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AGI – Una dodicenne ha denunciato di aver subito una violenza sessuale da parte di due ragazzi poco più grandi di 15 e 16 anni: i fatti risalirebbero ai primi di maggio e la minorenne si è presentata sabato mattina insieme ai familiari al pronto soccorso pediatrico del Policlinico di Modena, dove una visita medica ha confermato l’abuso, ha riferito ‘Modena in diretta’. Il referto dei medici Policlinico è stato inviato alla procura di Modena.

La violenza sarebbe avvenuta a casa della 12enne, che aveva invitato un’amica e altri due ragazzi di qualche anno più grandi, ma comunque minorenni. I medici dell’ospedale hanno avvertito le forze dell’ordine e la ragazza è stata inserita nel percorso di sostegno psicologico previsti in questi casi. Domani la ragazza dovrebbe essere ascoltata in Questura a Modena in forma protetta e alla presenza di uno psicologo.

AGI – Christian Di Martino, il poliziotto accoltellato a Milano, “è stato estubato a 48 ore dall’intervento”. Fonti dell’ospedale, rendono noto che “il paziente non è però sveglio e non sta parlando ma ha reagito a qualche stimolo iniziale”. Pertanto, “il paziente resta in prognosi riservata e la sua condizione è ancora considerata grave anche se prevale un cauto ottimismo”.

Christian Di Martino è stato colpito tre volte alla schiena da coltellate che gli hanno provocato gravissime lesioni a un rene e all’intestino. Aveva cercato di bloccare un 37enne di origini marocchine. Il teaser usato non aveva fatto effetto sull’uomo che l’agente ha poi cercato di bloccare e nella colluttazione non si è accorto che aveva un lungo coltello da cucina. Operato per quattro ore e sottoposto a numerose trasfusioni, Di Martino non è fuori pericolo. 

AGI – “L’interpretazione è l’essenza della giurisdizione. Senza adeguate garanzie di libertà della interpretazione nessun ordinamento può ambire a definirsi democratico. La magistratura italiana si impegna quotidianamente a praticare e a rispettare il principio costituzionale che vuole il giudice soggetto soltanto alla legge e che costituisce il presupposto dell’autonomia e dell’indipendenza della giurisdizione”. Inizia così la mozione finale approvata per acclamazione dall’Associazione nazionale magistrati, atto conclusivo del 36esimo congresso svoltosi a Palermo.

IPERTROFIA SCADIMENTO E ‘BUCHI’ NORMATIVI
La magistratura italiana “denuncia pubblicamente la condizione di ipertrofia normativa in cui si trova a operare e lo scadimento qualitativo della produzione normativa, sempre più spesso improntata alla soluzione del contingente, senza un adeguato sforzo di coerenza sistematica”. Cosi’ come denuncia “la persistente assenza di una disciplina chiara e puntuale su importanti ambiti che toccano nel profondo le vite dei cittadini”. La giurisdizione “non si sottrarrà mai al dovere di rispondere alla domanda di giustizia formulata dai cittadini, anche risolvendo in via interpretativa le aporie del quadro normativo, ispirandosi a prudenza e misura nell’esercitare la sua discrezionalità, ma chiede che altrettanto senso di responsabilità venga assunto dagli altri poteri dello Stato nel rispondere alle attese dei cittadini”.

GIUSTIZIA TEMPESTIVA, MA FRENO A INTELLIGENZA ARTIFICIALE
La magistratura italiana conferma anche “il suo impegno volto ad assicurare che la risposta alla domanda di giustizia sia sempre più tempestiva, ma va mantenuto fermo il principio che l’attività del giudicare non può mai essere demandate all’intelligenza artificiale, che può e deve servire per assicurare più efficaci strumenti di organizzazione, non per supplire all’attività del giudicare, che è e deve restare prerogativa esclusivamente umana”.

 

 

 

LIBERA INTERPRETAZIONE E IMPARZIALITÀ
Il tema della libertà dell’interpretazione “è intimamente connesso con quello della imparzialità del magistrato. Dell’ampia discrezionalità immanente all’attività interpretativa i magistrati italiani danno quotidianamente conto al popolo, nel cui nome amministrano la giustizia, con le motivazioni dei loro provvedimenti, che costituiscono il cuore pulsante dell’attività giurisdizionale”.

NO A CRITICA FONDATA SULLA RICERCA NELLA VITA PRIVATA DEL MAGISTRATO
La dialettica tra i poteri trae alimento dalla critica, che puo’ e deve avere a oggetto anche i provvedimenti giudiziari, “ma va ribadito che tale critica deve muovere dal rispetto reciproco, ispirarsi a continenza ed essere sempre motivata e ragionata, nell’interesse dello Stato e della fiducia che tutti i cittadini devono riporre nelle istituzioni democratiche. è dannosa per le istituzioni una critica che non parta dalle motivazioni del provvedimento giudiziario, e che sia fondata sulla ricerca nella vita privata del magistrato, di dichiarazioni o meri comportamenti che, talvolta travisati e comunicati ad arte, possano dare, all’opinione pubblica, l’impressione di un pregiudizio, di una partigianeria che ne ha guidato la penna”. Questo modo di muovere critiche alle decisioni dei giudici “va contrastato con grande fermezza, perchè inquina il dibattito pubblico intorno alla giustizia e genera sfiducia verso la magistratura”.

DIRITTO ALLA PARTECIPAZIONE AL DIBATTITO PUBBLICO
La partecipazione al discorso pubblico, “pur con la cautela imposta dal ruolo, puo’ contribuire a una piu’ consapevole considerazione delle implicazioni delle scelte che il decisore politico intende assumere, soprattutto quando vengono in rilievo possibili compressioni dei diritti fondamentali, nell’ottica del perseguimento delle finalità previste dalla Costituzione”. 

 

 La magistratura italiana “ha conquistato un patrimonio di credibilità e di fiducia presso i cittadini, anche pagando un prezzo di sangue tra i piu’ alti al mondo, ed è consapevole del fatto che esso va difeso nel quotidiano anche con le condotte dei singoli, perchè costituisce un capitale sociale inestimabile”. Proprio per questo dobbiamo interrogarci su quali siano i temi, le modalità e i contenuti piu’ idonei a prevenire strumentalizzazioni e a evitare che le nostre voci si confondano con il rumore di fondo di un dibattito, spesso confuso e sgrammaticato, e finiscano per ingenerare ancora piu’ confusione e disorientamento nei cittadini”. Tra i temi, “certamente” quelli attinenti alla funzione, al ruolo e alle attribuzioni della magistratura, “cosi’ come quelli correlati alle leggi sostanziali e processuali che ne governano l’operato, comprese quelle che definiscono, accrescono o restringono il catalogo dei diritti. Nè possono esserne esclusi i temi che, essendo pertinenti all’equilibrio tra i poteri definito dalla Costituzione, incidono, anche indirettamente, sul ruolo della giurisdizione rispetto agli altri poteri pubblici”. Si rivendica, quindi, “l’importanza della partecipazione di tutti i magistrati al dibattito pubblico, non solo in quanto cittadini dotati di pari diritti rispetto agli altri, ma anche come portatori di esperienza, cultura, principi, ispirati ai valori costituzionali ed alla legalità”.

NO ALLA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE, NESSUNA TRATTATIVA
Quanto alle riforme l’Anm ribadisce “la propria intransigente contrarietà alla separazione delle carriere e al complessivo indebolimento del Csm che ne costituiscono il contenuto principale”. L’unicità della magistratura “è valore fondante del nostro associazionismo: tale sua caratteristica ontologica è incompatibile con ogni possibilità di mediazione e trattativa sugli specifici contenuti delle riforme”. La separazione delle carriere “non è affatto funzionale a garantire la terzietà del giudice, ma appare piuttosto uno strumento per indebolire in modo sostanziale il ruolo del pubblico ministero e, conseguentemente, la funzione di controllo di legalità rimessa al giudice e lascia presagire che venga agitata come strumento di ritorsione e minaccia nei confronti della magistratura tutta”. 

 

 Separare il pubblico ministero dal giudice, porterebbe alla istituzione di una figura professionale di ‘pubblico persecutore’, molto lontana dall’attuale organo dell’accusa, che oggi è preposto alla ricerca della verità ed è garante del rispetto delle prerogative dell’indagato, anche nella fase della raccolta delle prove da parte della polizia giudiziaria”. Separare il pubblico ministero dal giudice “avrebbe gravissime ripercussioni sull’obbligatorietà dell’esercizio dell’azione penale indispensabile per l’attuazione del principio di eguaglianza del cittadino dinanzi alla legge. Alla logica della separazione l’Anm vuole contrapporre la logica della condivisione. La matrice culturale della giurisdizione deve essere strettamente condivisa tra giudici, avvocati e pubblici ministeri”.

UN CSM PIÙ DEBOLE
Il Csm “è l’unico presidio posto dalla Costituzione a tutela dell’autonomia e indipendenza della magistratura, che è indispensabile per realizzare l’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. Le riforme prospettate indebolirebbero fatalmente l’organo di autogoverno dei magistrati, riducendone le competenze, eliminando quelle di maggior rilievo, compromettendone l’autorevolezza e alterando la proporzione tra componenti laici e togati. Tale indebolimento pregiudica la realizzazione dell’uguaglianza formale e sostanziale dei cittadini”.

MOBILITAZIONE CULTURALE E COMUNICATIVA
L’Anm “è determinata ad assumere ogni utile iniziativa per informare l’opinione pubblica in ordine alla propria argomentata opposizione a tale riforma, e invita da subito tutti gli iscritti a una mobilitazione culturale e comunicativa che faccia comprendere i rischi che questa comporta per l’effettiva tutela dei diritti dei cittadini e per la scrupolosa osservanza delle loro garanzie costituzionali”. 

 

AGI – Uno scialpinista di 26 anni è morto questa mattina sull’Ortles in Alto Adige dopo essere caduto mentre stava effettuando un’escursione assieme a un’altra persona. La tragedia si è consumata a circa 3.700 metri lungo il ripido canalone ‘Minnigerode’ che scende dalla vetta posta a 3.905 metri. 

 

La vittima è un cittadino olandese con passaporto italiano. Secondo le prime informazioni dei soccorritori, l’uomo aveva raggiunto verso le ore 9 la vetta della montagna e insieme al compagno di escursione aveva iniziato la discesa lungo il versante sud. Probabilmente a causa della nebbia, lo scialpinista è caduto per poi precipitare per circa 500 metri. L’allarme è stato lanciato da un altro gruppo. I soccorritori sono giunti da Solda anche con l’elisoccorso ‘Pelikan 3’ ma l’escursionista era già deceduto. La salma è stata trasportata al vicino ospedale di Silandro. 

 

È Tom Arent Van de Plassche lo scialpinista di 26 anni morto oggi dopo essere caduto lungo la difficile ‘via Minnigerode’ sull’Ortles in Alto Adige. Tom era nato in Olanda ma residente da anni in Trentino dove lavorava per un’azienda di abbigliamento da montagna oltre a essere un atleta del trail runner e impegnato nella tutela dell’ambiente. 

AGI – Ha lanciato un petardo a Ponte Milvio, in occasione del derby Roma-Lazio del 6 aprile scorso, a causa del quale, un 21enne, perse un occhio. Per questo un 52enne, ultra’ biancoazzurro e pluripregiudicato, è stato denunciato dagli agenti del XV Distretto Ponte Milvio della polizia.

Il 21enne, anch’egli tifoso laziale, era stato ferito mentre era diretto allo stadio, in compagnia del padre. Il giovane perse un occhio a causa di una scheggia. Il soggetto denunciato è stato individuato anche grazie al contributo della polizia scientifica. 

AGI – Record strabiliante alla Race for the cure: 150mila persone, tra adulti, giovani, giovanissimi e bambini, tra genitori e semplici podisti presenti questa mattina nelle strade del centro di Roma, partenza e arrivo zona Circo Massimo. Il via è stato dato alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a cui gli organizzatori hanno consegnato il pettorale numero 1.

 

 

È quindi un compleanno straordinario questo dei 25 anni della Race for the cure, che ha visto per la prima volta inserita a che la gara competitiva certificata Fidal di 10 km, che si è aggiunta alla ‘classica’ 5 km e alla passeggiata di 2 km, che costituivano gli appuntamenti consueti della domenica dedicata alla ricerca per la lotta ai tumori del seno. Gli organizzatori della Komen Italia si dichiarano felici per questo risultato, per questo fiume umano di colori e allegria che alle 10 in punto si è mosso dalla Bocca della Verità. 

 

 Accompagnato dalla figlia Laura Mattarella ha salutato i vertici della Komen Italia, le altre autorità presenti e una rappresentanza delle ‘donne in rosa’, le testimonial della lotta ai tumori del seno.

“Grazie per quello che fate e buona gara”, ha detto il Capo dello Stato prima che i podisti della 10 km competitiva prendessero il via, seguiti poi dalle altre decine e decine di migliaia di persone, molte delle quali avevano il.proprio cane al guinzaglio. Mattarella ha inoltre ringraziato gli organizzatori per quanto fatto, che rappresenta un “fronte fondamentale per l’umanità”.

 

 

Applausi e cori hanno accompagnato la partecipazione del presidente della Repubblica: “Un presidente, c’è solo un presidente”, ha scandito un folto gruppo di giovani. Fino a “sei bellissimo”, urlato da una donna. La speaker della manifestazione ha dovuto sgolarsi oltre misura nell’invitare i partecipanti a non sostare a lungo fermarsi davanti alla tribuna autorità per consentire quindi che il fiume umano potesse procedere.

Sul palco autorità tra gli altri il ministro della Salute, Orazio Schillaci, quello per le Riforme istituzionali, Elisabetta Casellati, il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, il presidente del Coni, Giovanni Malagò, e il vicepresidente della Camera, Giorgio Mulè.

 

 

 

 

 

 

AGI – “Non siamo contrari alle riforme, ma ci sono quelle buone e quelle cattive. Noi siamo contrari a una riforma che non apporterebbe alcun beneficio alla giustizia, che porrebbe in pericolo l’indipendenza della magistratura. Quindi al ministro che ci dice che non è in discussione l’indipendenza del pubblico ministero, che il pm del domani da lui disegnato avrà la stessa indipendenza di quello odierno, diciamo: ma se così è, perché toccarlo? Teniamoci l’indipendenza che abbiamo già”. Lo ha detto il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia, a margine della terza e conclusiva giornata del 36esimo congresso dell’associazione a Palermo.

 

 

“Abbiamo posto l’attenzione su alcune regole di comportamento, ma questo non significa fare dei magistrati soggetti che devono stare in una zona d’ombra, in silenzio coatto. I magistrati possono e devono partecipare alla discussione pubblica, ma lo devono fare con lo stile e il profilo del magistrato”, ha aggiunto .

 

“La macchina della giustizia e’ ancora lenta, ma recupera, anche velocemente, una maggiore efficienza. Lo ha detto il ministro nella sua relazione alle Camere sullo stato della giustizia. Abbiamo percentuali significative di riduzione dell’arretrato e dei tempi del processo. Perciò guardo al futuro con cauto ottimismo”. 

 

“Questo congresso lo abbiamo voluto – spiega – alla luce di tanti mesi di critiche alla magistratura per fare una riflessione seria, per prendere sul serio le critiche ricevute, anche quando sono state affidate a messaggi mediatici con tassi di offensività rispetto ai singoli magistrati. Credo che approveremo una mozione spero unitaria riaffermando che l’interpretazione della legge non può’ arretrare, che la soggezione alla legge non è in discussione e che i magistrati, avendo come interpreti della legge un ampio margine di discrezionalità, devono farsene carico per tutelare anche l’immagine di imparzialità nel momento in cui intervengono nella vita sociale e di relazione”.

 

 

 

AGI – Una mostra ricca di oltre 300 fotografie del grande Robert Capa, dal titolo “L’Opera 1932-1954”, a cura di Gabriel Bauret, si terrà dal 14 maggio al 13 ottobre 2024 nelle sale del Museo Diocesano Carlo Maria Martini, di Milano. Main sposnsor è Dils, il nuovo nome di Redilco & Sigest, azienda leader nel real estate. Le opere, selezionate dagli archivi dell’Agenzia Magnum Photos, co-fondata dallo stesso Capa, insieme a fotografie, documenti, pubblicazioni e una registrazione sonora, l’unica esistente con la voce di Robert Capa – saranno disposte cronologicamente e organizzate in nove sezioni tematiche per guidare lo spettatore in un percorso coinvolgente ed emozionale. Capa ha riscritto le regole della fotografia di guerra, elevando la quotidianità a simbolo di un’innocenza da preservare. Gli scatti catturano i momenti storici immortalati in uno spaccato di cruda realtà, frammenti di vita resi eterni dal suo obiettivo perché, affermava il celebre fotografo, “La verità è l’immagine migliore, la sua migliore propaganda”. 

 

 La mostra dà anche ragione di un aspetto meno noto dell’artista, che spesso propone, attraverso i suoi scatti, uno sguardo che registra
i fatti da angolazioni differenti, mettendo al centro l’umanità protagonista e mostrando una profonda empatia nei confronti delle vittime. Il supporto di Dils alla mostra di Robert Capa si inserisce nell’ambito di This is my Milano, programma pluriennale di iniziative di give back a favore della città di Milano avviato nel 2023. Giuseppe Amitrano, CEO di Dils, ha commentato:

 

“Siamo onorati di collaborare, per il secondo anno consecutivo, con un’istituzione poliedrica come il Museo Diocesano, che negli anni ha avuto e continua a dimostrare la capacità di coniugare storia e milanesità con la contemporaneità e di portare spunti di approfondimento e spiritualità nella vita di tutti i giorni. Dils crede nell’arte come linguaggio universale e questa mostra conferma l’impegno del Gruppo a sostegno della nostra città attraverso This is my Milano”.

La prossima tappa dell’iniziativa sarà dedicata al quartiere Ticinese: domenica 12 maggio dalle 10.00 alle 22.00, il chiostro del Museo Diocesano sarà allestito a festa e tutti i visitatori avranno la possibilità di visitare gratuitamente e in anteprima la mostra Robert Capa. 

 

 

 

 

AGI – “È una polemica politica, lui attraverso me voleva colpire il governo Meloni”: lo ha affermato don Patriciello al Tg1, replicando all’attacco arrivatogli dal governatore della Campania, Vincenzo De Luca. “Sono fatti loro”, ha aggiunto il sacerdote di Caivano, “io non c’entro niente, io sono il parroco di Parco Verde, io sono il parroco di questo quartiere che è stato definito la più grande piazza di spaccio d’Europa. Se il 25 agosto ho chiesto un aiuto al governo e dopo una settimana il governo ha colto l’invito ed è venuto qua ho il dovere di dire grazie al governo, sì o no? Per favore lasciatemi fare il prete”.

 

“Più che offeso”, ha aggiunto don Patriciello, “mi hanno addolorato quelle parole, De Luca conosce da anni la mia storia, mi ha dato la sua stima, la sua solidarietà, il suo incoraggiamento a continuare. All’improvviso se ne esce con questa battuta”.  

AGI – Tensione nel pomeriggio al Salone del Libro di Torino, dove un centinaio di manifestanti pro Palestina hanno sfondato le transenne esterne e hanno forzato i cancelli di sbarramento del Lingotto, prima di essere respinti dai poliziotti. “Vita terra libertà per il popolo palestinese-Salviamo Gaza” e “All eyes on Rafah: blocchiamo tutto” recitavano gli striscioni degli attivisti che sventolavano bandiere palestinesi.
Alcuni manifestanti sono riusciti a entrare, ma la maggior parte è stata bloccata all’esterno e ha continuato a spingere. Dopo ore di trattative, il presidente del Salone, Silvio Viale, ha ammesso una delegazione di cinque persone all’interno per esprimere le loro posizioni. Il presidente della moschea Taiba, Brahim Baya, ha chiesto una presa di posizione della direttrice Annalena Benini, affermando che “non può rimanere in silenzio di fronte al genocidio palestinese”.

 

A prendere posizione a favore dei manifestanti è stato Zerocalcare: “Uno spazio che parla di cultura e di attualità non può chiudere gli occhi e non può lasciare fuori la storia con la S maiuscola”, ha commentato il disegnatore che è uscito dal Salone per incontrare i manifestanti, “penso che per tanto tempo a noi che siamo testimoni di quello che sta succedendo in Palestina ci verrà chiesto conto del fatto che non stiamo fermando il massacro”.

“Credo sia normale e naturale che ci siano persone che vogliano portare questi temi e contenuti all’interno e mi sembra assurdo che questa cosa non possa avvenire”, ha aggiunto.