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AGI – Stabili i visitatori giornalieri paganti e confermato il calo rispetto al weekend scorso nella quinta giornata del contributo di accesso a Venezia. Per la giornata di oggi si sono registrati 17.130 paganti, in linea con il dato di ieri ed in calo rispetto allo weekend scorso. Tra gli esenti, calano di 7.000 unità, fermandosi a 51.000, gli ospiti in strutture ricettive, perché pagano già la tassa di soggiorno, in quanto il maggior numero si registra nel fine settimana. Da considerare che questo dato sovrappone diverse categorie: arrivi, alloggiati e partenze. I controlli svolti hanno verificato in totale quasi 15.000 QR-code, senza rivelare particolari criticità.

Anche nella giornata di domani e per tutte le altre giornate in cui è previsto il pagamento del contributo d’accesso, saranno attivi dei varchi fisici ai principali punti di accesso alla città, distinti da varchi prioritari per residenti e lavoratori. Degli steward verificheranno il codice Qr dei visitatori e saranno a disposizione per aiutare chi ne fosse sprovvisto a scaricare il titolo di accesso sul posto e pagare il contributo.

 

 

Superati i varchi, qualora qualcuno fosse sprovvisto del contributo di accesso sarà multato dai verificatori che effettueranno controlli a campione. Giornalmente saranno impegnati circa 75 steward informatori in 16 aree; circa 40 steward verificatori e 35 accertatori in circa 15 punti di controllo, i principali dei quali saranno in zona Ferrovia, in zona P.le Roma e in zona San Zaccaria. 70 i totem informativi disseminati nei punti di accesso della città, oltre a Chioggia e a Punta Sabbioni.

 

AGI – Sono pronti a un dibattito pubblico e registrato per supportare le loro teorie. Dibattito che per il 99% dei casi non avviene perchè chi li contesta non regge il confronto. Michel-Yves Bollorè e Olivier Bonassies con il loro “Dio. La scienza. Le prove” (edizioni Sonda) offrono le conoscenze più aggiornate per scuotere il lettore e ragionare riguardo alla domanda che si dovrebbe porre almeno una volta nella propria vita: esiste un Dio creatore? L’AGI ha incontrato i due autori del volume, il più controverso e il più venduto in Francia, e che arrivato in Italia ha venduto nella prima settimana, 3.000 copie. Non solo: è stabilmente in “top 10 non fiction” da 7 settimane. Tre anni di lavoro, un’indagine sulle prove scientifiche dell’esistenza di Dio la cui lettura non lascia nessuno indifferente, nè scienziati nè religiosi. Tre anni e mezzo di lavoro in collaborazione con una equipe di una trentina di specialisti (fisici, matematici, biologi, storici).

 

“Noi non abbiamo inventato assolutamente nulla ma tutte le prove che abbiamo riunito in questo libro esistono e sono molto forti”, afferma Bonnassies, imprenditore e fondatore di Aleteia, che in pochi anni è diventato il primo sito web cattolico al mondo. “Da giovane ero un convinto ateo e ritenevo i credenti degli imbecilli”, ci confessa. Ma “Dio. La scienza. Le prove” “non vuole essere un libro sulla religione nè sulla fede”, precisa Bollorè, ingegnere e direttore d’azienda. “è un libro per tutti quelli che si chiedono se dietro questo meraviglioso orologio che è l’Universo, c’è un orologiaio. Questa è la questione che si affronta nel libro. Come si chiama Dio, cosa pensa, cosa dice, cosa vuole non è l’oggetto. Per questo noi scriviamo sempre dio creatore con la d minuscola perchè ci rivolgiamo a tutti, in primo luogo ai non credenti, ma anche ai credenti di tutte le religioni”. “Dio. La scienza. Le prove” è quindi destinato a tutti. Con un linguaggio chiaro e accessibile, il volume esplora la questione dell’esistenza di Dio attraverso 12 temi, raggruppati in capitoli indipendenti, due terzi dei quali sono di natura scientifica. Il punto di partenza è quello di scrivere un resoconto delle scoperte e delle controversie che hanno suscitato. E fornire quindi risposte affinchè ognuno possa formarsi una propria opinione sull’argomento.

 

“Parmenide – spiega Bollorè – dal 450 a.C. aveva detto che ‘dal nulla assoluto non puo’ nascere nullà. Oggi 2.500 anni dopo, tutti gli scienziati sono d’accordo su questo. Quindi l’Universo non è uscito dal nulla e dunque o è uscito dalla mano di Dio che lo ha creato o è eterno. Ma per diversi secoli nessuno poteva dire nulla sul fatto che l’Universo avesse un inizio. E la cosa interessante è che da 100 anni diverse scoperte indipendenti dimostrano che l’Universo ha avuto un inizio. Tutti parlano sempre del Big Bang ma non è il Big Bang l’unica prova che dimostra che l’Universo ha avuto un inizio, perchè la termodinamica dimostra la stessa cosa, ossia che l’Universo si consuma”. Ma c’è anche il materialismo. “Sono molti i materialisti e sono obbligati a credere – osserva Bollorè – che l’Universo sia eterno. Invece il XX secolo ha apportato molte prove indipendenti sul fatto che l’Universo non è eterno”. Questo libro rivoluziona le idee materialiste. Avete avuto resistenze da parte di scienziati, atei o agnostici, che portano avanti la teoria del Big Bang e non credono a un dio creatore? “L’esistenza di Dio è una questione passionale perchè per le persone credere in Dio significa avere una limitazione della libertà, con delle cose che sono vietate e poi con il giudizio”, afferma Bollorè. “Questa è la percezione dei materialisti sull’esistenza di Dio. Molte persone che non vogliono che Dio esista fanno un ragionamento passionale non razionale – continua -. Pensiamo a un’altra domanda, simile all’esistenza di Dio: l’esistenza dei marziani. La domanda è la stessa: esiste una persona che nessuno ha visto? Questa persona esiste? Puo’ essere Dio o i marziani… Se parliamo dell’esistenza di Dio molti si arrabbiano, sull’esistenza dei marziani nessuno si arrabbia. Se esistono, ottimo, se no, pazienza. Questo non fa arrabbiare nessuno. Le persone ne parlano, c’è una collaborazione scientifica. Quindi l’esistenza di Dio è una questione passionale e questo rende la discussione più difficile ma lo capiamo molto bene”. L’obiettivo del libro è quindi interrogarsi su questo. “Si’. è per chi si interroga, per chi se la fa questa domanda. Volevamo fosse possibile trovare in un unico volume tutte le risposte che la scienza puo’ offrire a sostegno di questa tesi”, aggiunge.

 

Parlando del lavoro di stesura del volume, i due autori rivelano che alcuni professionisti non credenti, dopo aver letto le bozze, si sono messi in discussione. “Uno dei miei migliori amici a Londra, un uomo d’affari, assolutamente ateo – racconta Bollorè – mi ha confidato di aver cambiato idea: ‘Credo che Dio esistà, mi ha detto. Ma non è l’unico. Molte persone hanno cambiato la propria posizione. Abbiamo ricevuto diverse testimonianze. Tra gli scienziati con i quali abbiamo lavorato, c’è un ateo, dirigente del Cnr francese che ha accettato di rileggere il libro in modo critico dal punto di vista scientifico e alla fine ha ammesso che quello che scriviamo è giusto. Pero’ non voleva essere citato per non compromettere la sua carriera… La stessa cosa, alcuni membri dell’Accademia delle scienze: ci hanno confermato di aver cambiato la propria posizione ma non volevano essere citati nel volume”. Perchè? “Perchè molti atei pensano, a torto, che se Dio esiste la loro libertà verrà ridotta e ci sarà un giudizio sulla loro vita. E questa è la prima paura”, afferma Bollorè. “La seconda paura è poi che nel mondo dominante se si afferma di essere cristiani, si è esclusi dai giornali, dai libri, dal cinema, dal mondo scientifico”. E Bollorè riferisce “una delle citazioni più affascinante”, tra le oltre 100 contenute nel volume: quella di George Wald, premio Nobel per la Medicina nel 1967: “Per quanto riguarda l’origine della vita esistono due possibilità: la generazione spontanea o la creazione sovrannaturale, a opera di Dio. Una terza possibilità non esiste. (…) La generazione spontanea della vita a partire dalla materia inerte è stata scientificamente esclusa da Pasteur e altri da 120 anni. Questo ci lascia con l’unica conclusione che la vita sia stata creata da Dio. (…) Ma dato che non posso accertarlo per ragioni filosofiche, perchè non voglio credere in Dio, di conseguenza scelgo di credere in cio’ che so essere scientificamente impossibile: la generazione spontanea che porta all’evoluzione”. Le affermazioni di Wald, dimostrano, continua Bollorè, che “queste persone (gli atei) non vogliono credere in Dio perchè Dio per loro è una limitazione”. L’uscita del volume in Francia ha suscitato molti dibattiti, non solo in ambiti accademici. L’argomento ha suscitato l’interesse dei giovani. “Siamo stati molto sorpresi nel vedere genitori che compravano il libro per i figli e anche figli che lo compravano per i genitori”, commenta Bonassies. 

 

“Ragazzi di 14-15 anni che avevano letto il libro e ci hanno riferito commenti entusiasti. Io stesso ogni volta che gli amici dei miei 6 figli vengono a casa, affrontiamo questo argomento che suscita sempre interesse. La maggior parte dei giovani, e anche io ero cosi’ a 20 anni, pensa – continua Bonassies – che la scienza abbia dimostrato che Dio non esiste, perchè viviamo in un mondo in cui non si parla mai di Dio e questo è un errore fondamentale. E un altro errore è pensare che l’argomento non puo’ trovare risposta”. Perchè? “Vi sono persone molto intelligenti sia tra le persone che credono e sia tra le persone che non credono. Quindi i giovani pensano ‘come posso io avere una certezza su una cosa cosi’ importante, cosi’ grande?…’. Noi diciamo sempre che siamo come Isaac Newton che ha detto ‘se ho visto lontano è perchè stavo sulle spalle dei giganti’… Non partiva da zero, c’era qualcosa prima di lui. Per noi è la stessa cosa. Ci sono stati dei pensatori, dei filosofi e adesso degli scienziati che da 100 anni hanno fatto delle nuove scoperte. E queste scoperte hanno delle implicazioni molto importanti. Il fatto che l’Universo abbia un inizio e abbia una ‘regolazione finè straordinaria, non possiamo più negarlo. Io quando avevo 20 anni ho avuto la sorpresa di scoprire che c’era una ragione razionale di credere a Dio e penso che le persone che leggeranno il libro avranno la stessa sorpresa, cioè vedranno che questa è la realtà contraria a quello che si sente dire in giro”. Ma in un mondo variegato nel quale oltre alle diverse religioni, si manifestano riti, credenze, superstizioni e teorie “fai-da-te”, l’uscita del libro ha suscitato reazioni o episodi di fanatismo?

 

“Si’. Ci sono stati degli attacchi – conferma Bollorè – ma molto pochi. Erano soprattutto attacchi personali oppure delle prese in giro. Ci hanno apostrofati come cattolici troppo rigidi, bigotti. Ci sono state manifestazioni di sarcasmo ma sul contenuto, nessuna critica. Noi portiamo 600 note a piè di pagina, 500 riferimenti, 62 Premi Nobel che parlano nel libro, 2.853 numeri e nessuno di essi è falso. Le persone che criticano lo fanno sul piano passionale”. “Si’, ma sono prese in giro, è sarcasmo, non sono argomentazioni serie – aggiunge Bonassies -. Noi riflettiamo su questi argomenti da 30 anni e siamo degli scienziati. Ci abbiamo messo 3 anni e mezzo per scrivere questo libro”. 

 

 “Abbiamo avuto la collaborazione di grandi specialisti – prosegue Bonassies -, 30 persone hanno riletto tutte le bozze. Abbiamo un libro cosi’ corposo e ci sono persone che lo sfogliano per due minuti e lo criticano. Sistematicamente noi li abbiamo contattati e abbiamo chiesto loro: siete d’accordo nel fare un dibattito pubblico filmato? Il 99% ci ha detto no”.

 

Perchè? “Perchè non vogliono. Coloro che hanno accettato sono sul nostro sito Internet. Tutti i dibattiti li abbiamo registrati e ogni volta si è verificata una disfatta terribile per i nostri interlocutori. Noi non abbiamo inventato assolutamente nulla ma tutte le prove che abbiamo riunito, esistono e sono molto forti”. In “Dio. La scienza. Le prove” si parla anche di miracoli. In particolare un capitolo dettagliato è dedicato a Fatima. “Volevamo approfondire anche un miracolo indiano, il caso di Ramanujan Srinivasa, uno dei più grandi matematici del Ventesimo secolo”, afferma Bollorè. “Lui non è mai andato a scuola ma ha pubblicato 2.000 teoremi, straordinari, assolutamente veri, e sono stati dimostrati in 50-100 anni. Un altro grande matematico dell’epoca, l’inglese e ateo convinto Godfrey Harold Hardy, un giorno gli chiese: ‘Come riesci a trovare questi teoremi?’. E lui rispose: ‘Ho una divinità, Namagiri, che ogni mattina alle 6 mi appare. è lei che mi fa scrivere i teoremi’. Dei miei amici dell’Accademia scientifica francese – continua Bollorè – mi hanno detto che ancora oggi non si sa come Ramanujan possa aver trovato quelle formule matematiche”. 

 

Pero’ nel libro si cita Fatima. “Siamo molto razionali e siamo nella pura logica. Se Dio non esiste – afferma Bollorè – ci sono delle implicazioni logiche molto forti. Se Dio non esiste l’Universo non puo’ avere un inizio ed è quindi eterno, come sono obbligati a pensare tutti i materialisti. E se Dio non esiste non esistono nemmeno i miracoli. Ma per una semplice logica se il miracolo c’è, vuol dire che Dio esiste. E per questo abbiamo voluto mettere nel nostro libro un miracolo. Avremmo potuto prendere molti miracoli anche in una religione non cristiana ma il miracolo di Fatima è molto particolare perchè è accaduto in un Paese estremamente anticattolico, il Portogallo del Ventesimo secolo. Abbiamo tre bambini completamente analfabeti, che annunciano che da li’ a tre mesi in quel posto, in quel luogo, a quell’ora, avverrà un miracolo. La gente accorre per vedere il miracolo e anche gli anticlericali vanno per poter dimostrare che tutto è falso ma accade un fenomeno straordinario. I bambini vengono anche arrestati e minacciati dal sindaco ma tutto questo non serve. Essendo persone razionali ci sono solo queste possibilità – sottolinea Bollorè – per spiegare il miracolo di Fatima: non è successo nulla, è stato un fenomeno meteorologico, è stato un fenomeno cosmologico, si è verificata un’allucinazione collettiva, si è trattato di una truffa. Se nessuna di queste possibilità è vera, e lo spieghiamo nel libro, allora c’è qualcosa di soprannaturale”. Vediamo le varie possibilità in breve.

 

“I miracoli di Fatima si sono verificati davanti a una settantina di persone. Si esclude sia un fenomeno meteorologico, che non è possibile prevedere con un anticipo di tre mesi, sia un fenomeno cosmologico, nessun osservatore, tra cui quello di Lisbona, ha registrato qualcosa al riguardo. L’ipotesi dell’allucinazione collettiva non regge perchè non esiste. Senza contare che anche a 35 chilometri di distanza, all’evento assistono altre persone, tra le quali Alfonso Lopes Vieira, uno dei più celebri poeti portoghesi, ateo convinto. Infine, la truffa. Se si parlasse di Lourdes, della Madonna che appare nella Grotta, c’è chi potrebbe immaginare a dei trucchi: un foro in fondo alla grotta per le illusioni ottiche, un’attrice calata dall’alto e cosi’ via… Ma a Fatima, non è possibile inscenare trucchi o illusioni. L’evento avviene in cielo. E allora come si spiega I lettori hanno tutte le informazioni nel libro e poi decideranno…”. “Il nostro libro non parla di fede ma come cristiano devo avere il coraggio di dire che la verità cristiana è l’unica verità. Con umiltà. Non siamo migliori. Non la meritiamo ma l’unica verità è questa”, conclude Bollorè. 

AGI – Due persone a bordo di una moto, hanno esploso, sabato pomeriggio, alcuni colpi di pistola contro la casa di un componente della famiglia
Casamonica in zona
Romanina, roccaforte del clan, alla periferia di Roma. Secondo quanto ricostruito, due persone, con il volto coperto da un casco integrale e in sella a una moto, si sono fermati davanti all’abitazione di Walter Casamonica, 44 anni, e uno dei due ha sparato puntando a una finestra e mandando in frantumi un vetro. Non ci sono stati feriti. Sul posto la
polizia che indaga sulla vicenda. Ritrovati tre bossoli. Non si esclude che possa trattarsi di un avvertimento.

AGI – Creare dei ‘parchi canile’ per accogliere gli animali abbandonati e randagi per poter offrire loro una qualità di vita più elevata e, inoltre, rispettare l’ambiente. E’ l’idea contenuta in una proposta di legge presentata al Consiglio regionale del Lazio da Marietta Tidei e Luciano Nobili del gruppo di Italia Viva. “Questa mattina abbiamo depositato al Consiglio regionale del Lazio una proposta di legge che prevede la creazione, sul territorio regionale, dei parchi canili al fine di contrastare il randagismo e migliorare il benessere dei cani durante il loro ricovero e custodia – hanno spiegato Tidei e Nobili – nello spirito della proposta di legge, che andrà a modificare la legge regionale del 21 ottobre 1997 n.34, tali strutture dedicate agli animali abbandonati dovranno essere in grado di fornire, agli stessi, un ambiente di vita consono e una qualità più elevata mediante il rispetto di criteri in grado di favorire la tutela del loro benessere fisiologico, ecologico ed etologico, oltre che a migliorare il rapporto uomo-animale cosi da facilitarne l’adozione”.

 

I Parchi canili, nel concreto, rappresentano la somma di due progetti, ovvero il “Parco” inteso come verde urbano e periurbano e il “canile” che, coniugati assieme, assolvono ad uno scopo ben preciso: da un lato favorire l’adozione dei cani e il turn over degli animali, dall’altro invece, dare la possibilità ai Comuni, singoli o associati di recuperare i loro spazi verdi, urbani o periurbane, usufruibili ai cittadini quali luoghi di svago e ritrovo. 

 

Il parco canile oltre ad assicurare un maggior comfort per gli animali ospitati, secondo la proposta di legge regionale, e un minor costo in termini di presenza di cemento un minor utilizzo d’acqua per la pulizia, vuol anche garantire da un lato un minor rischio per le falde acquifere stante la cristallizzazione negli strati superficiali del terreno e, inoltre, una maggior frequentazione da parte dei cittadini così da permettere un aumento delle possibilità di adozione per gli animali che costituisce la funzione primaria alla quale e’ deputata la struttura. “Vogliamo ringraziare l’Assessora al Bilancio del Comune di Viterbo Elena Angiani per aver lavorato con noi a questo innovativo testo – hanno aggiunto Tidei e Nobili – considerata l’importanza del tema e le numerose richieste in tal senso che provengono dai territori del Lazio, ci auguriamo che le altre forze politiche possano convergere su tale proposta e che la stessa possa essere incardinata rapidamente in Commissione, per poi giungere in aula per la discussione e il voto finale”.

 

La proposta di legge prevede che accanto ad alcuni elementi murari e l’area ricovero che dovrà comunque rispettare criteri ben precisi e funzionali al benessere animale, il Parco canile dovrà sviluppare sentieri di passaggio con panchine, zone alberate, spazi sistemati a prato con spazi ludici dedicati ai bambini, aree di educazione dove poter svolgere corsi di pet -terapy da destinare all’esterno, corsi svolti da educatori professionali che aiutino l’animale a recuperare le proprie competenze cognitive e sociali dovute all’abbandono così da permettere all’animale di recuperare l’equilibrio necessario a garantirgli una facile gestione e l’inserimento in famiglia.

 

La proposta di legge si compone di tre articoli: il primo articolo prevede una modifica dell’articolo 1 della l.r. 34/ 1997 con la previsione dei parchi canili, quali spazi verdi dove sia possibile ricreare un habitat che rispetti le esigenze dell’animale e con la presenza di percorsi aperti al pubblico dove promuovere la corretta relazione con il cane e migliorare il rapporto uomo-cane al fine di facilitarne l’adozione. L’articolo 2, inserisce l’articolo 5 bis, dove vengono specificate le finalità dei Parchi canili e le attività che in esso possono essere svolte, demandando, alla Giunta regionale, la fissazione dei criteri per la loro realizzazione con riferimento alla suddivisione in categorie tra cuccioli, cani anziani, cani adottabili, cani difficilmente adottabili, cani con disturbi di socializzazione; alla superficie di manto erboso utile a creare l’ambientazione di parco pubblico, con percorsi di accesso, panchine e zone ludiche per persone e bambini; alla tipologia di vegetazione utile alla piantumazione che non apporti tossicità agli animali, che non ospiti parassiti e che sia priva di radici orizzontali in grado di danneggiare la struttura; alla tipologia di box per ospitare i cani, le metrature e le relative caratteristiche; alla tipologia dei servizi di accoglienza e assistenza per i cani ospitati ivi compresa quella sanitaria.

 

I Comuni, singoli o associati, sulla base dei criteri adottati con la deliberazione di Giunta, presentano alla Regione appositi progetti nei quali sono contenute le caratteristiche del parco canile e alla cui realizzazione possono concorrere anche risorse private. L’articolo 3, in fine, modifica l’articolo 26 della l.r. 34/1997, relativamente alla previsione finanziaria, istituendo un apposito capitolo di spesa dove si prevedono risorse pari a 500 mila euro in conto capitale per la realizzazione dei canili ed euro 150 mila in parte corrente per la realizzazione delle attività da realizzare al suo interno. Lazio: pdl per realizzare parchi canile per animali abbandonati. 

AGI –  Il sostituto procuratore di Bari, Savina Toscani, al termine delle indagini preliminari nel procedimento penale nei confronti dell’ex giornalista de “La Gazzetta del Mezzogiorno”, Nicola Pepe, ha fissato l’udienza di comparizione predibattimentale per il 14 aprile 2025. Pepe è accusato rivelazione di segreti di ufficio. Secondo l’ipotesi della Procura, dopo essere venuto a conoscenza dell’esistenza di un procedimento penale a carico di Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia (per i reati di finanziamento illecito della campagna elettorale relative alle primarie del Pd del 2017 e di abuso di ufficio, per cui poi è stato assolto dal tribunale di Torino nel 2023 “per non aver commesso il fatto”) e della imminente esecuzione, da parte dell’autorità giudiziaria, di alcuni provvedimenti di acquisizione di documentazione, di perquisizione e sequestro nell’ambito dello stesso procedimento, si sarebbe recato negli uffici della presidenza della Regione e avrebbe riferito a Emiliano quanto da lui appreso. 

 

 Sempre secondo la Procura, Pepe avrebbe saputo di questi dettagli all’interno della redazione de “La Gazzetta del Mezzogiorno”, in qualità di redattore della pagina internet della testata giornalistica. E avrebbe detto che “giovedì mattina si sarebbe ‘ballato’ in Regione”, in quanto il governatore sarebbe stato destinatario di una perquisizione domiciliare e negli Uffici di presidenza da parte della guardia di Finanza. Pepe avrebbe anche riferito, sostiene il pm, “che l’imputazione a fondamento della perquisizione non era più quella del finanziamento illecito ai partiti, ma il reato di abuso di ufficio, in quanto la finanza aveva di recente scoperto dell’esistenza di alcuni provvedimenti che la Regione Puglia aveva emesso” in favore di un imprenditore foggiano (poi assolto). In questo modo, per l’accusa, Pepe avrebbe posto in essere atti “idonei a eludere le indagini in corso, arrecando un grave nocumento all’attività investigativa – consistito in un ritardo nella esecuzione dei predetti provvedimenti e nella conoscenza da parte degli indagati dell’indagine a loro carico e dei provvedimenti da eseguirsi – che si verificava nonostante la denuncia sporta dal presidente Emiliano all’autorità giudiziaria, quello stesso giorno, per rivelazione dei segreti di ufficio”. Nell’udienza, che sarà celebrata dinanzi al giudice Valentina Tripaldi, risultano parti offese il Ministero della Giustizia e il giornalista Massimiliano Scagliarini. 

AGI – C’è anche Francesco Calogero Magnano, noto in passato alle cronache come ‘il geometra di Silvio Berlusconi’, tra le persone finite ai domiciliari nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Monza su episodi di corruzione nel Comune di Usmate Velate. A Magnano viene contestato di aver contribuito a “occultare” un episodio di corruzione.

Francesco Calogero Magnano, l’ex geometra di Silvio Berlusconi, è accusato di corruzione e reati fiscali. Secondo la Procura, avrebbe dato un contributo importante ad alimentare il sistema di corruzione che ruotava attorno all’esperto funzionario comunale di Usmate Velate Antonio Colombo. Quest’ultimo avrebbe intascato tangenti per circa 243mila euro favorendo imprenditori edilizi attraverso la modifica delle destinazioni d’uso. Le tangenti sarebbero state pagate tramite le false fatture emesse da società riconducibili a Colombo.

La Guardia di Finanza ha sequestrato beni e denaro per oltre un milione di euro. Oltre al presunto ‘prezzo della corruzione’ di 243 mila euro è stato sequestrato il capitale sociale di sette società riconducibili agli indagati per un valore di 700milla euro. 

AGI – 
Restaurato e restituito alla collettività il casolare “Peppino Impastato” a Cinisi, nel Palermitano, dove il 9 maggio del 1978 l’attivista politico e giornalista venne assassinato dalla mafia. Stamattina la cerimonia di inaugurazione con il presidente della Regione, che ha annunciato l’affidamento in comodato d’uso gratuito del sito, simbolo della lotta alla criminalità, alle associazioni del territorio impegnate nella salvaguardia della memoria. 

Alla cerimonia erano presenti anche l’assessore regionale ai Beni culturali e la soprintendente di Palermo, il prefetto e il questore di Palermo, il commissario straordinario del Comune di Cinisi, il presidente della commissione regionale Antimafia, numerose autorità civili e militari, oltre ai familiari di Impastato e alle delegazioni dell’istituto comprensivo di Cinisi e del plesso di Terrasini del liceo statale di Partinico recentemente intitolato a Peppino e Felicia Impastato. Il presidente della Regione si è intrattenuto con gli studenti, affrontando il tema della legalità praticata nel quotidiano, e ha rivolto loro un invito a visitare Palazzo d’Orléans. 

Il progetto di recupero dell’immobile e del terreno circostante – espropriati ed entrati in possesso della Regione nel 2020 – è stato redatto dalla Soprintendenza dei beni culturali di Palermo. I lavori erano stati avviati nel gennaio 2023 e finanziati con risorse del Fondo di sviluppo e coesione 2020-2024 per un importo pari a centocinquantamila euro. A eseguirli l’impresa palermitana Scancarello. 

 

 

Con questo intervento il governo siciliano ha voluto salvare dal degrado un luogo già dichiarato di interesse culturale, che ha una forte valenza evocativa, di testimonianza di civiltà e di lotta alla criminalità, rendendolo uno spazio aperto ai cittadini e tappa di quel “percorso della memoria” in ricordo delle vittime di mafia che tanti visitatori compiono nel nome della legalità. Nello specifico, i lavori hanno riguardato il consolidamento della muratura e del fondale con la realizzazione di un vespaio areato perimetrale oltre che degli intonaci esistenti. Si è proceduto alla pulitura e all’integrazione delle pavimentazioni esistenti con basole in pietra di Billiemi bocciardate, alla collocazione di infissi in legno, porte d’ingresso e vani finestra e alla realizzazione dell’impianto elettrico. Per quanto riguarda la revisione delle coperture, si è provveduto al rifacimento del massetto, all’impermeabilizzazione con malta e al ripristino del soffitto incannucciato a vista. 

 

All’interno della stalla, al posto della seduta in pietra sulla quale erano rimaste impresse tracce di sangue, si è scelto di realizzare un parallelepipedo in policarbonato trasparente. Sulla superficie di uno dei lati, una porzione è stata resa manualmente rugosa per fissare simbolicamente quelle macchie, con l’ intento di “cristallizzare l’assenza”.
 

 

AGI – Si è conclusa con 71 richieste di condanna la requisitoria del pm della Dda di Catanzaro nel processo nato dall’operazione antimafia Imponimento contro il clan Anello di Filadelfia, in provincia di Vibo Valentia. Dinanzi al Tribunale collegiale di Lamezia Terme (giudiziariamente competente per i comuni del bacino dell’Angitola), il pm De Bernardo ha chiesto in particolare 21 anni di reclusione per l’ex assessore al lavoro e ai trasporti della Regione Calabria, Francescantonio Stillitani (imprenditore ed ex sindaco di Pizzo) e per il fratello Emanuele Stillitani.

 

La condanna a 18 anni di reclusione è stata chiesta per l’ex consigliere comunale di Vibo Valentia Francescantonio Tedesco, mentre 21 anni di carcere sono stati chiesti per Giovanni Anello, ex assessore del Comune di Polia. Richiesta di condanna a 12 anni per Pietro Verdelli, ex assistente della Polizia di Stato, mentre 3 anni sono stati chiesti per Franco Pontieri, appuntato della Guardia di Finanza. La condanna a 2 anni è stata poi richiesta per Bruno Cortese, ex consigliere comunale di Capistrano, 2 anni per Mario Galati, responsabile dell’Ufficio Tecnico del Comune di Polia. La pena più alta – 30 anni di reclusione – è stata chiesta per il boss di Filadelfia Tommaso Anello.