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AGI – Nozze nel carcere di Civitavecchia tra Mario Pincarelli – condannato a 21 anni per l’omicidio di Willy Monteiro Duarte – e una 28enne della provincia di Roma che si è innamorata di lui vedendolo nei telegiornali. La sposa è arrivata su una 500 in abito di colore rosa carne e con un fazzoletto nero a coprire il viso dalle telecamere. Al matrimonio, celebrato con rito civile, presenti i parenti di entrambi gli sposi. Testimone di Pincarelli il suo avvocato – la penalista Loredana Mazzenga – che lo ha assistito nel corso del processo e un suo parente.

 

Di questo matrimonio “lui ha detto che voleva avere questa esperienza, nulla di più”, ha spiegato l’avvocato Mazzenga entrando in carcere. Parlando della vicenda giudiziaria e della morte di Willy, la penalista ha affermato che “Pincarelli ha sempre avuto una parola per la famiglia di Willy. Fin dai giorni successivi alla vicenda, Pincarelli ha scritto delle lettere alla famiglia della vittima. È stato l’unico tra gli imputati che più che chiedere scusa ha espresso vicinanza per questo fatto. Più che avvicinarsi con queste parole, questo ragazzo non poteva fare”.

 

Mazzenga ha anche detto che “c’è stata una sentenza di condanna e questo ragazzo sta espiando la pena” a 21 anni e che il matrimonio non porterà Pincarelli ad avere “permessi premio”. Non sono mancati momenti di tensione. Prima dell’inizio della celebrazione, all’esterno del penitenziario, uno degli accompagnatori della sposa, probabilmente un parente, si è scagliato contro i giornalisti inveendo, insultando e sputando verso i fotografi. La situazione è poi tornata alla normalità.

AGI – Palazzo dei Marescialli diventa Palazzo Bachelet. Il Csm, con una delibera approvata il 7 febbraio scorso, ha infatti deciso di intitolare a Vittorio Bachelet il palazzo in cui l’organo di governo autonomo della magistratura ha la propria sede. Questa mattina si svolgerà la cerimonia alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, durante la quale il giurista verrà ricordato dal figlio, il professor Giovanni Bachelet, dal vicepresidente del Csm Fabio Pinelli e dalla presidente emerita della Corte costituzionale Marta Cartabia.

Bachelet, ucciso dalle Brigate Rosse il 12 febbraio 1980, dal 1976 rivestiva l’incarico di vicepresidente del Consiglio Superiore della magistratura: “Fu convinto difensore dei principi della Carta costituzionale”, “fervente assertore del dialogo”, ricorda il Csm, sottolineando che “ricerco’ una sintesi alta tra le diverse sensibilità culturali espresse dal Consiglio Superiore. Ideali ancor più preziosi in anni tragici come quelli del terrorismo e delle sfide cruciali poste allo Stato di diritto che chiamarono le istituzioni repubblicane, e tra esse la magistratura in prima linea, all’impegno concorde contro la minaccia eversiva”.

 

Al termine della cerimonia, verrà scoperto l’altorilievo bronzeo, realizzato dallo scultore Giuseppe Ducrot, che raffigura Bachelet e che sarà posto all’entrata principale del palazzo. Un volume è stato dedicato a “Palazzo Bachelet”, con prefazione di Massimiliano Fuksas: contiene uno scritto introduttivo del presidente Mattarella, un contributo del vicepresidente Pinelli e testi dei professori Luigi Gallo, curatore del volume, e Carla Benocci, sulle vicende storiche e architettoniche del palazzo: il volume è illustrato dalle foto di Alberto Novelli. 

 

Il ricordo di Sergio Mattarella

“Essere ‘uomo del dialogo’ è stata, sin dall’inizio, la caratteristica della sua attività politica e sociale”. Sergio Mattarella ricorda cosi’ Vittorio Bachelet nel suo intervento in occasione della intitolazione del palazzo sede del Csm alla sua memoria. Segnala, il Capo dello Stato, che Bachelet “già nel 1946, a vent’anni, da studente, dirigente della Fuci ricercò sempre il confronto dialettico con le altre componenti universitarie in vista della ricostruzione dell’Italia democratica: ‘Con nessuno dei nostri simili, scriveva, abbiamo il diritto di rifiutarci o di essere pigri nel gettare il ponte” e sottolinea il valore della cerimonia di oggi – ringraziando il vicepresidente e il Csm per questa decisione “assunta per mantener vivo il ricordo del suo servizio nelle istituzioni e per rinnovare la riconoscenza per il suo impegno” – ribadendo che Bachelet “anche quale vicepresidente del Consiglio Superiore, è stato testimone autentico dei valori della nostra Costituzione. Si adoperava costantemente per la ricerca di prospettive condivise anche in considerazione delle fratture ideologiche che attraversavano il nostro Paese”.

 

Il dialogo, allora, che “è stato sempre un tratto distintivo del suo impegno nella società profuso lungo l’intero arco della sua vita, nelle organizzazioni cattoliche, nell’insegnamento nelle aule dell’università, nel Consiglio superiore della magistratura, in ogni altra attività pubblica. Il dialogo – ripete ancora Mattarella – rappresentava per lui, più che un metodo, l’essenza della democrazia”. 

 

“La ricerca del confronto – riprende il Presidente della Repubblica – non era strada agevole e, talvolta, da taluno neppure apprezzata, in una stagione tra le più tormentate e conflittuali della storia repubblicana, dove non soltanto le parole e le ideologie si facevano più aspre, ma la violenza delle armi pretendeva di farsi strumento di lotta politica, elevando gruppi criminali a soggetto politico.

 

 

In quegli anni drammatici, Vittorio Bachelet esprimeva la convinzione che il rafforzamento delle istituzioni democratiche si realizzasse non attraverso lo scontro, ma con scelte, per quanto possibile condivise, di piena e coerente attuazione dei principi della nostra Costituzione”.

 

 

“La sera prima del brutale assassinio – ricorda – accompagnando a casa l’amico Achille Ardigo’, aveva discusso con lui della minaccia terroristica, giungendo alla conclusione, condivisa, che il terrorismo andasse combattuto senza rinunciare ai principi della legalità democratica, nel rispetto delle regole costituzionali, senza ricorrere all’arbitrio, in quanto la Repubblica dispone delle risorse capaci di far prevalere i valori della Costituzione anche nei momenti più critici”.
“Bachelet era convinto, inoltre, che la coerenza dei comportamenti fosse un efficace strumento di comunicazione e, in tempi di disorientamento, valesse più di una lezione dalla cattedra. è stata questa esemplare coerenza a segnarne l’impegno, sempre di grande valore, in ogni ambito”, osserva ancora. 

 

 

Scopri l’allarme dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) riguardo al consumo di alcol in Italia: 8 milioni di italiani sono a rischio. Leggi l’articolo per saperne di più sulle implicazioni per la salute e le misure necessarie per affrontare questa problematica diffusa nel nostro paese.

AGI – “La Regione faccia la sua parte e scongiuri gli aumenti tariffari” che porterebbero il biglietto integrato Bit per bus e metro da 1,5 a 2 euro: è l’appello dei consiglieri capitolini del Partito democratico Giovanni Zannola e Valeria Baglio, rispettivamente presidente della commissione Mobilità e capogruppo dei dem in Campidoglio, dopo le anticipazioni su un possibile ritocco del prezzo che entrerebbe in vigore a luglio. “Bisogna evitare l’aumento del Bit per i romani”, affermano i due esponenti dem, “la previsione di un incremento tariffario è sbagliata e rischierebbe di produrre un effetto boomerang, con più evasione e un minore ricorso al trasporto pubblico, penalizzando la sostenibilità del servizio e quella ambientale. La Regione, che fissa le tariffe del Tpl, sia chiara e dica se ha intenzione di procedere con gli aumenti per romane e romani”. In passato la Regione ha erogato fondi straordinari per scongiurare gli aumenti.

 

“Roma, anche grazie all’intenso impegno della Giunta, sta intervenendo massicciamente con un lavoro di sostituzione dei vecchi binari della metro, l’ammodernamento e la costruzione di nuove stazioni, che tuttavia stanno comportando inevitabili disagi, come la chiusura anticipata del servizio durante la settimana o lo stop temporaneo ad alcune stazioni per renderle più belle e funzionali per i romani e in vista del Giubileo”, hanno ricordato Zannola e Baglio. “Chiedere ai cittadini, adesso o nei prossimi mesi, di pagare un costo maggiore per un servizio che deve essere ancora potenziato, che deve ancora recuperare migliaia di chilometri persi nelle scorse gestioni, sarebbe incomprensibile e ingiustificato”, hanno aggiunto.

“Nelle scorse settimane abbiamo indicato delle alternative, come la possibile differenziazione tra il costo riservato ai residenti e ai pendolari e quello delle card turistiche, che purtroppo non sembrano essere state ascoltate”, hanno sottolineato i due esponenti dem.

 

“Come Partito democratico abbiamo anche rilanciato la richiesta al Governo di incrementare il Fondo nazionale dei trasporti e di rimodularlo in base alle specifiche caratteristiche delle città, considerando che Roma per estensione, per numero di passeggeri trasportati e per numero di addetti supera di gran lunga tutte le altre città italiane. Proseguiremo questa battaglia. Siamo alla vigilia del Giubileo, un appuntamento straordinario che richiamerà a Roma milioni di pellegrini, e portare il costo del biglietto a 2 euro non sarebbe un bel biglietto da visita. Governo e Regione vogliono davvero tutto questo?”, concludono. 

AGI – Nel 2022 circa
8 milioni di italiani di età superiore a 11 anni (pari al 21,2% degli uomini e al 9,1% delle donne) hanno bevuto
quantità di alcol tali da esporre la propria salute a rischio. Tre milioni e 700 mila persone hanno bevuto per ubriacarsi e 770.000 sono stati i consumatori dannosi, coloro cioè che hanno consumato alcol provocando un danno alla loro salute, a livello fisico o mentale. I consumatori a rischio sono aumentati, in particolare per gli uomini, e rimane distante il raggiungimento degli Obiettivi di Salute Sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. A scattare la fotografia è, come ogni anno, l’Osservatorio Nazionale Alcol dell’Istituto Superiore di Sanita’, ONA-ISS, che ha rielaborato attraverso il SISMA (Sistema di Monitoraggio Alcol), anche per il Programma Statistico Nazionale, i dati della Multiscopo ISTAT, in occasione dell’Alcohol Prevention Day (APD). Dati che verranno presentati il prossimo 18 aprile, nel corso di un workshop internazionale in programma presso la sede dell’ISS. “I consumi di alcol in Italia evidenziano una situazione consolidata e preoccupante di aumento del rischio che dilaga nelle fasce piu’ vulnerabili della popolazione: minori, adolescenti, donne e anziani”, afferma Emanuele Scafato, Direttore dell’ONA-ISS. “Al fine di delineare la roadmap di una rinnovata prevenzione nazionale e regionale, la piu’ efficace possibile, e’ necessario intercettare precocemente tutti i consumatori a rischio e assicurare alle cure quelli con danno e alcoldipendenti, a sostegno delle persone, delle famiglie e degli obiettivi delle strategie europee e globali in cui siamo impegnati”. Il quadro dei 36 milioni di consumatori di alcol in Italia, pari al 77,4% dei maschi e al 57,5% delle femmine – e’ ricco di dettagli. Dieci milioni e duecentomila italiani sopra i 18 anni hanno bevuto alcol quotidianamente. Tra i consumatori a rischio, preoccupano soprattutto i giovani (circa 1.310.000 tra gli 11 e 24 anni, di cui 650.000 minorenni) e le donne (circa 2,5 milioni, con il 15,5% di consumatrici a rischio tra le minorenni 11-17enni). Spiccano i 3,7 milioni di binge drinker, soprattutto maschi di tutte le eta’ (104.000 sono minori). Anche qui si registra una diminuzione in direzione dei livelli del 2020, ma non per le donne che sono stabili, senza alcun accenno dunque al calo dei consumi tesi all’intossicazione. Inoltre, i consumatori dannosi di bevande alcoliche sono stati 770.000. Fra le donne si continuano a registrare numeri elevati, sono infatti 290.000 le consumatrici con danno da alcol. Dei 770.000 consumatori dannosi con Disturbi da Uso di Alcol (DUA) in necessita’ di trattamento, solo l’8,2% e’ stato intercettato clinicamente, per un totale di 62.886 alcoldipendenti in carico ai servizi del Sistema Sanitario Nazionale (SSN), con costante e preoccupante diminuzione rispetto ai consumatori dannosi attesi. I dati del sistema EMUR del Ministero della salute mostrano e testimoniano le conseguenze di quanto descritto finora. Nel 2022, si sono registrati 39.590 accessi al Pronto Soccorso – di cui il 10,4% richiesto da minori – segnando in un anno un incremento del 12.1%.

AGI – “Ho una Giunta composta al 50% da donne e al 50% da uomini e le donne hanno gli incarichi piu’ difficili, bilancio, lavori pubblici. Di solito si danno loro i ruoli di seconda fascia. Io ho dato le deleghe piu’ toste” Lo ha dichiarato il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, intervenendo al Festival internazionale dell’economia di genere, promosso questa mattina a Villa Altieri dall’associazione Oltre. “Anche se oggi l’indipendenza e valorizzazione delle donne hanno conosciuto tanti progressi, siamo ancora molto al di sotto di quella che dovrebbe essere la normalita’. C’e’ ancora molto da fare, il tema e’ capire cosa fare e come. Gli uomini devono capire cosa devono fare e cosa non stanno facendo, sia perche’ e’ giusto, sia perche’ cosi’ la societa’ puo’ esprimere meglio le proprie capacita'”, ha aggiunto. 

 

“Noi ci consideriamo un’amministrazione progressista – ha ricordato Gualtieri -, che considera essere progressisti fare cose concrete per la parita’ di genere e per le donne, contro ogni forma di violenza e discriminazione. Naturalmente questo deve essere patrimonio di tutti. Io non polemizzero’ mai con chi fara’ la sua parte, anche se di idee politiche diverse, per il sostegno alle donne. Saremo sempre molto fermi e molto duri nel contrastare, invece, ogni forma di misoginia, di sessismo, di discriminazione anche sottile e anche nelle piccole cose”. 

 

 

“Fa riflettere il fatto che non ci sia una piena consapevolezza di quanto la discriminazione delle donne colpisca le donne, si’, ma colpisca anche tutta la societa’. In particolare dal punto di vista economico. Se non c’e’ una piena valorizzazione delle donne, stanno meno bene le donne ma stanno meno bene anche gli uomini. E questo noi uomini dobbiamo capirlo”, ha aggiunto il sindaco capitolino. “Se le donne non lavorano l’economia – ha proseguito – cresce di meno, se non sono adeguatamente rappresentate in un’azienda, quell’azienda cresce meno. I numeri ci dicono che, quando c’e’ una percentuale superiore della media delle donne nei board delle societa’, quei paesi hanno delle performance migliori”.

 

Secondo Gualtieri e’ importante “la dimensione dell’educazione finanziaria, in un mondo che eredita’ stigmi antichi come ad esempio le attivita’ di cura alle donne e la gestione del patrimonio agli uomini, bisogna fare un doppio lavoro. Gli uomini devono essere educati a fare le attivita’ di cura, che deve essere equamente distribuita, e poi bisogna sostenere l’ingresso delle donne nella sfera che riguarda l’economia, con un focus sull’empowerment femminile”. 

 

AGI – Chiuse le indagini per disastro ambientale causato dai vasti incendi del 25 e 26 maggio 2022 a Stromboli durante le attività per realizzare la serie televisiva “Protezione civile”. I carabinieri della Compagnia di Milazzo, coordinati dalla procura di Barcellona Pozzo di Gotto, guidata da Giuseppe Verzera, hanno notificato l’avviso della conclusione delle indagini preliminari e l’informazione di garanzia a quattro persone accusate di disastro ambientale colposo, nonché di due persone giuridiche: una società di produzione cinematografica, di video e programmi televisivi; e una società operante nell’ideazione e realizzazione di effetti speciali per cinema, tv e teatri, per responsabilità amministrativa in ragione del reato ambientale provocato.

Il provvedimento è scaturito dalle indagini condotte dalla Stazione carabinieri di Stromboli subito dopo il vasto incendio che ha interessato l’isola in un’area naturale protetta e sottoposta a vincolo ambientale, inserita nei siti Unesco e Rete Natura 2000 e nella riserva naturale orientata/integrale Isola di Stromboli e Strombolicchio.

 

I militari, dopo aver prestato assistenza alla popolazione, anche evacuando diverse abitazioni e alcuni ristoranti, hanno subito avviato molteplici sopralluoghi, raccolto testimonianze e svolto accertamenti tecnici, individuando quattro persone, tra cui il legale rappresentante e il direttore di produzione e preposto di una società di produzione cinematografica, di video e programmi televisivi, nonché il legale rappresentante di una società operante nell’ideazione e realizzazione di effetti speciali per cinema, tv e teatri, un socio lavoratore cui erano affidati gli effetti speciali, i quali, poco prima che divampasse il vasto incendio, erano presenti sull’isola, in un set, per realizzare una serie televisiva.

 

Il rogo ha interessato oltre 240 ettari complessivi e prodotto un gravissimo disastro ambientale, oltre al danneggiamento di alcuni alcune abitazioni ed edifici pubblici.
I quattro indagati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, anche di violazioni della normativa in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, ossia di non aver redatto un documento di valutazione dei rischi che tenesse adeguatamente conto del pericolo di incendio e di non aver attribuito specifico rilievo all’utilizzo di effetti scenici consistenti nella generazione di fuochi artificiali, mediante l’utilizzo di materiale altamente infiammabile, di non aver adottato alcuna adeguata misura atta a prevenire eventuali incendi, di non aver fornito ai propri dipendenti adeguata formazione in ordine ai rischi per la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro, alle procedure relative al primo soccorso, alla lotta antincendio, all’evacuazione dei luoghi di lavoro, nonché nel non aver adeguatamente formato il direttore di produzione, indicato quale preposto e non aver garantito la formazione specifica dell’unico addetto antincendio.

 

E ancora, di non aver escluso l’accesso al set cinematografico in relazione ai rischi derivanti dall’accensione di fiamme ‘controllatè, di non aver verificato eventuali deficienze di mezzi attrezzature di lavoro o di eventuali condizioni di pericolo, di avere utilizzato, per la riproduzione di effetti scenici e, segnatamente, per l’accensione delle fiamme ‘controllatè, attrezzature rudimentali, prive di libretti d’uso e manutenzione e dei requisiti previsti, nonché di averle utilizzate senza adeguata formazione e addestramento e non tenendo conto delle condizioni metereologiche in atto e, in particolare, dei forti venti, in violazione dell’ordinanza sindacale che vietava l’accensione di qualsiasi tipologia di fuoco durante le giornate ventose, determinando, in tal modo, l’innesco di un incendio boschivo.