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AGI – “Il 4 aprile mi è arrivata la risposta, del ministro Orazio Schillaci, che dice che la visita ispettiva disposta dal ministero della Sanità mi ha dato ragione perché ha riscontrato errori procedurali e inadempienze da parte dell’ospedale Careggi in riferimento in particolare all’assistenza psichiatrica specializzata per l’infanzia. Questi bambini a cui si somministra un farmaco che blocca la pubertà secondo i protocolli vigenti devono avere una particolare assistenza neuropsichiatrica infantile specializzata che evidentemente non è stata attuata nelle forme dovute, tanto è vero che il ministero ci informa che dopo l’ispezione di gennaio c’è stata anche una comunicazione alla Regione Toscana, che ha la competenza sull’ospedale Careggi, ma anche alla procura perché un’avvocatessa, e non io, ha presentato un esposto e la procura ha aperto un fascicolo e l’ispezione è stata anche indirizzata alla procura della Repubblica”. Lo ha affermato il capogruppo di Forza Italia al Senato Maurizio Gasparri, illustrando la risposta del ministero dalla Salute all’interrogazione parlamentare da lui presentata sui casi di trattamento della disforia di genere nei pazienti in età evolutiva al policlinico di Firenze Careggi.

“Quindi – aggiunge Gasparri a margine di una iniziativa per le elezioni comunali di giugno. – i punti sono: un non corretto recepimento della determina dell’Aifa per quanto riguarda il supporto psichiatrico per un avviamento dei bambini a questo trattamento con triptorelina; la mancata trasmissione dei dati all’Aifa, che si occupa del farmaco e ha bisogno di dati statistici per capire che effetti e che modalità ha il trattamento di triptorelina; altre criticità riguardanti il fatto organizzativo, con riferimento sempre alla neuropsichiatria infantile che evidentemente non è stata gestita secondo le direttive”.

“Questa risposta – prosegue – conferma che la mia interrogazione ha colto un problema vero: a Careggi non si sono rispettate le regole, non si è garantita l’adeguata assistenza neuropsichiatrica specializzata per l’infanzia a chi ha dovuto assumere la triptorelina, il farmaco che blocca la pubertà. Il ministero ha dato le indicazioni alla Regione per correggere le inadempienze, la procura ha la relazione che rileva le inadempienze e farà le sue determinazioni”. Per Gasparri “La Regione ha sbagliato, Careggi ha violato le regole, questo è un dato certo, lo dice il Governo. Le notizie che avevo evidenziato con l’interrogazione purtroppo erano fondate, mentre avrei preferito sentirmi dire che tutto funzionava alla perfezione e che questi bambini di nove, dieci o undici anni e le loro famiglie abbiano avuto un’assistenza adeguata alle regole che non ho fatto io ma l’Aifa, il comitato per la bioetica. E bene è che il governo abbia deciso di tornare sul tema triptorelina per rivedere un po’ le linee guida.

AGI – “O mi dai i soldi o ti lascio”. L’estorsione ‘sentimentale’ per la Cassazione è reato nel caso della vicenda di una donna di Rovigo che ha denunciato il compagno allegando gli screen shot dei messaggi dai quali emergevano richieste assidue di denaro con minacce, tra cui quella di troncare il rapporto.  “Anche l’intimazione della rottura di una relazione sentimentale ben può assumere valenza minacciosa – scrivono i giudici della Suprema Corte nella sentenza letta dall’AGI e diffusa dallo Studio Cataldi – allorché, lungi dal rappresentare la manifestazione di una propria libera scelta, costituisca espressione di ricatto”. Gli ‘ermellini’ hanno dunque confermato la condanna già pronunciata dal gup di Rovigo.

 

Bocciata la tesi dei legali dell’uomo che hanno provato a sostenere che le richieste di soldi fossero avvenute nel contesto “di un loro menage consensuale caratterizzato da una forte violenza verbale ma mai coartato con la conseguenza che ogni dazione effettuata dalla donna era da ritenere pienamente frutto delle sue libere determinazioni. Le circostanze del fatto, tra cui le modalità di versamento tutte tracciabili e il fatto che l’imputato si fosse attivato per la restituzione, escludevano che la parte offesa potesse considerarsi soggetto particolarmente vulnerabile.

 

Ne’ la minaccia estorsiva poteva ravvisarsi nella prospettazione di una rottura sentimentale priva dei connotati del ricatto affettivo a fronte, peraltro, dell’affermato intento della donna di allontanarsi dall’imputato”. Ma per la Cassazione si tratta di estorsione considerando “l’esistenza di una prevaricazione e sudditanza psicologica con richieste di denaro avanzate con toni aggressivi o minacciosi ma anche in modo larvato e subdolo”.

AGI – Scontri tra ultrà a poche ore dal derby della Capitale. Un gruppo di 200 tifosi della Lazio, intorno alle ore 9.30 di questa mattina, con il volto travisato, si è spostato da Giusti della Farnesina verso il Bar River: lì, circa 100 tifosi romanisti sono gli sono andati incontro per scontrarsi. I servizi di ordine pubblico preventivi, messi in atto dalla Questura di Roma fin dalla giornata di ieri, hanno consentito, in pochissimo tempo, di separare le due frange di tifosi, anche con il lancio di lacrimogeni.

Un tifoso romanista di 41 anni è stato tratto in arresto dagli agenti del Distretto Ponte Milvio e sono già al vaglio le immagini della Polizia Scientifica che hanno ripreso tutto, per individuare ulteriori responsabilità. Nel corso dell’intervento sono stati sequestrati caschi, utilizzati per possibili travisamenti, mazze, bastoni e cacciaviti. 

AGI – Una 24enne italiana è stata arrestata dalla polizia a Rimini e condotta in carcere con l’accusa di rapina aggravata, violazione di domicilio e violenza privata nei confronti di un 60enne. Secondo quanto emerso, la donna, dopo essere entrata nella casa dell’uomo, lo ha malmenato con calci e pugni causandogli fratture al volto per poi rinchiuderlo nella sua abitazione per oltre dieci ore. Poi in tarda nottata e sotto ulteriori gravi minacce di morte, lo avrebbe costretto ad andare a un bancomat a ritirare la cifra di circa 600 euro per consegnarglieli.

La vittima in un primo momento aveva raccontato di essere stato aggredito da un gruppo di sconosciuti per poi cambiare la versione dei fatti. La 24enne, con precedenti, si trova ora nel penitenziario di Forlì. 

AGI – Nel pieno rispetto della legge, ma con l’evocazione del ciceroniano summum ius summa iniuria. Cento anni fa, il 6 aprile, l’Italia veniva chiamata alle urne con una formulazione legislativa che doveva darle stabilità e governabilità. Il testo del disegno di legge era del sottosegretario alla presidenza del consiglio Giacomo Acerbo, che inseriva nel sistema proporzionale adottato nel 1919 un premio di maggioranza al partito risultato primo con almeno il 25% delle preferenze, soglia che garantiva ben i due terzi dei seggi.

 

Il testo licenziato dal consiglio dei ministri del governo di Benito Mussolini era stato quindi sottoposto alla Camera dei deputati per l’analisi di una commissione di 18 membri tra cui spiccavano per autorevolezza Giovanni Giolitti (presidente), Vittorio Emanuele Orlando, Antonio Salandra, Ivanoe Bonomi, Alcide de Gasperi, Filippo Turati, Raffaele Paolucci. Nella votazione che seguì la proposta di alzare il quorum e abbassare il premio, rigettata dopo un aspro quanto scontato dibattito, la commissione approvò il dettato legislativo così com’era con dieci voti a favore e otto contrari.

Il quasi “en plein” del Listone

E così il 18 novembre 1923, con numero 2444, vedeva la luce quella che è passata alla storia come Legge Acerbo. Sarebbe stata applicata una sola volta, il 6 aprile 1924, e avrebbe sancito secondo gli auspici di Mussolini il trionfo della Lista nazionale (il “Listone” del Partito nazionale fascista allargato), che con oltre 4 milioni di voti (poco più del 60%) si sarebbe aggiudicato 355 seggi sui 535 della Camera dei deputati (il Senato era invece di nomina regia). I candidati erano peraltro appena uno di più, 356, e l’en plein non ci fu solo per la morte di Giuseppe de Nava. Tanto per stare sicuri, era stato presentato pure un listino d’appoggio, la Lista nazionale bis, che aveva racimolato 19 seggi con poco meno di 350.000 preferenze. Mussolini aveva voluto che il Listone accogliesse candidature individuali di componenti di altri partiti disponibili a una «attiva e disinteressata collaborazione» e pertanto «al di fuori, al di sopra e contro i partiti» stessi, «disposti a collaborare con una maggioranza fascista». E infatti c’erano confluiti Orlando e Salandra, e in un primo tempo anche Enrico De Nicola.

Niente diritto di voto alle donne e ai militari

In lizza c’erano ben 23 formazioni politiche con 1.306 candidati e 346 deputati uscenti. Alle urne si recò a votare quasi il 64% degli aventi diritto (7,6 milioni su 12), ma questo diritto non l’avevano le donne nella loro totalità e in via eccezionale neppure gli appartenenti alle Forze armate, truppa e sottufficiali.  Il Partito popolare, lacerato al suo interno, supererà d’un soffio la quota del 9% valida per 39 seggi. La Legge Acerbo era frutto dei tempi e di un disegno che mirava a rafforzare il potere parlamentare di Mussolini: la sua applicazione sul campo si rivelò una tappa importante per la nascita del regime.

Brogli e intimidazioni ai seggi

La tornata elettorale fu contraddistinta da forzature, violenze, brogli, presìdi delle camicie nere ai seggi con condizionamenti e minacce. Le segnalazioni di numerosi casi avvenuti nelle circoscrizioni da parte dei deputati di minoranza alla Giunta per le elezioni, avanzate il 30 maggio con lo scopo di farle annullare, furono respinte e la Camera convalidò in blocco l’elezione di tutti i deputati di maggioranza.

Il discorso di Matteotti

Il socialista Giacomo Matteotti protestò quello stesso giorno pubblicamente, in un discorso alla Camera continuamente interrotto: «L’elezione, secondo noi, è essenzialmente non valida, e aggiungiamo che non è valida in tutte le circoscrizioni. In primo luogo abbiamo la dichiarazione fatta esplicitamente dal governo, ripetuta da tutti gli organi della stampa ufficiale, ripetuta dagli oratori fascisti in tutti i comizi, che le elezioni non avevano che un valore assai relativo, in quanto che il Governo non si sentiva soggetto al responso elettorale, ma che in ogni caso – come ha dichiarato replicatamente – avrebbe mantenuto il potere con la forza. (…) Nessuno si è trovato libero, perché ciascun cittadino sapeva a priori che, se anche avesse osato affermare a maggioranza il contrario, c’era una forza a disposizione del Governo che avrebbe annullato il suo voto e il suo responso. (…) Vi è una milizia armata, composta di cittadini di un solo Partito, la quale ha il compito dichiarato di sostenere un determinato Governo con la forza, anche se ad esso il consenso mancasse. (…) Forse al Messico si usano fare le elezioni non con le schede, ma col coraggio di fronte alle rivoltelle. E chiedo scusa al Messico, se non è vero!».

Verso il regime

Se anche non fosse stata applicata la Legge Acerbo, Listone e listino avevano raccolto dalle urne lo stesso bottino che costituiva il premio di maggioranza, con circa il 65% dei voti. Il rapimento e l’omicidio di Matteotti da parte di una squadra guidata da Amerigo Dùmini il 10 giugno 1924 e la pubblica assunzione di responsabilità «politica, morale, storica» di Mussolini nel discorso alla Camera del 3 gennaio 1925, invece di determinare il crollo del sistema nel momento di massima debolezza del fascismo, con la scelta della Secessione aventiniana schiuse la strada alla dittatura. Le elezioni del 6 aprile erano state le ultime. Dopo di esse i partiti furono sciolti. In Italia si tornerà a votare nel 1946, per voltare definitivamente la pagina del Ventennio e della monarchia che l’aveva permesso e avallato in tutte le scelte.

AGI – Quindici anni dopo la tragedia del sisma che ha colpito L’Aquila e altri 56 Comuni del cratere sismico ieri sera, poco dopo le 21:30, è partita da via XX Settembre la fiaccolata commemorativa delle 309 vittime che, dopo una sosta davanti la Casa dello studente, si è conclusa in Piazzale Paoli dove si trova il Parco della Memoria con una partecipazione di circa 1400 persone. Il Comune dell’Aquila, con la partecipazione dell’Associazione familiari vittime del terremoto, ha organizzato l’iniziativa a cui ha preso parte il sindaco Pierluigi Biondi insieme ad altri rappresentanti dell’assise civica e delle Istituzioni nazionali, regionali e locali.

 

Il braciere installato all’interno della fontana che si trova al centro del memoriale è stato acceso da due giovani aquilani, nati nel 2009, anno del terremoto, ed entrambi frequentanti il conservatorio “A. Casella” del capoluogo abruzzese, Elisa Nardi e Tommaso Sponta, mentre il fascio di luce in memoria delle vittime è stato acceso dal cortile della sede municipale di Palazzo Margherita a causa dei lavori di ripavimentazione in corso a Piazza Duomo.

 

“I ricordi, in questi quindici anni, sono stati i nostri compagni silenziosi e discreti, che ci hanno guidato nelle scelte verso la rinascita della nostra città, sono stati la nostra bussola interiore. – ha sottolineato il primo cittadino – Chi è libero da quel passato sono i nati dopo il tragico evento e noi abbiamo il dovere morale di pensare a loro, aiutandoli a fare della memoria la sostanza della propria identità, ponendo in essere l’attività pura del rammemorare. Come simbolicamente hanno fatto, questa sera al Parco della Memoria, due giovanissimi studenti del nostro Conservatorio, Elisa e Tommaso. La memoria è un altrove che avvolge il nostro presente e noi aquilani siamo la nostra memoria”.

 

“Ero appena nata quando c’ è stato il terremoto e ho vissuto questa tremenda esperienza attraverso il racconto dei miei genitori. Sono orgogliosa di poter partecipare a questa celebrazione e di ricordare con tutti voi le vittime di questo tremendo terremoto” ha dichiarato Elisa Nardi. “Mi sento privilegiato a poter essere presente qui questa sera, in rappresentanza dei ragazzi della mia età. Anche se non posso avere ricordi di quella notte, i racconti dei miei familiari mi hanno permesso di immaginare la paura e il dolore di quegli istanti. Durante questi anni ho ascoltato anche le storie di amici e ragazzi più grandi. Dalle loro parole ho percepito la fatica e la determinazione che hanno avuto nel voler tornare e rimanere a L’Aquila. Questo desiderio di rinascita ha permesso alla città dell’Aquila di riacquistare la sua bellezza. Penso, inoltre, che, nonostante il terremoto abbia lasciato segni indelebili nella nostra città, questo evento ha in qualche modo contribuito a rafforzare i legami nella nostra comunità” ha dichiarato Tommaso Sponta.

 

Dopo l’accensione del braciere, al Parco della Memoria, è stata lettura dei nomi delle vittime del sisma e nella chiesa di Santa Maria del Suffragio, in Piazza Duomo, si è svolta la Santa Messa presieduta dall’arcivescovo metropolita dell’Aquila e presidente della Ceam (Conferenza episcopale abruzzese-molisana), cardinale Giuseppe Petrocchi con lettura dei nomi durante la preghiera eucaristica. Prima della benedizione, il primo cittadino ha dato lettura di alcune sue riflessioni personali contenute in un messaggio rivolto alla cittadinanza. Alle 3:32, ora del terremoto del 6 aprile 2009, la campana della chiesa delle ha suonato 309 rintocchi in onore di quanti hanno perso la vita quindi anni fa. 

AGI – Angelina Jolie ha accusato il suo ex marito Brad Pitt, davanti a un tribunale di Los Angeles, di aver abusato fisicamente di lei prima del famoso episodio del 2016 sul volo aereo dalla Francia a Los Angeles. In quell’occasione Pitt avrebbe afferrato Jolie per la testa e avrebbe preso per il collo uno dei loro figli e picchiato un altro. Dopo quell’episodio l’attrice chiese il divorzio. Lo riferiscono media statunitensi.

 

Gli avvocati di Jolie hanno spiegato che Pitt aveva una “storia di abusi fisici” contro la moglie. L’accusa è stata presentata in un tribunale di Los Angeles, dove le due star di Hollywood stanno combattendo una battaglia legale per la vendita della loro ex azienda vinicola francese, chiamata Chateau Miraval. Negli atti del tribunale, Jolie afferma di aver tentato di vendere a Pitt le sue quote dell’azienda vinicola, ma di aver deciso di non farlo quando l’attore voleva farle firmare un accordo di riservatezza per proibirle di parlare degli abusi a cui l’avrebbe sottoposta.

 

La protagonista di ‘Maleficent’ (2014) ha aggiunto in quei documenti che la “storia di abusi fisici” di Pitt è iniziata molto prima di quanto si sapesse, ma non è entrata nei dettagli. Nell’ottobre 2022, nell’ambito della causa Chateau Miraval, Jolie ha accusato Pitt di aver preso per il collo uno dei suoi figli e di averne picchiato un altro, oltre ad aver versato loro birra e vino addosso, durante una discussione su un volo privato dalla Francia alla California nel 2016.

 

“Mentre la storia di abusi fisici di Pitt nei confronti della Jolie è iniziata molto prima del viaggio aereo della famiglia dalla Francia a Los Angeles nel settembre 2016, questo volo ha segnato la prima volta in cui ha anche abusato fisicamente dei bambini”, sostengono gli avvocati della Jolie. Dopo quell’incidente, l’attore premio Oscar è stato indagato dall’FBI per presunti abusi sui minori, ma le autorità hanno deciso di non sporgere denuncia penale contro di lui. 

AGI – Chi ha detto che la sostenibilità è solo uno slogan? Non la pensano così a Scarlino, dove hanno scelto di far crescere il territorio puntando su un turismo consapevole e sull’etica ecologica. Dal 19 al 21 aprile, il Comune in provincia di Grosseto diventa per tre giorni capitale della sostenibilità ambientale con ‘Salviamo il Pianeta Festival’, una rassegna interdisciplinare che porterà nell’antico borgo della Maremma personalità della cultura, dell’economia, del giornalismo, della fisica per promuovere stili di vita sostenibili e confrontarsi su temi e best practices per la transizione energetica e la salvaguardia dell’ambiente.

La rassegna vedrà tutto il territorio comunale protagonista di performance teatrali, musica, presentazioni di libri, laboratori didattici, talk show, conferenze e seminari. La tre giorni avrà il suo momento clou nel seminario nazionale ‘La cultura della sostenibilità al tempo della transizione energetica’. Un’occasione per condividere buone pratiche, attraverso il contributo di esperti e specialisti di settore, per diminuire l’impatto ambientale e rendere più equi, inclusivi e sostenibili i musei, gli edifici storici pubblici e privati, le imprese e i territori.

 

 

Borgo medievale racchiuso tra costa ed entroterra nel pieno della Maremma Toscana, Scarlino era già andato in controtendenza nell’estate del 2021 quando, primo e ancora unico caso della Regione, decise di rendere a numero chiuso la spiaggia più amata e fotografata della sua costa, Cala Violina. Regina indiscussa delle estati maremmane, la caletta rischiava però di vedere compromessa la sua bellezza proprio a causa dell’elevato numero di visitatori che la affollavano in cerca dello scatto più instagrammabile.

 

 

“All’inizio abbiamo avuto tutti contro, ora si è capito che preservare la genuinità dei luoghi è il modo giusto per far crescere i territori – racconta il sindaco Francesca Travison –. Con l’accesso alla spiaggia solo su prenotazione, abbiamo attratto un flusso turistico ‘lento’ e consapevole, che cresce anche nei periodi fuori stagione e che non si ferma alla costa, ma visita anche il borgo storico di Scarlino, l’Oasi faunistica Padule e il Museo Archeologico del Portus Scabris”.

In linea con questa filosofia, ‘Salviamo il Pianeta Festival’ rientra all’interno del più ampio programma culturale ‘Scarlino Oltrecielo. La bellezza che accoglie’ un calendario di eventi gratuiti destagionalizzati, che hanno preso il via nel mese di gennaio. “Un progetto ambizioso che ha più obiettivi, culturali, turistici, economici – spiega ancora il sindaco –, in questo modo la comunità di Scarlino diventa essa stessa ambasciatrice del suo Comune. Durante la recente inaugurazione di Pesaro Capitale della Cultura, il presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella ha evidenziato l’importanza di riprendere coscienza delle ‘nostre radici antiche e robuste’. Per questo è fondamentale credere nella cultura senza separarla dalla quotidianità e investire nei valori, confidare nell’etica, nell’equità, nella crescita sostenibile. Ammirare la bellezza, sollecitare l’ingegno, esaltare il pensiero creativo crea comunità e stimola un pensiero collettivo finalizzato al bene comune”.

 

 

“Cultura è conoscenza, ma anche consapevolezza. Servono coraggio e visione per intraprendere le strade del cambiamento. Il nostro è un territorio molto vasto, che include parti antiche e luoghi più recenti, tradizione e innovazione, dove la bellezza della storia e della natura occupano un ruolo fondamentale – conclude Travison -. Ci piace pensare che questa bellezza, che va oltre ogni riferimento spazio-temporale, possa contribuire a ‘fermare il tempo’ per chi deciderà di venirci a trovare”.