romano), Gianmarco Trulli, Giulia Sessich e Diego Sebastian Misasi. 

 

 

AGI – “Grazie all’alleanza strategica tra il Vive – Vittoriano e Palazzo Venezia e Bulgari partono lunedì 4 marzo i lavori di restauro delle sculture del Vittoriano, simbolo della Repubblica e dell’identità storica e culturale della nazione”. Ad annunciare il via al restauro del monumento di Piazza Venezia è la direttrice del Vive, Edith Gabrielli, in occasione della conferenza stampa di presentazione del progetto, alla presenza di Jean-Christophe Babin, amministratore delegato del Gruppo Bulgari e della restauratrice Susanna Sarmati.

 

L’intervento – sostenuto interamente da Bulgari con 240mila euro, tramite l’Art Bonus – garantirà la conservazione delle sculture sul prospetto principale del Vittoriano, restituendo fra l’altro la piena leggibilità della finitura dorata degli elementi in bronzo, punto peculiare dell’intero progetto. Un’iniziativa di alto mecenatismo, volta a preservare un patrimonio artistico-culturale custode della nostra identità nazionale, tramandandone il valore alle future generazioni e al mondo.

 

“Il progetto di restauro delle sculture del Vittoriano costituisce motivo di grande orgoglio per il nostro Istituto – ha spiegato Edith Gabrielli – si tratta di opere di notevole pregio artistico, storico e anche simbolico, perché materializzano valori fondanti del nostro Risorgimento e, insieme, della nostra Costituzione. Preservarle e valorizzarle è nostro imprescindibile dovere, in particolare nei confronti delle nuove generazioni. Una responsabilità sociale e culturale che ha trovato in Bulgari piena condivisione e che rappresenta un esempio vincente di collaborazione fra pubblico e privato, in grado di creare valore condiviso a beneficio della collettività”.

La direttrice ha ricordato poi che “il Vittoriano fu pensato alla morte di Vittorio Emanuele II nel 1878 e iniziato nel 1885. Nel 1911, per i 50 anni dell’unità d’Italia, furono inaugurate le sculture, opere dei maggiori artisti italiani dell’epoca (oggi quasi dimenticati) – ha aggiunto – con l’idea che il monumento diventasse una sorta di mostra permanente di quanto di meglio l’Italia potesse offrire in campo scultoreo. Questo è il primo motivo per cui il restauro è così importante”.

“Secondo motivo – ha detto Gabrielli – questo restauro ci permette di realizzare un protocollo di intervento che poi si applicherà a tutti i restauri all’interno del Vittoriano. Il terzo motivo, infine, è il rapporto tra Vive e Bulgari, la collaborazione tra un soggetto pubblico e uno privato con cui si condividono degli obiettivi. A tal proposito è importante che il ministro Sangiuliano abbia annunciato l’intenzione di estendere l’Art Bonus”, ha concluso.

 

All’incontro ha preso parte anche Jean-Christophe Babin, Ceo del Gruppo Bulgari. “La città eterna è per Bulgari non sono il luogo in cui il brand nacque 140 anni fa quando Sotirio Bulgari venne a Roma dalla Grecia – ha spiegato – ma anche una inesauribile fonte di ispirazione per tutte le creazioni della Maison. Monumenti, Palazzi, architetture che osserviamo quotidianamente e che dobbiamo preservare in omaggio alla Storia di questa meravigliosa città. L’impegno di Bulgari nel Restauro delle opere scultoree del Vittoriano è un onore oltre che un dovere a far sì che Roma preservi opere così importanti rendendole il più possibile fruibili al pubblico. Siamo orgogliosi di poter contribuire ed essere da esempio a chi, come noi, comprende il valore inesauribile di tanta bellezza”.

Diretto da Edith Gabrielli ed eseguito da Susanna Sarmati, il progetto di restauro – articolato in tre fasi e che vedrà la sua conclusione il 25 settembre 2024 – coinvolge le sculture in marmo raffiguranti il Mare Adriatico di Emilio Quadrelli e il Mar Tirreno di Pietro Canonica, le sculture in bronzo dorato raffiguranti Il Pensiero di Giulio Monteverde e L’Azione di Francesco Jerace e i pennoni di Gaetano Vannicola con le Vittorie di Edoardo Rubino ed Edoardo De Albertis.

“Partiremo con il restauro della fontana a destra dell’Altare della Patria, poi passeremo all’altra fontana e quindi ai due gruppi bronzei – ha spiegato la restauratrice Susanna Sarmati – faremo un intervento conservativo cercando di riportare, soprattutto sulle statue bronzee, le dorature originali che erano anche trattate con vernici particolari. Gli interventi di restauro passati erano stati molto invasivi. Noi abbiamo fatto uno studio dell’opera per capire i materiali e come era stato fatto. Il problema maggiore da affrontare – ha aggiunto – è l’attacco di alghe e licheni che tratteremo con olii essenziali. Poi passeremo al consolidamento con nanosilicati e nanocalci che hanno già dato ottime risposte. Infine – ha concluso – l’approccio sul bronzo dove in precedenza si è pensato di mantenere le patine verdi che pero’ fanno perdere il senso originale delle dorature. Una volta ripristinate queste dorature, passeremo delle sostanze protettive che possano agite per almeno 10 anni”.

 

In linea con il continuo e proficuo dialogo che il Vive – Vittoriano e Palazzo Venezia preserva da sempre con la propria comunità, il cantiere di restauro sarà concepito come un cantiere “aperto”; in tal modo cittadini e turisti potranno osservare gli operatori dal vivo, salire sui ponteggi in occasione di visite guidate nonchè verificare il procedere dell’intervento attraverso un “diario del restauro” pubblicato sul sito dell’Istituto con cadenza settimanale.