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AGI – Arrestato dalla guardia di finanza Pisicchio e il fratello, tutti e due ai domiciliari. Alfonsino Pisicchio, leader di Senso civico, che nella Giunta Emiliano è stato anche assessore regionale nella scorsa legislatura, proprio oggi aveva lasciato la sua carica alla guida dell’Agenzia Regionale per la Tecnologia e l’Innovazione. Pisicchio aveva spiegato che a fine mese avrebbe tentato di partecipare al bando per la direzione dell’accademia delle Belle Arti e temeva fossero cariche incompatibili. La Giunta regionale questa mattina ha nominato alla guida dell’Arti, al posto di Pisicchio, il commissario straordinario Cosimo Elefante, dirigente regionale, RTD (Responsabile della transizione al digitale) della Regione Puglia.

 

Ai fratelli Enzo e Alfonsino Pisicchio sono contestati i reati che riguardano la vicenda della Bv Tech Spa per l’ottenimento di un finanziamento da oltre 19 milioni di euro, concesso il 2 agosto 2018, nell’ambito del progetto “Suite prodotti Cyber Security e SOC” con il ruolo dell’ente Puglia Sviluppo Spa per lo studio di fattibilità del progetto per l’ammissione agli aiuti statali. La BV Tech è una società operante nel settore della progettazione di ingegneria integrata ed è amministrata da Raffaele Boccardo (indagato e non soggetto a misura cautelare).

 

Nell’inchiesta, che ha portato alla misura cautelare dei domiciliari per i due fratelli, i reati ipotizzati sono quelli di truffa aggravata, falso, nonché il reato di false fatturazioni per operazioni inesistenti. Secondo quanto emerso dall’ordinanza si sarebbe ottenuta una “anticipazione del finanziamento regionale conseguito in data 11 novembre 2018 attraverso l’utilizzo di una delle false polizze di Cosimo Napolitano (in carcere, ndr)”.

 

Della società parlano al telefono per due volte i fratelli Pisicchio: Enzo riferisce ad Alfonsino che “dovendo recarsi a Roma per motivi di lavoro, avrebbe colto l’occasione per parlare con Boccardo, a proposito del progetto in essere e per il quale la società Bv Tech aveva avuto finanziamenti dalla Regione Puglia”. I fratelli avrebbero manifestato “il loro sospetto che la società” avesse “fruito degli aiuti statali senza rispettare la tempistica e la realizzazione del progetto”. Nell’ordinanza si legge: Alfonsino chiedeva: “Ti vai a far dare quelle cose”. Espressione, che per gli inquirenti, assume un significato “sensato solo se si ipotizza un rapporto esistente tra la Bv Tech e la famiglia Pisicchio”. 

AGI – Proseguono senza sosta le ricerche delle quattro persone disperse nell’esplosione avvenuta martedì pomeriggio nella centrale idroelettrica di Suviana, a Bargi, frazione di Camugnano, nell’Appenino bolognese. Tre le vittime accertate e cinque i feriti, tutti gravi, uno in pericolo di vita. Sulle possibili cause dello scoppio, che sarebbe avvenuto in un generatore collegato a una turbina, Enel Green Power, proprietaria dell’impianto, al momento non si sbilancia. Unanime il cordoglio della politica e forte la rabbia dei sindacati, che hanno proclamato per giovedì una giornata di sciopero generale in tutta l’Emilia Romagna. Il sindaco di Camugnano, Marco Masinara, ha dichiarato il lutto cittadino. 

Ritrovare vivo qualcuno dei dispersi appare sempre meno probabile, a causa dell’allagamento del nono e del decimo piano della struttura, che ha richiesto l’intervento di sommozzatori e droni acquatici illuminanti ‘Pluto’. “La pressione dell’acqua è una situazione delicata da monitorare”, ha detto ai cronisti il comandante provinciale dei carabinieri di Bologna, generale Ettore Bramato. 

Cento vigili del fuoco al lavoro

“La speranza è d’obbligo soprattutto per chi sta facendo le ricerche; noi abbiamo come intenzione quella di trovare persone in vita, ma oggettivamente è uno scenario che non ci rende ottimisti”, ha dichiarato Luca Cari, portavoce dei vigili del fuoco, in collegamento con Rete 4, “i locali sono stati interessati prima da uno scoppio, poi da un incendio, un crollo e un allagamento quindi la situazione è veramente drammatica” e per quanto riguarda le possibilità di trovare dei sopravvissuti “siamo nel campo dei miracoli”. “I sommozzatori in acqua non riescono a vedere oltre, toccano con le mani”, ha aggiunto, “chiarite le cause dell’ingresso dell’acqua cercheremo di riprendere a pieno ritmo”.

“I nostri tempi sono proiettati sul ritrovamento dei quattro dispersi e, malgrado 100 vigili del fuoco al lavoro e tutto l’impegno, sono tempi lunghi anche quelli di ricerca: non ci attendiamo in giornata di avere risultati”, ha spiegato Cari, “se riusciamo nella notte a riprendere a pieno ritmo, speriamo di trovare condizioni più favorevoli per fare il nostro lavoro”.

Il ministro del Lavoro, Marina Calderone, si è recata sul luogo dell’incidente. Sul posto anche la segretaria del Pd, Elly Schlein. A precederle di alcune ore il presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, che ha chiesto di fare immediata chiarezza sulle dinamiche della tragedia. 

 

“Presto vogliamo sapere cosa sia successo, perché sono cose intollerabili, faccio mie le parole del presidente Mattarella, che mi ha chiamato ieri ed è ancora una volta così vicino a questa comunità spesso ferita in questi anni, ha detto ‘bisogna fare piena luce’ e piena luce significa appurare tutta la verità”, ha detto Bonaccini, “non voglio puntare il dito contro nessuno, saranno i magistrati, coloro che faranno le indagini, a doverci dire cosa è successo ma certamente non ci si può abituare a vedere così tanti morti sui luoghi di lavoro”.

 

“Si faccia piena luce nel chiarire la dinamica di quanto accaduto: perché è un altra strage di lavoratori, non possiamo più accettare che questo accada”, ha dichiarato invece Schlein, “bisogna che la sicurezza della lavoro diventi una priorità per questo Paese”.

Calderone: “Una tragedia veramente immensa”

Il ministro Calderone ha parlato di “una tragedia veramente immensa, di cui è ancora difficile definire complesso e la dinamica dei fatti: credo sia difficile da poter esprimere, perché si rischia di cadere nella retorica”, ha detto Calderone”. Non solo una visita doverosa, ma anche “la vicinanza del governo al territorio e alle comunità che sono molto provate, perché questo è un impianto che è anche molto legato a questo territorio”. Per Calderone, ora “dobbiamo rispetto al lavoro dei soccorritori e degli inquirenti e alle famiglie” ma l’attenzione deve tornare sul tema della sicurezza sul lavoro.

 

“Abbiamo bisogno veramente di investire su una cultura della sicurezza che dev’essere una cultura della vita, che deve essere di ognuno di noi, perché avere cura della nostra vita vuol dire avere cura e rispetto anche della vita degli altri e questo è un elemento fondamentale”. “Le norme ci sono, ne stiamo mettendo in campo di nuove, ne abbiamo varate recentemente – ha detto ancora il ministro – siamo anche consapevoli che ci sono delle situazioni in cui ci sono anche degli utilizzi impropri di alcune tipologie e contratti di lavoro e queste cose devono essere giustamente sanzionate e soprattutto anche individuati gli strumenti per evitare che avvengano nuovamente degli incidenti basati su questo”.

Enel Green Power: “Non è opportuno parlare di cause”

Per l’ad di Enel Green Power, Salvatore Bernabei, che sta seguendo le ricerche dei dispersi, “non è opportuno parlare di cause, è una situazione complessa”. “La cosa più importante è aiutare le famiglie e dare una mano ai vigili del fuoco per recuperare i superstiti. Stiamo collaborando con le autorità”, ha aggiunto il manager, spiegando che “i lavori in corso erano di aggiornamento tecnologico e stavamo realizzando prove di collaudo sul secondo gruppo. Sul primo erano state già realizzate nelle settimane scorse e si erano concluse”. 

 

“I lavori era iniziati a settembre 2022 secondo un’attività programmata che stava terminando in questi giorni con contractor tra le società più prestigiose del mondo”, ha proseguito Bernabei, che ha citato tra gli altri il nome di Siemens, “i contractor possono a loro volta rivolgersi ad altri specialisti, perché qui i lavori possono essere fatti solo da specialisti”.

La reazione dei sindacati

Cgil e Uil hanno dichiarato per la giornata dell’11 aprile uno sciopero di otto ore in tutti i settori e convocato una manifestazione a Bologna, in piazza XX settembre, “che tiene insieme lo sgomento e la rabbia, rabbia perché dopo un giorno non sappiamo le aziende coinvolte, che cosa è successo, che contratti avevano i lavoratori in vario modo coinvolti in un cantiere Enel”, ha detto Michele Bulgarelli, segretario della Cgil del capoluogo emiliano. “Questa è l’Italia, questo è il mondo del lavoro… Cosa ci faceva ad esempio un pensionato di 73 anni dentro un cantiere?”, ha proseguito il sindacalista, “basta: abbiamo bisogno di tenere insieme un mondo del lavoro che rischia di restare nella propria solitudine e rabbia. Ci aspettiamo una grande adesione allo sciopero, nelle fabbriche, negli uffici, nei luoghi di lavoro pubblici e privati… Una grande manifestazione. È il momento di dire basta. C’è un prima e c’è un dopo l’incidente di Suviana”. 

La Cisl Area metropolitana bolognese, da parte sua, ha organizzato un presidio davanti alla sede felsinea di Enel dalle 11.45, in concomitanza con lo sciopero nazionale di quattro ore indetto dalla categoria degli elettrici, Flaei, esteso a tutte le categorie dei lavoratori del privato.

 

“Parliamo di una strage continua, di una guerra civile. Ogni anno ci sono 1040 morti e 500 mila incidenti, un tema sul quale, come organizzazioni sindacali, stiamo chiedendo al governo misure ben precise che ancora non sono state assunte. Per questo motivo, domani faremo quattro ore di sciopero, per richiamare tutti all’attenzione da dare a questo tema. In Emilia-Romagna ci saranno otto ore di sciopero, perché l’incidente di Suviana si poteva evitare”, ha affermato il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, a Rtl 102.5, “un anno fa, la nostra organizzazione sindacale denunciò il fatto che non si intervenisse sulla sicurezza, ci sono documenti presentati sui quali si diceva che la sicurezza non era al massimo. Dopo un anno è purtroppo arrivata la tragedia”.

 

“Molti di questi incidenti si possono evitare. E non sono incidenti, quando non ci sono interventi si tratta di omicidi”, ha proseguito Bombardieri, “la nostra organizzazione sindacale aveva scritto dicendo che c’erano procedure e sistemi da migliorare. Purtroppo non ci sono state risposte. In una logica nella quale gli appalti al massimo ribasso e i subappalti a cascata tengono conto solo del profitto, dell’utile, e non rispettano la vita umana, poi abbiamo le tragedie. Ripeto, in molti casi non si tratta di incidenti, sono veri e propri omicidi. Perché quando per guadagnare un’ora, o mille euro, o un appalto, non si interviene sulla sicurezza e si perde una vita umana”. 

Le condizioni dei feriti

Sono particolarmente serie le condizioni di uno dei cinque tecnici rimasti gravemente feriti nell’esplosione. L’uomo – ricoverato, in prognosi riservata, nel reparto Rianimazione del centro ustioni di Pisa – ha ustioni serie in diverse parti del corpo e sarebbe in pericolo di vita.

 

Uno dei due feriti che erano stati ricoverati nel reparto grandi ustionati dell’ospedale Bufalini di Cesena, un venticinquenne, è stato dimesso con una prognosi di 30 giorni, si apprende dalla direzione della struttura. L’altro, il più grave, di 42 anni, è sedato e in terapia intensiva con ustioni su quasi il 20% del corpo e problemi all’apparato respiratorio da inalazione di calore. 

 

In rianimazione all’ospedale di Parma c’è un altro lavoratore ferito, di 54 anni, in condizioni stazionarie ma critiche per ustioni gravi sul 40%-50% del corpo. In prognosi riservata anche il trentacinquenne ricoverato in Rianimazione all’ospedale Sant’Orsola di Bologna.

 

AGI – Il 19 novembre 2022 Paolo Iabichino esce di casa una mattina come ogni mattina per comprare i giornali e trasecola davanti alla saracinesca abbassata e a due fogli rettangolari rossi con la scritta ‘Edicola in vendita’ . Comincia con un messaggio scoccato nella rete, come ogni favola moderna, anche quella dell’Aedicola Lambrate, che riaprirà presto con un progetto variopinto, non solo giornali ma l’ambizione di diventare una fortezza della carta e della cultura, ereditando lo storico chiosco di via Conte Rosso.

 

“Ha chiuso un’edicola che non era in una periferia dormitorio ma in un quartiere non ancora gentrificato, con le trattorie che sono ancora trattorie, il mercatino che tiene insieme la parrocchia e il circolo Arci, i libri di seconda mano nelle sale del dopolavoro, la balera e le puttane vicino alla caserma”. “È successo che il mio post su Linkedin ha collezionato migliaia di visualizzazioni e illustri abitanti della zona che non conoscevo, Alioscia Bisceglia, front man del gruppo ‘Casino Royale’, sua moglie Martina Pomponio e il creativo Michele Lupi mi hanno contattato per dirmi che l’avrebbero comprata – racconta all’AGI Iabichino – A loro si è aggiunto il manager culturale Alessando Ottenga. Abbiamo aperto un infuocato gruppo whatsapp e cominciato a ‘delirare’ sulla nostra creatura”.

 

Il primo ottobre del 2023 decine di persone del quartiere, anche i bambini affascinati dai pennelli, si sono rallegrate a pulire, verniciare, coccolare la nuova edicola figlia di quella che da almeno 70 anni, nemmeno gli anziani ricordano esattamente da che anno, distribuiva giornali e vitalità. Così smagliante ha iniziato il suo pezzo di strada fino a che, pochi giorni fa, da un’agguerrita selezione promossa sul seguitissimo profilo Instagram, è spuntato l’Aedicolante.

 

Ha 28 anni, si chiama Alessandro Ghidini. “Per me avere questo lavoro è stato come aprire il cassetto dei sogni. Si incrociano tutte le mie passioni ed esperienze, nel giornalismo, in una libreria, in biblioteca. È uno di quei rari momenti in cui sembra di essere proprio al posto giusto”. Si sveglierà all’alba per sentire il profumo della carta appena stampata. “Stiamo ancora pensando agli orari ma pensiamo di adattarci ai ritmi del quartiere. Apertura intorno alle sette e mezza, otto in coincidenza con l’orario scolastico e poi vedremo perché saremo molto altro rispetto a un’edicola tradizionale”. 

“Stiamo ricevendo tantissimi suggerimenti dagli abitanti del quartiere – dice Iabichino -. Desideriamo diventare un avamposto culturale, ci sarà l’informazione di carta con le riviste più belle del mondo, letture, spettacoli, cinema, spazio per gli artisti, progetti sociali per giovani e fragili. Molte persone ci chiedono: ‘Ma chi ve lo fa fare?’. Una risposta è che vogliamo essere quel ponte tra il quartiere e il mondo che tutte le edicole sono sempre state”.