Qualche giorno fa la storica sede romana del Dipartimento di Filosofia di Sapienza Università di Roma a Villa Mirafiori ha ospitato la presentazione di ‘Principii della filosofia greca. La nascita della filosofia’ di Giovanni Pugliese Carratelli, nella nuova edizione di Bibliopolis curata dal Professor Francesco Verde. Al tavolo dei relatori sedevano Massimo Cacciari, Luciano Canfora, Emidio Spinelli, Federica Cordano, Donatella Di Cesare e Piergiorgio Donatelli, per quello che è stato un vero e proprio evento premiato da una partecipazione di giovani fuori dall’ordinario. Nell’occasione, l’AGI ha incontrato il Professor Verde e l’editrice Emilia del Franco per capire insieme quale sia la portata attuale di un libro uscito per la prima volta oltre 30 anni fa e quale ruolo spetti oggi sul mercato a case editrici come Bibliopolis, dedicate interamente alla divulgazione del sapere.
Professor Verde, perché la figura di Giovanni Pugliese Carratelli, scomparso quasi centenario nel 2010, è ancora oggi così rilevante e moderna
Pugliese Carratelli è stato uno storico totale e senza frontiere. Grazie alla conoscenza onnicomprensiva del mondo antico e non solo, non si limitava a dominare storicamente la civiltà greca, magnogreca ed italico-romana, ma possedeva impressionanti competenze anche sul Vicino ed Estremo Oriente. Simili conoscenze lo dotavano di uno sguardo cronologico e tematico che definirei sinottico e comparativo, una capacità che l’attuale specialismo e soprattutto la settorializzazione accademica hanno quasi completamente disintegrato. Pugliese era inoltre un uomo ingentilito e non incattivito dagli studi, altro dato essenziale della sua biografia intellettuale che lo rende quasi unico nel panorama accademico. La sua modernità risiede però nel potente umanesimo: la conoscenza storica non era per lui qualcosa di sterile, ma di essenzialmente civile e civilizzante. Figlio soprattutto del magistero di Adolfo Omodeo, più che di Benedetto Croce, Pugliese non considerava lo studio dell’antichità un rifugio dalle responsabilità del presente, ma un concreto contributo alla costruzione dell’oggi. Lo conferma ad esempio il fatto che nel 1946, quando la guerra non era ancora un ricordo, decise di fondare la nuova rivista di studi antichi ‘La Parola del Passato’.
Qual è la portata di ‘Principii della filosofia greca’ in linea generale ed in questo particolare momento storico?
Se dovessi sintetizzare per addetti ai lavori, lo definirei un libro “anti-Colli”. Sebbene Pugliese non avesse nulla contro Giorgio Colli – anzi riportasse il suo libro su ‘La nascita della filosofia’ nella bibliografia essenziale -, la sua impostazione si presenta come radicalmente diversa, prendendo in esame il problema della nascita della filosofia greca non dal punto di vista teorico o teoretico, ma storico. Grazie alle sue competenze sinottiche, Pugliese non nega il fondamentale apporto dell’Oriente alla formazione del pensiero greco – e questo lo accomuna, almeno in parte, alla visione hegeliana – ma afferma con convinzione e, soprattutto, dati storici alla mano, che la filosofia è nella sua essenza greca: un fenomeno di quell’area la cui specificità non può essere elusa. E poi va oltre, ed ecco la modernità del libro: la filosofia greca è figlia della polis. Per Pugliese, infatti, prima della nascita della filosofia, avvenne un’immensa rivoluzione: la fine del vasto impero miceneo non portò alla ricostituzione di un regno unitario fondato su un potere centralizzato che fosse allo stesso tempo politico e religioso, ma condusse, in modi e tempi ancora oscuri, al sorgere delle poleis. In questo senso, la filosofia è intrinsecamente politica perché connessa all’ambiente cittadino. La parziale marginalizzazione della religione rappresenta, per Pugliese, la base della nascita del libero pensiero greco.
Parliamo della casa editrice: Emilia del Franco, quando è nata Bibliopolis e quali sono stati e restano tuttora i suoi obiettivi da un punto di vista culturale?
La storia della casa editrice ha radici lontane: già mio nonno Costantino, appassionato bibliofilo, oltre a raccogliere una grande quantità di libri, aveva pubblicato nell’immediato dopoguerra, con la sua private press Philobiblon, alcuni testi. Bibliopolis è stata poi fondata nel 1976 a Napoli da mio padre Francesco del Franco, laureato in fisica, e mia madre Nella Castiglione Morelli, archeologa, il cui impegno congiunto ha determinato fin da subito la compresenza di mondo classico e fisico nel nostro catalogo. Gli interessi della casa editrice sono sempre stati rivolti alla filosofia e alle scienze della natura, nella convinzione dell’importanza del legame esistente tra le due sfere. Legame che nel Ventesimo secolo si è in parte perso, anche per il settorialismo e la specificità delle singole branche di studio.
Qual è il ruolo di una casa editrice come la sua in tempi tanto difficili per il mercato del libro da costringere molti editori, anche prestigiosi, piegarsi a scelte non sempre coerenti pur di sopravvivere.
Bibliopolis è nata in un’epoca in cui erano di gran lunga più ampi gli spazi per l’editoria di cultura tesa a pubblicare opere di non facile commercializzazione. Il mondo – e con esso il mercato dei libri – è cambiato moltissimo da allora, ma noi cerchiamo di continuare a perseguire il valore culturale. La nostra piccola realtà ha un carattere artigianale, più che imprenditoriale.
Quali sono i progetti futuri di Bibliopolis?
Nei prossimi anni porteremo a compimento due importanti impegni finanziati dal Ministero della Cultura: le edizioni nazionali di Croce e di Labriola. Tra gli altri progetti, mi piace segnalarne uno su Gustav Herling, di cui abbiamo da poco dato alle stampe l’intera pubblicistica abbracciando in due volumi oltre 50 anni – dal 1944 al 2000 – di collaborazione con varie testate italiane. Ora stiamo preparando una selezione di questi articoli incentrati sull’Europa dell’Est, che mostrano la lungimiranza – se non proprio chiaroveggenza – di Herling e aiutano a comprendere la situazione in cui siamo precipitati con la guerra in Europa. Cito solo un titolo a riprova dell’attualità di questi testi: ‘L’Ucraina non vuole scomparire’, che risale al 1969! Per il futuro bisognerà guardare all’innovazione e alle sfide del digitale: con le nuove tecnologie legate all’A.I. si iniziano ad esempio a leggere papiri che prima non era possibile srotolare. La nostra casa editrice pubblica da oltre 40 anni i testi di quelli ritrovati nel Parco Archeologico di Ercolano, e queste innovazioni aprono inediti orizzonti che speriamo siano di stimolo a continuare gli scavi e ritrovare altre parti della biblioteca sepolta della Villa dei Papiri che ha svelato al mondo la filosofia epicurea.