Autore: admin1356

AGI – La Camera dei deputati sarà al Salone del libro di Torino, con un proprio spazio presso lo stand del Ministero dell’istruzione e del merito e con otto eventi dedicati: alla conoscenza dell’attività parlamentare, ai principi fondamentali della Costituzione, alla storia del suffragio femminile in Italia.

Al Lingotto la Camera sarà presente al Padiglione Oval, allo stand U177. Personale di Montecitorio accoglierà il pubblico e distribuirà brochure, pubblicazioni e materiale di approfondimento sulle attività della Camera.

 

L’agenda degli incontri

Il ciclo di eventi inizierà giovedì 9 maggio alle 11.30, con “Tutti in Aula”, il racconto delle visite alla Camera per gli studenti più giovani. Alle 12.30 “Dentro la Camera”: saranno illustrate le giornate a Montecitorio per gli studenti della scuola secondaria di secondo grado.

Venerdì 10 maggio  alle 15.30 è previsto un incontro di approfondimento sulle funzioni della Camera e l’iter legislativo.

Sabato 11 saranno presentati: il podcast (https://giovani.camera.it/podcast/voto-alle-donne) dedicato alla storia del suffragio femminile in Italia (ore 11.30) e le pubblicazioni della Camera, tra atti parlamentari, collane e risorse documentali per le scuole (15.30).

Domenica 12 maggio alle 11.30 al centro ci sarà il racconto della storia e dell’opera delle deputate all’Assemblea costituente, argomento di un podcast specifico disponibile sul portale giovani.camera.it.

Lunedì 13 maggio – ultimo giorno del Salone – la chiusura sarà dedicata ai principi fondamentali della Costituzione (13.30) e a un nuovo incontro dedicato alla Camera, alle sue funzioni e all’iter legislativo (15.30).

AGI – In Italia nel 2022 i lupi secondo una stima erano 3.300, dato senza uguali tra i Paesi dell’Unione europea, e negli ultimi anni hanno creato problemi crescenti a pastori ed allevatori, finora però confinati a qualche trafiletto di giornale o a isolate battaglie locali. “Serve una nuova comunicazione più trasparente e un cambio di passo nella gestione del lupo in Italia, in linea con quanto avviene da anni in altri Paesi europei e negli Usa”, avverte Spartaco Gippoliti, conservazionista dell’Associazione Italiana Wilderness, in un’intervista all’AGI, “questo vuol dire anche mitigare la normativa europea a protezione del lupo. La specie deve restare protetta, ma si deve intervenire con maggiore facilità sugli individui pericolosi, confidenti o problematici ogni qualvolta si renda necessario”.

Si stima che 950 esemplari si muovano nelle regioni alpine e quasi 2400 lungo il resto della penisola, anche in regioni come la Toscana dove la settimana scorsa si è svolto il convegno ‘Emergenza lupo, le verità da sapere’ a Laterina, in provincia di Arezzo. Allevatori, esperti e amministratori si sono confrontati sulle conseguenze della mancata gestione del lupo in Italia e sulla necessità di un equilibrio accettabile tra esigenze delle comunità rurali e tutela della fauna. Malgrado i 500.000 Euro che la regione Toscana spende annualmente per indennizzare le perdite, infatti, pastori e allevatori hanno messo in rilievo che i danni economici, come quelli legati allo stress post-predatorio nelle pecore sopravvissute, sono sempre maggiori di quelli indennizzati.

 

Nel convegno è stato inoltre evidenziato da più parti che il lupo sta modificando la fisionomia degli allevamenti ovini, con la rarefazioni del pascolo brado e la stabulazione degli animali all’interno di stalle protette, due cambiamenti che hanno conseguenze sia sulla qualità del latte che sul benessere degli animali. I piccoli allevatori sono quelli che soffrono di più.

La Direttiva comunitaria Habitat del 1992 (recepita dall’Italia nel 1997) proibisce la cattura, l’uccisione, il disturbo, la detenzione, il trasporto, lo scambio e la commercializzazione del lupo, che rischiava l’estinzione nel Vecchio Continente. Tuttavia sono ammesse eccezioni e la stessa presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha recentemente invitato le autorità nazionali a valutare abbattimenti mirati, ove necessario.

“Il livello di tutela del lupo va abbassato”, ha avvertito von der Leyen, in un videomessaggio trasmesso durante il congresso della Svp a Merano, “non è l’uomo che si deve adeguare alla presenza del lupo, ma è il lupo che deve imparare a convivere con l’uomo”.

In Francia, dove sono presenti circa 900 lupi, lo scorso anno ne sono stati abbattuti quasi 200. In Svizzera lo scorso inverno ne sono stati uccisi una quarantina ma restano una minaccia per l’economia alpestre: nel 2023 si contavano 71 lupi e 13 branchi nel Canton Vallese, dove vengono allevate le pecore di razza bianca alpina, e si sono registrate 401 predazioni.

“La convivenza non si ottiene con l’approccio paternalistico e vagamente colonialista come è accaduto fino a oggi” in Italia, sostiene ancora Gippoliti, “bisogna instaurare un dialogo paritetico con allevatori e agricoltori. Sono infatti le comunità rurali le sole che pagano oggi il costo reale e salato della presenza del lupo in Italia. Un dialogo di cui si avvantaggerebbe la società intera. Non sfugge a nessuno, infatti, che è dalla tutela dell’economia rurale che discendono molte delle eccellenze agroalimentari italiane”.

 

AGI – La nuova frontiera dell’orrore, nell’abisso della pedopornografia online, si chiama ‘live streaming child abuse’, lo sfruttamento sessuale di minori a distanza, on demand. Agli atti sessuali commissionati live chat la Polizia postale dedica un paragrafo specifico, nell’elenco delle principali minacce online per bambini e adolescenti, nel dossier diffuso in occasione della Giornata nazionale contro la pedofilia e la pedopornografia.

Lo scorso dicembre un’indagine del Centro nazionale per il contrasto alla pedopornografia online ha sollevato il velo sul fenomeno in Italia quando nel Varesotto sono state eseguite due misure cautelari nei confronti di una coppia.

Gli abusanti, di nazionalità filippina, ricevevano versamenti da account PayPal riconducibili a utenti europei per assistere ad abusi su minori, commissionati sul momento dagli utenti interessati e trasmessi in diretta streaming. Tra i clienti c’era un italiano che aveva effettuato numerosi pagamenti fra il 2019 e il 2020. La moglie filippina, nel periodo in cui viveva all’estero, aveva offerto a pagamento sessioni di abusi sessuali sui due figli minorenni. Le violenze, richieste in tempo reale su internet, sono facilitate da un altro adulto fisicamente presente accanto al minore, che lo costringe a compiere atti sessuali con adulti o con altri coetanei, attraverso piattaforme dedicate. Pagando poche decine di euro (anche 20-30 euro), spiega la Polpost, si può comprare la possibilità di dirigere via webcam, in diretta, gli abusi commessi su bambini che si trovano in Paesi, fra cui le Filippine, dove la legge non tutela adeguatamente i minori. 

AGI – Un operaio di 46 anni ha perso la vita nella notte in un incidente sul lavoro nello zuccherificio di Brindisi. Il lavoratore, dipendente di una ditta esterna che stava effettuando lavori di manutenzione al nastro dell’impianto, era di Latiano, nel Brindisino. L’incidente, nel quale l’operaio ha subito l’amputazione di un arto, è avvenuto dopo la mezzanotte, ma ancora non è chiara la dinamica, su cui indagano le forze dell’ordine. L’uomo è morto poco dopo l’arrivo dei soccorritori del 118.

“Vincenzo Valente, 46 anni, stava lavorando per una ditta esterna alla manutenzione del nastro dell’impianto dello zuccherificio di Brindisi, quando ha subito l’amputazione del braccio ed e’ morto a causa della grave emorragia. La dinamica dell’incidente è ancora in via di accertamento. L’incidente è accaduto dopo la mezzanotte di oggi. A dare l’allarme sono stati i colleghi, ma all’arrivo dei soccorsi per il lavoratore non c’era più nulla da fare. Un’altra vittima. Un altro lavoratore in appalto che perde la vita fatto a pezzi da una macchina. Un’altra indagine per appurare dinamica e responsabilità. Per fermare questa strage va agita la prevenzione e va applicata la legge 81 sulla sicurezza sul lavoro, anche dove consente ai lavoratori di rifiutarsi di mettere in pericolo la propria vita, senza per questo essere punibili”. Lo dichiara Andrea Gambillara, segretario nazionale Flai Cgil, commentando la notizia della morte di un operaio in uno zuccherificio di Brindisi.

“Il nostro primo pensiero va ai familiari della vittima, ai quali esprimiamo il nostro cordoglio e la nostra vicinanza. Tuttavia, accanto alla rabbia e al dolore, sentiamo la responsabilità di chiedere, come abbiamo fatto e come continueremo a fare, il rispetto per la vita delle persone. È necessario che le istituzioni e la politica (intesa in tutta la sua interezza) facciano di più per trovare soluzioni efficaci e immediate, in particolare sulla delicata questione che riguarda gli appalti”. Lo dichiara il segretario nazionale Uila, Gabriele De Gasperis, dopo la notizia della morte di un operaio in uno zuccherificio a Brindisi.

Per il segretario generale della Uila Puglia, Pietro Buongiorno, “bisogna rafforzare la prevenzione e la formazione, incrementare le ispezioni e il numero degli ispettori del lavoro e diffondere la cultura della prevenzione che spesso non rappresenta una priorità. La campagna ‘Zero morti sul lavoro’ promossa dalla Uil non è un simbolo né uno slogan propagandistico, è un impegno quotidiano che chiediamo in tutti i luoghi di lavoro, volto a fermare questa strage che ogni anno continua a mietere sempre più vittime”. “Un dramma, l’ennesimo, in un territorio povero di occupazione, in un’azienda nella quale i temi della sicurezza costituiscono argomento caratterizzante dell’azione di tutela sindacale. In attesa che le indagini consegnino la verità sui fatti e sulle dinamiche che l’hanno generata, esprimiamo vicinanza e cordoglio alla famiglia. Gridiamo il dolore del sindacato e di tutti i lavoratori impegnati nello stabilimento che chiedono verità e giustizia. Non si può morire di lavoro e per il lavoro pretendiamo che ci sia più impegno e attenzione sui temi della sicurezza sul lavoro”, dice Luigi Vizzino, segretario territoriale della Uila di Brindisi. 

“Siamo stati come Flai proprio nei giorni scorsi a un incontro pubblico con tutte le istituzioni in Puglia, quello che sta accadendo nei luoghi di lavoro è una vera e propria tragedia che ha responsabilità precise”, aggiunge Silvia Spera, segretaria nazionale Flai Cgil responsabile Salute e sicurezza. “I datori di lavoro non ritengono necessario investire sulla sicurezza e la vita dei lavoratori e lavoratrici, che vale meno di qualsiasi altra cosa. Ci sono responsabilità politiche precise, aver depotenziato in maniera sistematica tutti i sistemi di controllo pubblici e di prevenzione ha lasciato mano libera al libero mercato e alla competizione al ribasso dove la vita umana vale meno di zero. Abbiamo una legislazione tra le migliori in Europa completamente disapplicata, avevamo una struttura pubblica di medicina del lavoro tra le più prestigiose d’Europa e si è lasciata morire tutto per favorire la competitività delle imprese sulla pelle di chi lavora per vivere. Una vergogna che ci riguarda tutti e ci chiama ad assumerci responsabilità e a reagire e lottare perché questa situazione inaccettabile cambi radicalmente”, conclude Spera.