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AGI – Contrastare il cancro attraverso cellule artificiali in grado di individuare la patologia e di curarla. È il duplice obiettivo al quale lavora una squadra di ricerca del Dipartimento di Biologia cellulare, computazionale e integrata – Cibio, che ha recentemente vinto due progetti europei finanziati da Horizon Europe EIC Pathfinder Open. Entrambi gli studi sono coordinati da Martin Hanczyc, professore di Biochimica, responsabile del laboratorio di biologia artificiale del Dip. Cibio, e vedono la partecipazione di altre istituzioni accademiche e di partner industriali europei. Nel laboratorio del professor Hanczyc già da tempo si lavora allo sviluppo di nuove tecnologie cellulari sintetiche e di materiali bio-ispirati.

Esperienza che ora diventa lo strumento cardine per portare avanti i due progetti. Il principio è lo stesso per entrambi gli studi: inserire nelle cellule artificiali determinati elementi che vadano a colpire, in maniera mirata, quelle dell’organismo umano malate. Il finanziamento europeo complessivo ammonta a 6,5 milioni di euro. Il gruppo di ricerca è per ora formato da Silvia Holler (assegnista di ricerca post doc), Luca Tiberi (che dirige il laboratorio dei disturbi cerebrali e cancro), e Vito D’Agostino (responsabile del laboratorio di biotecnologia e nanomedicina) e sarà ampliato nei prossimi mesi. Il primo progetto si chiama Bio-HhOST (Bio-hybrid Hierarchical organoid-synthetic tissue).

Lo scopo è di costruire tessuti bio-ibridi, all’interno dei quali cellule artificiali interagiscano con quelle naturali cancerogene, cambiando il loro destino, influenzandone la funzione, la proliferazione e la differenziazione. Quelli con cui le cellule artificiali andranno a interagire sono organoidi, aggregati tridimensionali di cellule utilizzati nel mondo della ricerca per riprodurre tessuti e organi umani miniaturizzati e semplificati, creati a partire da cellule staminali.

Queste cellule artificiali conterranno elementi specifici, come per esempio fattori di crescita o farmaci antitumorali capaci di rispondere agli stimoli chimici dell’ambiente e di agire in maniera mirata soltanto sulle cellule viventi tumorali.

Il fine è fermarne la crescita e sconfiggerle. Questi nuovi materiali, chimicamente programmabili, consentiranno di ridurre l’uso di animali negli studi scientifici e di sostenere lo sviluppo e lo studio di medicinali su sistemi più simili agli esseri umani. Il lavoro sarà svolto da un team interdisciplinare con competenze in biologia, bioingegneria, microfluidica, matematica, programmazione informatica, e comprende, oltre all’Università di Trento, quella di Cardiff e quella di Scienze applicate di Zurigo, e all’azienda MIC di Parigi. Il nome del secondo progetto è OMICSENS. In questo caso si lavora per costruire il primo sensore biomolecolare nano-fotonico integrato.

Uno strumento che potrebbe rivoluzionare i tempi di diagnosi e la prognosi del tumore ai polmoni. Nello specifico del “non-small cell lung cancer”, un particolare tipo di carcinoma polmonare, aggressivo e difficile sia da individuare che da trattare. All’interno del sensore viene posizionato un microchip dove il medico versa alcune gocce di sangue, un campione di tessuto o delle vescicole extracellulari del paziente. Questo materiale interagisce con particelle artificiali che si legano con le cellule tumorali eventualmente presenti.

A questo punto un detector, ossia un rivelatore realizzato con metamateriali sintetici, grazie ad algoritmi di intelligenza artificiale, analizza le reazioni chimiche sul campione. Tramite il biosensore il medico sarà in grado di verificare con rapidità se è presente il tumore e iniziare tempestivamente la terapia.

Il chip è pianificato per essere pronto all’uso e riutilizzabile. L’intenzione è quella di sfruttarlo in futuro anche per il trattamento di altri tipi di neoplasie. In questo caso i partner accademici del progetto sono l’Istituto di Bioingegneria della Catalogna, l’Università Ludwig Maximilian di Monaco, l’Istituto Reale di Tecnologia di Stoccolma e alcune aziende europee (Multiwave Imaging, 4K-MEMS SA e Quaisr). Le competenze dei partner accademici e industriali di questo progetto comprendono oncologia, bioingegneria, microfluidica, biochimica, sistemi microelettromeccanici, nano-fotonica, fisica computazionale e intelligenza artificiale. 

AGI – Un nuovo vaccino, che incoraggia il sistema immunitario a colpire una porzione della superficie del virus che è meno variabile, si promette una valida copertura antinfluenzale, con una protezione più ampia e a una minore dipendenza da un’iniezione annuale personalizzata per le versioni del virus di quell’anno.

A svilupparlo i ricercatori della Duke University. Il loro approccio, descritto sulla rivista Science Translational Medicine, si è dimostrato efficace in esperimenti su topi e furetti. Anche con i vaccini, l’influenza uccide circa mezzo milione di persone ogni anno nel mondo. Il nuovo approccio vaccinale, fa parte di uno sforzo di 5 anni per sviluppare un vaccino antinfluenzale universale più duraturo che sia in grado di sventare tutte le versioni del virus.

I ceppi influenzali sono indicati con un codice abbreviato, ad esempio H5N1, che descrive i gusti di due particolari proteine di superficie. La H, o a volte HA, è l’emoagglutinina, una proteina a forma di lecca-lecca che si lega a un recettore sulla cellula umana, il primo passo per far entrare il virus nella cellula.

La N è la neuraminidasi, una seconda proteina che permette al virus appena creato di sfuggire alla cellula ospite e di infettare altre cellule. “Sulla particella del virus c’è da cinque a dieci volte più emoagglutinina che neuraminidasi”, ha detto Nicholas Heaton, professore associato di genetica molecolare e microbiologia alla Duke, che ha guidato la ricerca.

“Se prendessimo il vostro sangue per vedere se avete la probabilità di essere protetti da un ceppo influenzale, misureremmo gli anticorpi contro l’emoagglutinina come migliore parametro di ciò che vi accadrà”, ha spiegato Heaton. “I più forti correlati della protezione hanno a che fare con l’immunità diretta all’emoagglutinina”, ha aggiunto Heaton.

I vaccini insegnano al sistema immunitario a reagire a parti del virus che sono state specificamente adattate alle versioni dell’influenza che si prevede saranno le più minacciose nella prossima stagione influenzale.

“Il motivo per cui abbiamo bisogno di un nuovo vaccino antinfluenzale ogni autunno non è perché il vaccino si esaurisce, ma perché il virus dell’influenza cambia continuamente le proteine di superficie a cui i vaccini si rivolgono”, ha evidenziato Heaton. I vaccini antinfluenzali e i sistemi immunitari tendono a colpire la “testa” dell’emoagglutinina, simile a un bulbo, piuttosto che il gambo. Ma, anche i dettagli di questa regione della testa cambiano costantemente, creando una corsa agli armamenti tra la progettazione del vaccino e i virus. Il gambo, in confronto, cambia molto meno.

“Diversi gruppi hanno analizzato e mutagenizzato sperimentalmente l’intera emoagglutinina e si sono chiestinquali aree cambiare per permettere comunque all’emoagglutinina di funzionare”, ha osservato Heaton. “E la risposta è che non si può cambiare il gambo e aspettarsi che continui a funzionare”, ha sottolineato Heaton.

La squadra della Duke ha quindi cercato di progettare proteine che suscitassero una risposta immunitaria più mirata al peduncolo. “Il virus si è evoluto in modo che il sistema immunitario riconosca queste caratteristiche della regione della testa”, ha specificato Heaton. “Ma – ha proseguito Heaton – queste sono le forme che il virus può cambiare”. “Si tratta di una strategia insidiosa”, ha sottolineato Heaton.

Utilizzando l’editing genico, i ricercatori hanno creato più di 80.000 variazioni della proteina emoagglutinina con cambiamenti in una porzione proprio sulla parte superiore del dominio della testa e poi hanno testato un vaccino riempito con una miscela di queste variazioni su topi e furetti.

A causa dell’ampia varietà di conformazioni della testa presentate al sistema immunitario e della relativa consistenza dei gambi, questi vaccini hanno prodotto più anticorpi contro la porzione del gambo dell’emoagglutinina. “L’opportunità per il sistema immunitario di vedere quella porzione di testa più e più volte come si deve è compromessa perché c’è diversità”, ha notato Heaton.

Nei test di laboratorio e negli animali, il vaccino sperimentale ha fatto sì che il sistema immunitario rispondesse con maggiore forza alle regioni del gambo, perché queste rimanevano coerenti.

Ciò ha aumentato la risposta immunitaria al vaccino nel suo complesso e, in alcuni casi, ha persino migliorato la risposta anticorpale alla regione della testa della proteina. “Gli anticorpi contro il peduncolo funzionano in modo diverso”, ha precisato Heaton. “Il loro meccanismo di protezione non è necessariamente quello di bloccare la prima fase dell’infezione; quindi la nostra idea è stata quella di creare un vaccino che fornisca entrambe le cose”, ha sostenuto Heaton.

“Volevamo vedere se potevamo ottenere buoni anticorpi per la testa e allo stesso tempo anche anticorpi per il peduncolo, nel caso in cui la selezione del vaccino fosse sbagliata o se ci fosse una pandemia”, ha aggiunto Heaton. “In sostanza, il documento dice: “Sì, possiamo farlo””, ha concluso Heaton. Dopo la somministrazione di un vaccino altamente variante in alcuni esperimenti, il 100% dei topi ha evitato la malattia o la morte a causa di quella che avrebbe dovuto essere una dose letale di virus influenzale.

Le prossime fasi della ricerca cercheranno di capire se lo stesso livello di immunità può essere raggiunto presentando meno di 80.000 varianti di emoagglutinina.

AGI – Il convegno su Israele previsto in Statale a Milano per il prossimo 7 maggio e annullato per questioni di sicurezza e’ stato riprogrammato a giugno. Lo fa sapere Walker Meghnagi, presidente della Comunità Ebraica di Milano. “Purtroppo – spiega – dallo scorso 7 ottobre viviamo come ebrei un periodo molto difficile. Siamo attaccati su tutti i fronti sia a livello mediatico che politico, oltre che sulle strade della nostra citta’ (vedi ultimo episodio il 25 aprile). A differenza della controparte propal a cui tutto sembra essere concesso, nonostante i metodi che niente hanno di democratico e pluralista. Quella volta che ci si presenta la possibilita’ di poter esprimere le nostre ragioni, spesso ci viene vietata da militanti propal. E quando riusciamo a esprimerci lo dobbiamo fare in circostanze che richiedono una forte presenza delle forze dell’ordine. L’ultimo esempio è di questi giorni quando abbiamo dovuto posticipare un nostro convegno organizzato alla Statale per martedì 7 maggio. Questo però – precisa – non ci ha scoraggiato dal riproporlo con lo stesso palinsesto a giugno, garantendo altresì la partecipazione dello stesso pannello di oratori e nella speranza che sia un momento piu’ sereno e con meno intolleranza. A questo proposito – conclude – vogliamo porgere i nostri piu’ sentiti ringraziamenti agli organizzatori e al Prefetto Claudio Sgaraglia e al Questore Giuseppe Petronzi”. 

“Sembra di essere tornati molto indietro nel tempo – è il commento della presidente dell’associazione Italia Israele di Savona, Cristina Franco, che aveva organizzato l’incontro insieme all’associazione milanese Pro Israele di Alessandro Litta Modignani -. Quando mi si dice che sembra di essere nel ’68 io dico che sembra invece di vivere nel ’38 perchè è questo il clima che si respira, ma non dobbiamo assolutamente chiuderci nel nostro guscio. Dobbiamo stare sul campo perche’ non possiamo accettare il ricatto della violenza e della prepotenza”.

 

Per la presidente Franco, “accettarlo oggi vuol dire accettarlo per sempre e noi non siamo disposti a tollerarlo”, ha osservato. “Rinunciamo al convegno del 7 maggio, ma non rinunciamo a proporlo nuovamente appena le condizioni ce lo renderanno possibile. Nel momento in cui mi si prospettano problemi di pericolo pubblico con 100 persone e 12 relatori non posso agire diversamente”. In riferimento ad alcuni esponenti del movimento “cambiare rotta”, che hanno definito l’annullamento del convegno una “vittoria”, la presidente dell’associazione aggiunge: “per loro e’ una vittoria, ma in verita’ e’ una grandissima sconfitta perche’ vuol dire che i presunti ideali che portano avanti in realta’ sono falsi, perche’ se fossero veri darebbero dare liberta’ di parola”. “Parlano di discriminazione quando in realta’ sono i loro i primi a praticarla. Sono i burattini di qualcuno?” conclude.

 

Il convegno su Israele che doveva tenersi il 7 maggio “è stato annullato perchè non potevamo fare diversamente – spiega lo stesso Litta Modignani -, ma siamo fortemente intenzionati a ribadire questo convegno non appena le condizioni di sicurezza ci saranno garantite sia dall’Universita’ Statale di Milano che dalla Questura di Milano. Nelle settimane scorse questo evento aveva gia’ subito diverse modifiche. In teoria doveva durare tutto un giorno, poi era stato ridotto a meta’ giornata, doveva essere in via Festa del Perdono poi e’ stato spostato in via Sant’Antonio e alla fine, quando ci hanno proposto di tenerlo solamente online, ci siamo rifiutati” perche’ “sarebbe stato evidentemente uno smacco” e una “rinuncia intollerabile. A quel punto – continua – con un crescendo di allarmi fino alla mattina di ieri in cui l’universita’ ci ha comunicato che il nostro convegno era classificato come ad altissimo rischio abbiamo esercitato il nostro senso di responsabilita'” e con “molta amarezza abbiamo dovuto rinunciare”.

Per Alessandro Litta Modignani “si sta creando un clima molto brutto e pericoloso perche’ si sta creando un clima potenzialmente violento di intolleranza che poi sfocia nella prevaricazione e nella violenza”, ha sottolineato. “Naturalmente speriamo che questo non accada, ma gli episodi che abbiamo visto nel corso di questi mesi si collegano creando cosi’ un clima di possibile ritorno alla alla violenza politica”. Ed “e’ una cosa di cui tutti e non solo ebrei dovrebbero preoccuparsi”. 

AGI – La procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio per Daniela Santanchè, il compagno Dimitri Kunz d’Asburgo Lorena e un collaboratore esterno nell’ambito dell’inchiesta sulla presunta truffa all’Inps nell’erogazione indebita della cassa Covid a zero ore per 13 dipendenti di Visibilia Editore e Concessionaria.

La richiesta di rinvio a giudizio riguarda anche le due società indagate per la legge sulla responsabilità amministrativa degli enti. Stando alla contestazione della Procura di Milano nell’avviso di chiusura delle indagini preliminari notificato lo scorso 22 marzo la ministra del Turismo, il compagno, entrambi amministratori delle società, e del loro collaborate esterno Paolo Giuseppe Concordia “si procuravano un ingiusto profitto, con corrispondente danno per l’Inps, consistito nella percezione indebita delle somme erogate dall’Inps a titolo di indennità di cassa integrazione, direttamente ai dipendenti o a conguaglio alla società”, Visibilia Editore e Visibilia Concessionaria.

In particolare, secondo i pm Maria Giuseppina Gravina e Luigi Luzi, coordinati dalla procuratrice aggiunta Laura Pedio, gli indagati avrebbero “dichiarato falsamente” che i 13 dipendenti, tra Editore e Concessionaria, avevano l'”esonero totale dall’attività lavorativa, mentre di fatto avevano continuato a svolgere le proprie mansioni, secondo i contratti in corso, in smart working”. La somma relativa alla presunta erogazione indebita ammonta a 126 mila euro. 

AGI – I carabinieri del Nas di Bologna hanno portato alla luce serie di irregolarità in alcune aziende di produzione di caffè situate a Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini. Quest’ultime riguardano principalmente la presenza di micotossine nocive e il riconfezionamento e la vendita di prodotto scaduto.

Le 22 ispezioni effettuate hanno portato alla scoperta di 11 criticità, principalmente nelle provincie di Bologna e Forlì-Cesena, le quali vanno da un caso di contaminazione da Ocratossina A nel caffè di origine etiope presso uno stabilimento bolognese, all’aver stoccato caffè scaduto di diversi anni in una azienda di torrefazione, sempre in provincia di Bologna.

L’operazione del Nas ha anche portato alla scoperta di una serie di violazioni agli standard igienico-sanitari e strutturali in varie realtà, tra cui un enorme magazzino nella zona di Imola che custodiva diverse tonnellate di caffè e altri prodotti alimentari in condizioni ritenute insalubri. Inoltre, un’altra società della provincia di Forlì è stata accusata di mancata tranciabilità delle materie prime e del prodotto finito, nonché di una grave infestazione di lucertole e roditori.

Nel complesso, queste indagini hanno portato alla sospensione di attività per un valore di circa 11 milioni di euro, al sequestro di oltre 35.000 kg di caffè (valore approssimativo di 820.000 euro) e a sanzioni amministrative per un totale di 28.000 euro. 

AGI – Si è svolta al Palazzo del Quirinale, alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, la presentazione dei candidati ai premi ‘David di Donatello’ per l’anno 2024. La cerimonia, condotta da Teresa Mannino, è stata aperta dalla proiezione di un video realizzato da Rai Cultura a cui è seguito l’intervento di Piera Detassis, presidente e direttore artistico dell’Accademia del Cinema Italiano – Premi David di Donatello. La lettura delle candidature ai premi ‘David di Donatello’ è stata intervallata dall’esecuzione di alcuni brani da parte della cantante Serena Ionta, in arte Serepocaiontas, e del musicista Gennaro Ricciardone, dedicati a colonne sonore del cinema italiano e internazionale.

 

Standing ovation al Quirinale all’arrivo di Vincenzo Mollica. Tutti i presenti nel salone dei Corazzieri, per la maggior parte protagonisti del mondo del cinema e della cultura, si sono alzati in piedi per tributare un caloroso applauso all’ingresso dello storico giornalista Rai che ha dedicato la sua attività professionale e la sua vita alla cultura e allo spettacolo.

 

Subito dopo ha fatto il suo ingresso il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che terrà un discorso al termine della cerimonia. “Sono un fan del presidente Mattarella, le sue parole sono sempre un invito alla democrazia, alla solidarietà e alla speranza”, ha detto Mollica. 

 

 

 

“In anteprima la scaletta dei David di Donatello: Paola Cortellesi sale sul palco per ritirare la statuetta Titoli di coda!”. Questa la profezia di Fiorello pronunciata questa mattina a ‘Viva Rai2!’. Ma sarà davvero cosi’? La serata degli Oscar italiani, in programma in diretta su Rai 1 dalle 20.35 condotta da Carlo Conti e Alessia Marcuzzi (sarà anche in diretta radiofonica su Rai Radio 2, condotta da Andrea Delogu e Stefano Fresi) non riserverà sorprese e vedrà ‘C’è ancora domani’ di Paola Cortellesi, ai nastri di partenza con ben 19 candidature, trionfare come annunciato e magari stabilire il nuovo record di David vinti? Al momento lo scettro di film con più statuette lo detiene ‘La ragazza del lago’ di Andrea Molaioli che ha ottenuto dieci David di Donatello. ‘solo’ nove per tre film vincitori del Premio Oscar – ‘La grande bellezza’ di Paolo Sorrentino, ‘La vita è bella’ di Roberto Benigni e ‘L’ultimo imperatore’ di Bernardo Bertolucci – oltre a ‘Anime nere’ di Francesco Munzi, ‘Pane e tulipani’ di Silvio Soldini, ‘Il mestiere delle armi’ di Ermanno Olmi e ‘Dogman’ di Matteo Garrone.

 

La 69 edizione dei Premi David di Donatello, trasmessa per la prima volta in 4K (sul canale Rai4K, numero 210 di Tivu’sat), si svolgerà negli iconici studi di Cinecittà, sempre di più punto di riferimento per le produzioni nazionali e internazionali grazie a un rilancio industriale e creativo che la rende leader a livello globale. Sul red carpet, ad accogliere artisti e talent, ci sarà Fabrizio Biggio. Nel corso della cerimonia saranno assegnati venticinque Premi David di Donatello e i David Speciali. 

 

Diciannove candidature per ‘C’è ancora domani’, dunque. Ma non sarà un assolo di Paola Cortellesi. A contendere le prestigiose statuette ci sono infatti altri venti film che si presentano con meno candidature ma molto agguerriti. A guidare la rincorsa ‘Io capitano’ di Matteo Garrone fresco di nomination all’Oscar con 15 candidature. Poi ‘La Chimera’ di Alice Rohrwacher (13), ‘Rapito’ di Marco Bellocchio (11) e ‘Comandante’ di Edoardo De Angelis (10). Seguono ‘Il sol dell’avvenire’ di Nanni Moretti (7), ‘Adagio’ di Stefano Sollima (5), ‘Palazzina Laf’ di Michele Riondino (5), ‘L’ultima notte di Amore’ di Andrea Di Stefano (4), ‘Disco Boy’ di Giacomo Abbruzzese (2), ‘Felicita” di Micaela Ramazzotti (2), ‘Mixed By Erry’ di Sydney Sibilia (2), ‘Stranizza d’amuri’ di Giuseppe Fiorello (2), ‘Cento domeniche’ di Antonio Albanese (1), ‘Come pecore in mezzo ai lupi’ di Lyda Patitucci (1), ‘Denti da squalo’ di Davide Gentile (1), ‘Il piu’ bel secolo della mia vita’ di Alessandro Bardani (19, ‘L’ultima volta che siamo stati bambini’ di Claudio Bisio (1), ‘Le vele scarlatte’ di Pietro Marcello (1), ‘Lubo’ di Giorgio Diritti (1) e ‘Misericordia’ di Emma Dante (1).
Due i David alla Carriera di questa edizione: a Milena Vukotic, attrice di grande eleganza per autori come Federico Fellini, Mario Monicelli, Luis Bunuel ed Ettore Scola, e al premio Oscar Giorgio Moroder, compositore e produttore discografico, una delle grandi eccellenze italiane nel mondo.
Il David Speciale 2024 andrà a Vincenzo Mollica. 

 

 

AGI – Al parco Safari di Ravenna è nato Tom, un cucciolo di scimpanzé. Si tratta del primo esemplare nato in un giardino zoologico italiano, appartenente a una delle sottospecie più minacciate in natura, quella verus, definita Western Chimpanzee (Pan troglodytes verus).

Un evento che arriva dopo che nel 2018, in occasione di un convegno internazionale focalizzato su recupero, salvaguardia e conservazione degli scimpanzé, è nato il progetto ‘Pan Italia’ una tavola rotonda per gli zoo italiani detentori di scimpanzé al fine di avviare un confronto e una condivisione continua sui moderni criteri di gestione di tale specie. Nel 2015 il Safari Ravenna ha ricevuto un gruppo di scimpanzé proveniente da una situazione di detenzione esterna agli zoo. Un gruppo sociale detenuto presso abitazione privata in Germania da una proprietaria ex addestratrice di circo.

Il gruppo di 6 esemplari, 5 femmine e 1 maschio, una volta arrivato è stato sottoposto a quarantena veterinaria e indagini genetiche, le quali hanno rilevato l’appartenenza alla sottospecie ‘verus’. Il gruppo è stato cosi’ inserito nel programma europeo di conservazione ex situ EEP (EAZA Ex situ Programme) e come tale partecipa alla procedura di gestione genetica della popolazione in cattività presente in Europa che inizialmente ha comportato lo spostamento verso lo ‘Zoo Ostrava’ (Repubblica Ceca) dell’unico esemplare maschio.

Successivamente, nel 2019, sono giunti presso il Safari Ravenna 2 maschi dal ‘Welsh Mountain Zoo’ (Galles, UK) per essere introdotti alle 5 femmine presenti, al fine di ottenere un gruppo riproduttivo vista l’importanza della nuova linea genetica presente nel nostro Parco; al gruppo, infine, si è aggiunto quest’anno un ultimo esemplare maschio, proveniente dal ‘Walter Zoo’ (Svizzera). 

AGI – Ha rapito il figlio neonato che era stato affidato dai servizi sociali e dal tribunale dei Minori al reparto neonatale dell’ospedale ‘Spaziani’ di Frosinone. Un uomo, di 51 originario di Frosinone, è stato arrestato dalla Polizia non senza fatica e dopo che aveva sguinzagliato contro gli agenti un pittbul.

L’uomo aveva prelevato il figlio neonato in violazione del provvedimento emesso dal Tribunale per i Minorenni di Roma che aveva dichiarato la cessazione della potestà genitoriale. Dopo aver minacciato un’infermiera è fuggito portando con se’ il bambino. Immediata la caccia all’uomo individuato nel centro di Frosinone a bordo di una Minicar.

L’uomo si è dato alla fuga a forte velocità verso la zona più a sud di Frosinone, mettendo in atto manovre tali da provocare pericolo alla circolazione degli altri utenti, nel tentativo di far desistere la Volante dal proseguire l’inseguimento. Poi si è bloccato dinanzi a un caseggiato popolare dove ha richiamato il suo cane molosso. Con non poca difficoltà gli operatori hanno schivato l’animale e bloccato il 51enne. Il bimbo era stato nel frattempo affidato a una conoscente che lo aveva riconsegnato al reparto di neonatologia.