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AGI – Torna in carcere il trapper Simba La Rue, alias di Mohamed Sadia Lamine, per aver violato il regime della misura cautelare degli arresti domiciliari in cui si trova nell’ambito del processo per la rissa con sparatoria in zona corso Como in cui è stato condannato dal tribunale a 6 anni, 4 mesi e 15 giorni. Lo ha deciso la terza sezione della corte di appello di Milano dove pende il processo di secondo grado.

 

La richiesta di aggravamento è stata formulata dalla procura generale dopo la comunicazione della questura di Milano, relativa all’avvio di procedimento amministrativo, dove viene riferito che Simba La Rue lo scorso 12 marzo 2024, insieme a numerose persone, ha fatto un incidente nelle vicinanze del kartodromo di Rozzano. A bordo di un’Audi A6 ha perso il controllo dell’auto e si è scontrato contro un palo, dandosi alla fuga. 

AGI – È stata eseguita questa mattina un’importante operazione anti-degrado, da parte delle pattuglie della polizia locale di Roma Capitale, nella zona di
Fontana di Trevi, a Roma. L’intervento, eseguito dagli agenti del I Gruppo Centro Storico, con l’ausilio di personale Ama, ha permesso di rimuovere arredi indecorosi o abbandonati nelle varie vie del centro. A partire da via delle Muratte, via Santa Maria in Via e via Marco Minghetti sono state rimosse sedie metalliche fissate a pali, transenne, cassette e singole catene pronte a essere utilizzate, biciclette in stato di abbandono e, soprattutto, circa duecento dei cosiddetti
“lucchetti dell’amore”, che erano stati fissati agli ornamenti in ferro battuto della Madonnella votiva sita in Piazza di Trevi, all’angolo con via del Lavatore. La rimozione dei lucchetti si è resa necessaria anche per il peso che stava insistendo sulle volute metalliche. Grazie a personale tecnico specializzato si è riusciti cosi’ a scongiurare possibili danneggiamenti. Al termine delle attività, i rifiuti e il materiale rimosso è stato conferito per lo smaltimento tramite
i mezzi AMA.

AGI – Cade da una scala esterna del Nelson Mandela Forum, dove da poco avevano terminato di esibirsi i Subsonica, dopo aver ricevuto un pugno in testa al termine di una lite. Sarebbe questa una delle prime ipotesi formulate dagli investigatori che stanno indagando per la morte di uno spettatore di 47 anni, Antonio Morra, originario di Potenza ma residente a Pistoia, che nella notte è deceduto all’ospedale fiorentino di Careggi dove era stato trasportato in codice rosso. 

 

Le telecamere interne della struttura avrebbero ripreso una persona che aggredisce Morra, sembra sferrandogli un pugno alla testa e provocando cosi’ la caduta, per la quale l’uomo avrebbe riportato gravi traumi cranici. La Polizia è intervenuta sul posto con alcune volanti della questura, la polizia scientifica e la squadra mobile.

 

Quest’ultima, delegata e coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Firenze, al lavoro per ricostruire la vicenda. Gli investigatori stanno cercando in queste ore di identificare le persone che sarebbero rimaste coinvolte nel diverbio o che possono aver visto qualcosa per ricostruire la dinamica che poi ha portato alla tragica morte dell’uomo. 

AGI – Un fitto scambio di lettere, in larga parte inedito, tra due protagonisti della politica italiana. “Il carteggio ritrovato (1957-1978) Aldo Moro – Pietro Nenni”, Arcadia Edizioni, ci offre una prospettiva nuova da cui guardare i due protagonisti dei governi di centro-sinistra nati con l’accordo tra democristiani e socialisti tra il 1963 e il 1968. Il volume offre uno sguardo approfondito sul rapporto umano e politico tra Moro e Nenni, due uomini di ideali e caratteri diversi, ma uniti dall’obiettivo comune di modernizzare il Paese, in un momento delicato della nostra storia collettiva, dopo il frenetico boom economico. 

Il carteggio – in gran parte conservato nell’Archivio storico della Fondazione Pietro Nenni – si compone di oltre 300 tra lettere, biglietti e telegrammi che raccontano le sfide e i trionfi dei “governi di centro-sinistra” degli anni Sessanta, i risultati significativi raggiunti, pur tra le difficoltà, nell’ambito dei diritti dei lavoratori, dei diritti civili, del Welfare State e del contenimento degli squilibri economici dei territori.

 

Ma questo libro offre molto di più: mette in luce le dinamiche politiche tra i due principali partiti della coalizione, la Dc e il Psi, e rivela il profondo legame di stima e fiducia che si è sviluppato tra Moro e Nenni nel corso degli anni e che durerà anche dopo l’esperienza di governo, fino all’uccisione di Moro. È un’opera che non solo interesserà gli storici, ma anche coloro che vogliono comprendere meglio una delle fasi cruciali della politica italiana del Novecento. Un omaggio a due giganti della politica italiana, Aldo Moro e Pietro Nenni, che hanno lasciato un’impronta indelebile nella storia del nostro Paese. L’introduzione è firmata da Renato Moro, la prefazione da Marco Damilano e Fabio Martini. A curare il volume sono stati lo stesso Renato Moro, Stefano Godano e Antonio Tedesco. Il prossimo 16 aprile il libro verrà presentato al Centro Convegni Bruno Buozzi a Roma, sede della Uil.

AGI – “Non sono nè un assassina nè un mostro, sono solo una mamma che ha perso sua figlia. Se fossi stata curata, sarei oggi ancora con Diana e non in questa situazione problematica”. Lo ha detto Alessia Pifferi rendendo dichiarazioni spontanee nel processo in cui à imputata per l’omicidio pluriaggravato della figlia di quasi 18 mesi abbandonata e lasciata morire di stenti nel luglio 2022. La 38enne ha parlato dopo che la Corte ha rigettato la richiesta di integrazione di perizia e dichiarato chiusa l’istruttoria dibattimentale.

 

“Sono sempre stata una bambina isolata e non avevo amici della mia età – ha esordito rivolgendosi al presidente della corte di assise -. Mi ricordo che mio papà era un po’ violento con la mamma e io assistevo queste scene”. Un’infanzia difficile: “ho subito un abuso sessuale ma non lo mai detto per paura di non essere creduta”. Pifferi ha ricordato anche l’abbandono degli studi quando “mi hanno tolto da scuola mentre frequentavo un corso da Oss per lavorare in una Rems. Non ho potuto riprendere gli studio che avrei voluto continuato per accudire mia madre che aveva avuto un grave incidente”. 

AGI – È stata disposta l’autopsia sul corpo della donna di 37 anni che è stata trovata l’11 aprile, ormai cadavere, sulla spiaggia di Rimini all’altezza dei bagni 126 e 127. La Procura vuole fare chiarezza su quanto accaduto: per ora le ipotesi prevalenti sono un malore o un gesto volontario.

 

Secondo quanto appreso, la donna è stata vista annaspare dal fidanzato 35enne che si è poi gettato in acqua tentando di salvarla. Gli accertamenti serviranno anche a capire se la vittima avesse o meno assunto sostanze. Secondo gli inquirenti, la coppia, pur non avendo una dimora stabile, si trovava a Rimini per una breve vacanza e vantano precedenti legati al consumo di droghe.